mercoledì 1 dicembre 2021

LETTERE D'UN EREMITA

 


L'ASIL0

Pio IX non si tenne pago d'erigere il Faro che deve illuminare il mondo; egli edificò l'asilo che deve servire di rifugio ai fedeli in questi tempi procellosi. Egli proclamò il dogma dell'Immacolata Concezione della SS. Madre di Dio. La proclamazione di questo dogma è un avvenimento di un'immensa importanza. Perchè un nuovo dogma, si disse, in un secolo in cui i dogmi antichi trovano già tanti increduli ? A questa domanda rispondo quel che io vi diceva ultimamente a proposito del Sillabo. Nulla ostava che questo dogma ricevesse la sanzione formale della Chiesa in uno dei secoli precedenti; eppure il fatto sta ch'esso fu promulgato soltanto nel 1854. Così ha voluto la Provvidenza, la quale ora, come sempre, aveva le sue buone ragioni. La proclamazione di questo dogma era già stata predetta da alcuni. Qui fa d'uopo ch'io dichiari che non si tratta più di profezie tratte dai libri sacri. Figlio obbediente alla Chiesa, io mi sottometto di tutto cuore alle savie prescrizioni di Urbano VIII intorno alla fede che si può prestare a quelle predizioni, che non ricevettero la sanzione formale dall'unica autorità competente. Tuttavia i libri a cui sto per ricorrere, sebbene non abbiano una sanzione formale, non sono però rifiutati dalla Chiesa, giacchè uscirono alla luce colla licenza dell'autorità ecclesiastica. Ed inoltre io mi attengo strettamente alla regola posta da Sant'Agostino: cerco in queste predizioni quali sono i fatti che si sono avverati, prima di emettere un'ipotesi qualsiasi su quelli che dobbiamo ancora aspettare. Ecco quello che si legge nell'opera Nova Floresta franciscana della venerabile Maria Maddalena della Croce, fondatrice ed abbadessa del monastero di Santa Chiara a Macao: « La concezione purissima della Madre di Dio sarà definita in una settimana che non avrà venerdì; questo fatto sarà preceduto da una vasta rivoluzione in tutta la China, e da grandi guerre tra i principi cristiani. Nella stessa maniera che l'incarnazione del verbo e la redenzione degli uomini avvennero di venerdì, così pure di venerdì avrà luogo la diffinizione del mistero della concezione. Nel mentre che il Sommo Pontefice celebrerà la festa di questa diffinizione, tutti gli idoli della China, del Giappone e del mondo sentiranno una forte scossa; essa sarà seguita da molte conversioni nell'impero Chinese, dalla caduta dell'impero Ottomano, e dalla conquista della casa di Dio in Gerusalemme, conquista che sarà dovuta ad un eroe di casa d'Austria, il quale non avrà altro che la sua spada ed il suo scudo, e ciò non ostante, sarà un nuovo Alessandro per la rapidità della sua marcia trionfale alla testa dei suoi soldati. Verso cotesto tempo una sinagoga di Marocco, ed un'altra dell'Egitto saranno date alla Chiesa. Gli austriaci solleciteranno particolarmente la definizione del dogma che ricondurrà la pace universale tra i principi cristiani, delle ferme alleanze e tutte le felicità ai popoli, ecc. ) - Molti dei fatti qui sopra accennati, i quali non erano che profezie nel 1640, quando la venerabile Maria Maddalena della Croce scriveva la sua Nova Floresta franciscana sono diventati fatti storici nell'anno di grazia 1868. Tutti sanno che la definizione dogmatica della dottrina dell'immacolata concezione ebbe luogo a dì 8 dicembre 1854, in giorno di venerdì. Il Santo Padre, in questa occasione, dispensò i fedeli dall'astinenza delle carni, imitando in ciò uno dei suoi predecessori, il quale in un venerdi nel quale occorreva un'altra simile grande solennità, rispose: Ebbene, si continui a fare il giovedì. Dura tuttavia a Roma il ricordo di questo fatto già antico, e la settimana in cui questo avvenne, la si chiama la settimama dei tre giovedi, essendo che l'indulto del Papa si estendesse ancora al sabbato della medesima. Sono pochi anni che la grande rivoluzione dei Taipings contro il figlio del cielo venne a stupire il mondo, ed all'ora in cui siamo non è per anco terminata. Quanto alle guerre tra i principi cristiani, noi le abbiamo viste, e non è certo che non abbiamo a vederne ancora in un avvenire ben vicino. E finalmente, per motivo delle recenti spedizioni fatte dalla Francia e dall'Inghilterra insieme nelle acque lontane della China e del Giappone, un novello avvenire si è aperto in quei vasti imperi al cristianesimo, il quale non può mancare di finire colla rovina degl'idoli. Ecco tutti i fatti di questa profezia che noi vediamo già compiuti. Che cosa dice inoltre la Venerabile? Che la definizione del dogma sarà seguita dalla caduta dell'impero Ottomano. Questo è il primo avvenimento che noi dobbiamo aspettarci nell'ordine cronologico. Vi sembra egli, o signore, che esso sia molto lontano? Io so che gli uomini di stato, dopo la battaglia di Sadowa, hanno cominciato a parlare della rinuncia dell'Austria al primato in Alemagna, per estendersi in Oriente, ed ivi esercitare una missione d'incivilimento. Questo fa ben altro che rendere inverosimili le previsioni di Maria della Croce intorno alla parte che sarebbe chiamato a rappresentare in Gerusalemme un eroe di casa d'Absburgo. Quanto alle altre rivelazioni contenute nel passo su riferito - io non ho nulla a dire, non essendo io dotato nè di spirito profetico, nè del dono dell'interpretazione delle profezie. Prendo nota soltanto della pace universale che ci è promessa, perchè questo soggetto mi tornerà presto sotto la penna. La diffinizione di questo dogma ha già prodotto un effetto, che si può considerare come un pegno di quella pace universale che deve stabilirsi nella cristianità, e questo effetto è la pace in grembo della Chiesa. Pio IX ha potuto proclamare questo dogma assistito da un numero considerevolissimo di vescovi e di prelati venuti dalle cinque parti del mondo, ed ha potuto proclamarlo come l'espressione del pensiero di tutti. A mala pena, nelle riunioni prepara torie si fecero sentire alcune rispettose osservazioni. Tutte le nazioni ascoltarono la voce del padre dei fedeli, riconobbero la sua autorità, si fecero una tenera sollecitudine di accettare la sua proclamazione, e, cosa straordinaria in un secolo in cui un tale atto poteva parer temerario, il dogma dell'Immacolata Concezione fu ricevuto dappertutto senza proteste e senza discussione. Tutti gli ordini religiosi, sia quelli che per secoli avevano sostenuto questo dogma, sia quelli che lo avevano combattuto, si diedero la mano per inginocchiarsi insieme ai piedi del vicario di Cristo, e chinando la fronte a terra esclamarono con voce unanime: Credo ! credo ! credo ! Qui non sette, non scismi, non dispute: il culto a Maria concepita senza peccato, si trovò acceso d'un tratto, come da scintilla elettrica, nel cuore di tutti i fedeli. E da quel giorno benedetto, dacchè sorse quell'aurora benefica dell'8 dicembre, la pace nel seno della Chiesa si fece qualche cosa di più elevato, di più angelico, per dir così, che tutte le paci di cui parlino fin qui gli annali ecclesiastici. La pace talvolta può essere una pura assenza di contraddizione e non altro, e questa è già una bella fortuna. Questa pace brillava sull'augusto vegliardo quand'egli annunziò questa idefinizione dal Vaticano.

