1. 1. Or non è molto abbiamo pubblicato un libro su La dignità del matrimonio. In esso esortavamo le vergini di Cristo - come le esortiamo anche adesso - a non disprezzare i coniugi dell'antico popolo di Dio, anche se, paragonandosi con loro, troveranno che il proprio dono divino è più grande e più sublime. Di tali coniugi e del ministero che mediante la generazione dei figli rendevano al Messia venturo fa l'elogio l'Apostolo chiamandoli il buon olivo, per eliminare ogni superbia nell'olivo selvatico che vi è stato
innestato 1. Non si deve pensare che fossero inferiori in merito, anche se per diritto divino la continenza in se stessa è più eccellente del matrimonio e la verginità consacrata più eccellente delle nozze. Per loro mezzo, infatti, si preparavano e venivano realizzandosi quegli eventi futuri che noi oggi riscontriamo essersi verificati con meravigliosa efficacia: tanto che la stessa loro vita coniugale aveva un valore profetico, e non va attribuito ai soliti motivi di calcolo personale e di soddisfazione esclusivamente umana se in certuni di loro la fecondità meritò degli onori segnalati e se, in altri, fu resa feconda persino la sterilità. Ogni cosa in loro accadeva per un'arcana disposizione divina. Quanto al tempo presente, invece, coloro cui si riferiscono le parole: Se non riescono a contenersi, si sposino 2 non hanno bisogno d'essere incoraggiati ma rasserenati. Mentre gli altri, per i quali sta scritto: Capisca chi può 3, hanno proprio bisogno di esortazione perché non si spaventino, e di salutare timore perché non si inorgogliscano. Non basta quindi elogiare la verginità perché venga amata. Occorrerà anche aggiungere degli ammonimenti perché non si gonfi d'orgoglio.
Dignità delle vergini nella Chiesa, vergine feconda.
2. 2. È quanto intraprendiamo con la presente trattazione. Ci aiuti Cristo, figlio della Vergine e sposo delle vergini, nato fisicamente da un grembo verginale, sposato misticamente con nozze verginali. Se tutta la Chiesa è una vergine fidanzata a un sol uomo, il Cristo 4
(come si esprime l'Apostolo), quale non dovrà essere l'onore che meritano quelle persone che custodiscono anche nel corpo l'integrità che tutti i credenti conservano nella fede! La Chiesa ricopia gli esempi della madre del suo Sposo e del suo Signore, ed è, anche lei, madre e vergine. Se infatti non fosse vergine, perché tanto preoccuparci della sua integrità? E, se non fosse madre, di chi sarebbero figli coloro ai quali rivolgiamo la parola? Maria mise al mondo fisicamente il capo di questo corpo; la Chiesa genera spiritualmente le membra di quel capo. Nell'una e nell'altra la verginità non ostacola la fecondità; nell'una e nell'altra la fecondità non toglie la verginità. La Chiesa è, tutt'intera, santa nel corpo e nell'anima, ma non tutta intera è vergine nel corpo, anche se lo è nell'anima. Di quale santità non dovrà dunque rifulgere in quelle sue membra che conservano la verginità nel corpo e nell'anima?
Parentela di sangue e parentela spirituale.
3. 3. Un giorno - racconta il Vangelo - la madre e i fratelli di Gesù (cioè i suoi cugini) si fecero annunziare, ma rimasero fuori casa perché la folla non permetteva loro di avvicinarsi [al Maestro]. Gesù uscì in queste parole: Chi è mia madre? e chi sono i miei fratelli? E stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: Ecco i miei fratelli! Poiché, chiunque fa la volontà del Padre mio, questi è mio fratello e madre e sorella 5. Ci insegnava con questo ad attribuire più importanza al nostro parentado spirituale che non a quello carnale. Ci insegnava a ritenere beata la gente, non per i vincoli di parentela o di sangue che vanta con persone giuste e sante, ma perché, attraverso l'obbedienza e l'imitazione, si adeguano al loro insegnamento e alla loro condotta. Proprio come Maria, la quale, se fu beata per aver concepito il corpo di Cristo, lo fu maggiormente per aver accettato la fede nel Cristo. A quel tale, infatti, che aveva esclamato: Beato il grembo che ti ha portato!, il Signore replicò:
Beati sono, piuttosto, coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano 6. Si sa di certi fratelli di Gesù (cioè suoi parenti di famiglia), che non credettero in lui. A costoro cosa giovò la parentela che li univa a Cristo? E così anche per Maria: di nessun valore sarebbe stata per lei la stessa divina maternità, se lei il Cristo non l'avesse portato nel cuore, con una sorte più fortunata di quando lo concepì nella carne.
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