sabato 15 febbraio 2020

GESU’ OSTIA



LA «PRESENZA» PREANNUNCIATA E PREFIGURATA


Il valore delle Sacre Scritture

La Bibbia è come se fosse un insieme di lettere inviate da Dio a ciascuno di noi, utilizzando a tal scopo diversi scrivani. Ogni testo possiede una sua vita nascosta; non è una reliquia del passato da trattare solo con rispetto, ma un qualcosa di realmente vivo e di estremo significato per chi vi si accosta. Attraverso la lettura, ogni figlio ritrova e incontra il Padre celeste; e tutte le volte è una nuova scoperta, perché ogni incontro produce sempre cose nuove.
La Bibbia narra la storia d'amore fra Dio e l'uomo. Si divide in due grandi parti: l'Antico e il Nuovo Testamento.
Il termine 'testamento' va inteso nel senso di 'alleanza', una relazione che unisce Dio, dapprima, al popolo d'Israele e, poi, all'umanità intera.
Il Vecchio Testamento è la storia d'Israele, il popolo scelto da Dio per trasmettere il suo messaggio di salvezza. Il Nuovo Testamento è la storia di Gesù Cristo, il Figlio di Dio che realizza la salvezza.
Qualcuno potrebbe chiedersi: A cosa mi serve conoscere la storia d'Israele? La risposta è semplice: non solo per conoscere meglio la storia di Gesù, ma perché la storia d'Israele è la storia dell'uomo, la cui natura è sempre la stessa. L'infedeltà del cristiano di oggi è l'infedeltà d'Israele di ieri: entrambi, nella condizione di schiavi in cui si trovano, rimpiangono il tempo felice dell'alleanza; entrambi, pellegrini nel deserto verso la terra promessa, sono disposti a correre dietro altri idoli, a costruirsi dei vitelli d'oro, a infrangere di continuo l'amicizia con Dio. Nella figura d'Israele di ieri, c'è la figura del cristiano di oggi, con le sue debolezze, i suoi vizi, le sue paure... che nel tempo non mutano.
Ecco perché il Vecchio e il Nuovo Testamento sono due parti di un'unica storia, le cui immagini s'intrecciano e s'illuminano a vicenda.
La testimonianza delle antiche profezie e dei fatti lontani non ci riporta ad un passato ormai superato, ma continua ad illuminare il nostro presente. La voce dei profeti, ad esempio, ancora oggi chiama alla conversione, invita a vigilare nell'attesa, indirizza all'incontro col Signore, esorta ad accoglierlo. Egli, venuto duemila anni fa, ritornerà in modo glorioso, ma viene tra noi e in noi - ogni giorno della nostra vita - con l'Eucaristia.
Quali sono le immagini del Vecchio Testamento che, proiettate nel Nuovo Testamento, preannunciano e rappresentano la figura di questa realtà sacramentale?

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