mercoledì 8 dicembre 2021

LA VITA DELLA MADONNA

 


Secondo le contemplazioni 

della pia Suora STIGMATIZZATA 

Anna Caterina Emmerick


L'ultimo tratto di cammino - L'arrivo a Betlemme 


Visioni di venerdì 23 novembre. 

Oggi, verso mezzogiorno, ho visto Giuseppe e Maria riprendere il cammino alla volta  di Betlemme. La padrona della grande casa voleva intrattenere Maria perché era sicura  che il momento del parto era prossimo; si preoccupava perché a Betlemme la Vergine  certamente non avrebbe trovato alloggio a causa del censimento. Allora Maria disse  che dovevano andar via senza indugio per motivi personali e che mancavano solo  trentasei ore all'Evento. Quindi partirono. Vidi che Giuseppe prima di accomiatarsi  parlò con il parente dell'asinella; gli disse qualcosa per giustificare il motivo per cui  l'aveva portata con sé. Giuseppe era convinto, a torto, di trovare buona accoglienza a  Betlemme perché aveva qui molti amici. Anche la gente più santa può sbagliarsi sulla  realtà della vita! Il sole illuminava il colle tra Betania e Gerusalemme, il tempo era  magnifico e per niente freddo. Vidi Maria scendere dall'asino per porsi in ordine le  vesti, quando si trovarono alle porte di Betlemme dalla parte di ponente. La santa  Coppia entrò in un grande edificio affollato che era posto a pochi minuti fuori dalla  città. Davanti al medesimo vidi molti alberi e numerose tende dei nuovi arrivati. Quel  palazzo era l'antica dimora davidica ed era appartenuto al padre di Giuseppe, vi  abitavano ancora i parenti che trattarono Giuseppe freddamente, come uno straniero.  Questo palazzo era stato fissato dalle autorità romane come sede per il pagamento  dell'imposta. Giuseppe si fece annunciare ed ottenne un permesso per entrare in città.  Vidi che teneva l'asino per la briglia, e Maria gli camminava a fianco, l'asinella non la  vedevo più. 

       Dopo qualche pausa, l'estatica così riprese: 

"L'asinella non li accompagnava più, adesso la vedo, corre sola nella città dalla parte  di mezzogiorno dirigendosi verso una valle. Mentre Giuseppe entra nel palazzo per  sbrigare le formalità del censimento, vedo Maria recarsi in una piccola casa ed intrattenersi con delle donne che la trattano cortesemente e le offrono del cibo. Le donne  stanno preparando il cibo ai soldati... sono romani, li riconosco dalle corregge di cuoio  che scendono sul mento. Il palazzo conta molte sale che sono piene di scrivani ed impiegati fra i quali alcuni di alto livello, romani e giudei. Nelle sale superiori vi sono  solo romani, per la massima parte militari. Vedo Giuseppe che è in una grande sala ai  piani superiori, gli domandano il nome, poi guardano in lunghe pergamene di cui  numerose sono appese alle pareti. Infine spiegano sul lungo tavolo alcuni di questi  rotoli e gli leggono l'elenco della famiglia cui appartiene, poi gli leggono anche la  stirpe di Maria". Mi parve che Giuseppe non sapesse che Maria discendeva, come  figlia di Gioacchino, dalla famiglia di Davide, e che egli stesso derivasse da un  anteriore ramo davidico. Quell'impiegato gli disse che per il censimento non era  necessaria la presenza della consorte. Egli non pagò imposte, perché quando fu  interrogato dichiarò che non possedeva né case e neppure campi ma che viveva del  proprio lavoro artigianale e di un sussidio che riceveva da sua suocera. Dopo altre  dichiarazioni e trascrizioni, vidi Giuseppe lasciare la sala. Scese le scale ed incontrò in  una stanza a pianterreno la Santa Vergine che, nonostante quanto avesse detto  l'impiegato, era stata chiamata da uno scrivano. Mi parve che gli impiegati si  beffassero di Giuseppe, confrontando la sua età con quella della giovane consorte  gravida. Il sant'uomo si vergognava molto per queste offese, egli temeva che Maria  notasse come nel suo paese natio fosse così poco rispettato. Poi vidi il numero sette,  prima cinque dita e poi subito dopo due, compresi interiormente che il censimento e le  imposte furono assai disordinate per sette anni a causa delle agitazioni popolari. 

Nessun commento:

Posta un commento