lunedì 8 giugno 2020

L’Angelo custode e Suor Monica di Gesù



La venerabile suor Monica di Gesù (1889-1964) era una mistica agostiniana riformata.
Ella vedeva e dialogava con il suo Angelo custode. Aveva con Lui una relazione familiare: lo chiamava infatti “fratello maggiore”.


Suor Monica di Gesù scrisse in alcune lettere alcuni episodi e racconti di relazione con il suo Angelo custode.

Eccone alcuni:
«II giorno due la madre mi regalò alcune caramelle. Mentre ero in cella, dissi all’angelo: Non vorrei che “mattacchione” (si riferiva al deminio) me le rubasse. L’angelo mi disse: Ti insegnerò a nasconderle in modo tale che non te le porti via. Prese una cassetta e mi disse: Ponile qui. Sul coperchio mise una stampa della Madre di Gesù e mi disse: Non temere: qui non può arrivare» (4 ottobre 1923).


«Il giorno 7 il mio fratello maggiore mi disse: “Il nostro nonno (riferendosi al padre del suo direttore)] è morto”. Vedendo che piangevo, l’angelo mi disse: “non piangere, è stata la volontà di Gesù a portarselo via e gli ha fatto un beneficio”. Chiesi all’angelo se la sua anima si era salvata e mi disse di sì, ma che era stata condotta in Purgatorio per un pò di tempo. Gli dissi che mi facevo garante per lui e che dicesse a Gesù che desse a me quello che avrebbe dovuto soffrire e che lo portasse alla gioia. Il fratello maggiore mi disse di fare la comunione per lui per nove giorni con molto fervore» (15 luglio 1919).

Il 30 maggio 1919, sul Colle degli Angeli a Madrid ebbe luogo la consacrazione della Spagna al Cuore di Gesù, attuata da re Alfonso XIII. Suor Monica di Gesù dice: «Che bel giorno! Inviai il mio fratello maggiore in aiuto al Re, e così fece, poiché si collocò al suo fianco destro» (19 giugno 1919).

La suora Mistica ebbe anche altre visioni importanti di cui fece mensione nelle lettere:

Nel giorno di Natale del 1921 venne il Bambino Gesù con Maria a trovarla. Racconta: «Quanti baci diedi al Bambino Gesù che Maria teneva nelle sue broccia! Quante cose gli dissi nella Santa Notte. A conclusione dell’ottava dei re Magi, mi tolsi la medaglia che il mio angelo mi aveva dato in questa Notte Santa. Io dicevo: È molto bella, non mi va di perderla. L’angelo mi disse: Non togliertela: io l’ho portata tutti i giorni, e tu subito vuoi metterla in un angolo. La presi e la portai sempre tutti i giorni» (30 gennaio 1922).
«Nel mio giorno [di compleanno], molto presto, venne dapprima il mio fratello maggiore e poco dopo venne Gesù. E sapete cosa fece il fratello maggiore? Sempre quando viene Gesù si prostra un poco discosto, ma nel mio giorno non fece questo. Mi prese la mano e mi presentò a Gesù. Poi venne la madre di Gesù e fece lo stesso.

Poi venne nostra madre santa Monica ed ella pure mi presentò. Rimasero un poco tutti e tre; mi chiesero quanto li amassi e mi consigliarono di amare Gesù come io volevo amarlo… Tutti sorridevano alle mie parole e se ne andarono tutti insieme.

Il fratello maggiore rimase e mi diede spiegazioni. A nome di Gesù mi disse che il giorno precedente si erano confessate cinque anime per le quali da tanto tempo stavo pregando Gesù che lo facessero come regalo per me. Il fratello maggiore a sua volta mi disse: Io ho conquistato due anime per Gesù nel tuo giorno. Una non si confessava da quattordici anni e l’altra da 25. Questi furono i regali di Gesù e del mio fratello maggiore nel mio giorno» (8 maggio 1918).


Il Giovedì Santo del 1919 dalle dieci del mattino fino alle dieci e mezzo della sera del Sabato Santo fece compagnia a Gesù nel suo dolore. Racconta: «Mi paralizzava una sofferenza così grande che non mi rendevo conto di nulla di questa vita e non sapevo neppure dov’ero. Successivamente ricordo che il mio fratello maggiore, durante questo tempo di tanto in tanto mi diceva: In quest’ora Gesù si trovò in questa parte, in questa situazione o in quell’altra e tutto quanto mi diceva mi immergeva ancor più nelle pene e nelle amarezze che Gesù aveva sofferto. Mi diceva anche quando dovevo andare a compiere i doveri di comunità e cosa dovevo fare in essi, come andare al refettorio e alla penitenza… Al termine di tutto ciò venne l’angelo con il volto così allegro che sembrava un altro e mi disse: Gesù è già resuscitato. Alleluia! 
La sua gioia penetrò talmente nel mio spirito e in tutto il mio essere che ormai non mi rendevo conto di ciò che avvenisse, cosa facessi o dove mi trovassi. Mi ritrovai nella cella… Alle tre del mattino venne Gesù così splendente che da tutte le parti era un unico splendore, ma dalle sue cinque piaghe usciva una luce particolare» (21 aprile1919).

«Rimasi alcuni giorni a letto e il mio angelo mi condusse Gesù durante il mattino e il fratello maggiore suo (il confessore) e quello della madre portava ciascuno una candela che faceva luce a Gesù. Questo accadde I’8 e il 13; negli altri giorni scesi io a fare la Comunione. Quanto buono è il mio angelo! Quanto mi vuole bene!» (22 gennaio 1923).

«All’alba vennero i sette angeli (del gruppo delle anime vittime). Erano molto contenti e tirai fuori le immaginette, una per ciascuno. Diedi al mio angelo quella che desideravo per lui e successivamente egli distribuì le altre. Trascorremmo un buon momento e giocarono a scommettere su chi amasse di più Gesù. E sa che la povera suor Monica, tutta di Gesù, li vinse tutti e sette?…

« La vigilia degli Angeli, nella preghiera dei vespri mi stavo concentrando. Vidi tutti i fratelli maggiori di ognuna di quelle che erano nel coro. Ciò mi diede molta gioia, ma provai anche sofferenza, perché tutti erano contenti, anche se non tutti gioiosi. Chiesi il motivo di ciò al mio angelo e mi rispose che dipendeva dal fatto che alcune non pregavano con tutto il fervore che essi desideravano nelle anime» (4 ottobre 1923).

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