OGGI SEMBRA PIÙ DIFFICILE CHIAMARE DIO COL NOME DI PADRE
È arduo, per molti, accostare il nome di Dio al nome di Padre, per le tristi esperienze di cui si va riempiendo la loro vita. Non è raro incontrare fanciulli che alla parola
padre associano l'idea di violenza, di conflitti familiari, di alcolismo, oppure di assenza totale.
È difficile credere all'amore del Padre celeste per chi non ha vissuto l'esperienza di essere amato da un padre terreno, e di non aver avuto la sua dolce presenza nei momenti
più sofferti e significativi della vita.
Una serie di fattori sociali e culturali ha gettato il discredito sulla figura paterna, un tempo autorevole e simpatica.
Le varie forme
- di paternalismo,
- di autoritarismo,
- di maschilismo
hanno finito per associare l'idea di padre a quella di padrone. E quindi hanno portato a considerare la figura paterna come un qualcosa di lontano, di scostante, di antipatico.
DI DIO, QUANTE FALSE CONCEZIONI!
E alle concezioni correnti si aggiungono multiformi concezioni che, accumulatesi nei secoli, sono divenute quasi vere caricature di Dio.
Una certa iconografia ha dato man forte a fare del Padre un vecchio dalla barba bianca, emergente da una nube pure bianca, con tutti i segni di una vecchiezza decrepita.
Sono largamente diffuse diverse concezioni che fanno di Lui:
- un Dio invidioso dell'uomo e suo antagonista;
- un Dio esigente e "fiscalista";
- un Dio amico solo dei ricchi;
- un Dio che spia l'uomo e si compiace di castigarlo;
- un Dio-carabiniere, che ti aspetta al varco solo per "arrestarti";
- un Dio nevrotico e vendicativo;
- un Dio assente, distaccato e muto;
- un Dio inutile.
Oppure, volendolo accogliere con simpatia,
- un Dio bonaccione, innocuo e remissivo, quasi un Babbo Natale, un nonno tenero che sa solo commuoversi e che finisce per perdonare
e abbracciare tutti.
DON NOVELLO PEDERZINI
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