La sete della sorgente.
Un mattino, steso sul mio letto, aspettavo che la sveglia mi desse il segnale dell’alzata, e guardavo il soffitto. Mi sforzavo di trovare la risposta a una domanda che di nascosto si era introdotta nella mia mente, rimanendovi come impigliata. Volevo sbarazzarmene, ma più cercavo la risposta che mi soddisfacesse, e meno la trovavo. La domanda era: «Se una sorgente fosse assetata, quale sarebbe il suo modo di bere? Cosa farebbe per spegnere la sua sete? ... »
Stanco di cercare, e avendo quasi esaurito il mio tempo di far niente, dico al mio Angelo che se non fa nulla per aiutarmi io metto la faccenda nel dimenticatoio . Allora l’Angelo mi dice: «Ti chiedi se le sorgenti d’acqua possono aver sete? Sì, lo possono. Ti chiedi se anche loro hanno un modo per spegnere la loro sete? Sì, ce l’hanno! Si dissetano dando da bere agli altri. Più acqua danno, meglio stanno. »
A primo colpo la risposta quasi “banale” del mio Angelo mi ha fatto pensare al signor Lapalisse. Ma non ho voluto respingerla, e questo le ha dato il tempo di penetrare nella più profonda parte di me stesso, facendomi realizzare che tutti i papà di famiglia sono come delle sorgenti. Io stesso, come tale, per sentirmi soddisfatto, cioè “dissetato”, avevo bisogno di sapere che la mia figliolanza ave va “bevuto sufficientemente della mia acqua”. Questo mi permetteva di dire che la mia paternità era stata loro di profitto. [140] Allora l’Angelo ha aggiunto:
«Il Padre che avete in Cielo è il primo Papà del mondo. Anche lui “soffre” se vede che l’uomo trascura o rifiuta le sue ricchezze. E questo, ai vostri giorni, si verifica spesso. La Madre che avete in Cielo, pure lei “soffre” se vede che trascurate o rifiutate l’acqua che vi offre nei tempi di siccità che sono proprio i vostri, quelli di oggi. Essa è mamma, la prima di tutte, e sapendo delle vostre presenti condizioni di vita fa mille sforzi per portarvi da “bere” e da “mangiare”. È presente sulla terra un po’ ovunque tramite centinaia di apparizioni e di locuzioni. Malgrado ciò essa trova che deperite a vista d’occhio. Ce ne sono tra voi che muoiono di sete con a fianco un secchio d’acqua, pieno fino all’orlo. Sono i messaggi, i consigli, gli avvertimenti che ella vi dà, sono le raccomandazioni che ella vi fa, ripetendole più volte nell’ardente speranza di essere tenuta in conto, proprio come fanno le mamme della terra. La vita che vi è offerta dall’ alto la potete rifiutare, è vero. Ma perché rifiutarla? Perché lasciarvi morire mentre invece vi si offre di vivere? Se voi bevete l’acqua che vi viene offerta, e offerta in tutti i modi possibili, oltre a spegnere la vostra sete spegnereste anche quella del Cielo. È Dio Padre che vi manda quest’acqua. »
Con queste parole scoprivo che non ero l’unico della terra a soffrire di questa “sete” paterna. E poi, la stessa grande “sete” ce l’aveva anche Dio, che è il Padre di tutti noi, e ce l’aveva anche la Madonna, che è nostra Madre. Un senso di sicurezza mi ha invaso nel vedere che Dio conosceva il tema dell’eredità patrimoniale ancora prima di me, e molto meglio di me. Mi rendevo conto che il sentimento istintivo che spinge un genitore a trasmettere ai figli il massimo della ricchezza patrimoniale, cominciando con quella spirituale della Fede, [141] è cosa naturale, voluta da Dio, e che nei limiti da Lui prescritti essa può considerarsi una virtù. Le mie apprensioni cedevano il passo alla fiducia.
Qui la mia sveglia ha suonato, lasciandomi appena il tempo di ringraziare il mio Angelo con due parole veloci.
di: Johannes De Parvulis
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