II Parte della visione: L’ALFA e la CREAZIONE
Primo ‘giorno’. Monogenesi dello spazio: ‘In principio Dio creò’
§ 69 Dallo stesso angolo di sinistra, dove prima c’era l’Alfa e dove erano rimasti solo i puntini, vidi uscire in un ventaglio di luce la figura di una mano aperta, rosea e trasparente, senza braccio, con le dita unite e distese e dalle estremità del dito medio e anulare vidi scendere verso il buio una favilla piccolissima, rossa, lucente come di fuoco, che si moltiplicò fino a formare un pennacchio triangolare sempre più lungo ed espanso. Lungo e sopra la linea superiore del pennacchio vi erano ancora i 4+2 puntini di luce più chiara che poi scomparvero assorbiti dal pennacchio. Quei sei puntini erano il simbolo dei sei ‘giorni’ della creazione: quattro fasi in cielo e due epoche sulla Terra. Non ricordo se alla prima favilla se ne fossero aggiunte altre o se il pennacchio fosse l’evoluzione di quell’unica favilla; il fatto è che, in breve, tutto il quadro visivo fu invaso da una miriade fittissima di scintille le quali, a brevissimi intervalli, apparivano e scomparivano come minutissime e brulicanti lucciole, o meglio, come minutissime foglie o scaglie di polvere-porporina di rame lasciate cadere nell’aria. Quella nube di scintille aveva il colore del rame lucidato con riflessi color oro. Mi chiedevo come facessero a moltiplicarsi quella, o quelle prime faville, dato che non c’era reazione fisica col nulla. Era come un seme creato da Dio che nella Mano di Dio cresceva col Suo Calore e la Sua Presenza. E quell’atto di creazione e di conservazione continua anche adesso.
§ 70 ‘In principio’, prima di quel principio, c’era il nulla infinito, buio, freddo, silenzioso, impenetrabile alla luce, al calore, al suono. Solo Dio esisteva, da sempre, Pensiero Puro, inimmaginabile.
Dio nel primo ‘giorno’ stava creando lo ‘spazio’ e il ‘tempo’, pronti ad accogliere la creazione intera.
Mi guardai intorno. La solita luce rosea che invadeva la stanza mi lasciava ora intravedere il profilo dei mobili. La cornice luminosa era là: non era opera di uomo. A voce normale dissi:
– Signore, se viene da Voi, fate che io capisca, perché sono un povero uomo. –
Il mio sguardo tornò sul video contornato da quella impalpabile cornice rosea.
La massa delle scintille di fuoco rosso-rame procedeva da sinistra verso la mia destra. Una di queste mi raggiunse la mano sul dorso lasciando il segno di quell’ustione come una crosticina che dopo quasi dieci anni porto ancora .
Voleva, forse, il Signore che all’indomani io non dubitassi dell’autenticità della Sua rivelazione credendola frutto di autosuggestione?
Quando l’ambiente delimitato dal video fu pieno e brulicante di queste scintille color rosso-rame, vidi, sempre proveniente da sinistra, una scintilla più grande delle altre, dalla forma di bastoncino (come quelli che sulle stampe rappresentano i microbi) della lunghezza di due o tre millimetri, color giallo-oro che ‘passava’in primo piano. Non ve n’erano altre di simili. La ricordo bene perché era vicina, in primo piano.
Sparirono la massa delle faville e la scintilla più grande e si fece buio.
Dagli scritti di Don Guido Bortoluzzi
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