Essa era un primo raggio del cielo che scendeva su lui. Ma in seguito!... Ove pigliar le parole per descrivere la fusione delle anime che si fece in tutta la cattolicità sotto l'influenza di quel primo raggio benefico? Ove trovare un accordo più affettuoso, più unanime, più assoluto, più generale di tutti i pastori col pastore supremo, e di tutti i fedeli coi primi e con quest'ultimo? Quasi quasi a questo sublime spettacolo si potrebbe esclamare: L'unum ovile e l'unus pastor che ci si annunziava, ecco che noi l'abbiamo ! Mirate, signore! Eccoli venire da tutte le parti della terra i vescovi, gli ecclesiastici, i fedeli per celebrare il centenario di San Pietro. Che cosa è che li spinge verso Roma dall'America, dall'Oceania, dall'Affrica, dal l'Asia? Che cosa è che li determina a sfidare le tempeste del mare, gli ostacoli, le fatiche, le privazioni, le spese d'un lungo viaggio, dal quale non sono certi di ritornare? È forse un ordine formale del Sommo Pontefice? Niente affatto. Pio IX non fece che un invito cordiale, non espresse che un semplice desiderio. E questo semplice desiderio di lui commuove l'intero mondo cristiano. In faccia al mondo pagano ed ateo che sprezza o minaccia questo movimento, i cristiani si commuovono in una maniera irresistibile, sprezzando i pericoli della persecuzione e le risa degli scettici; la cattolicità accorre a Roma e viene ad onorare San Pietro baciando il piede del suo glorioso SUICCESSO. Il raggio disceso dal cielo al momento della proclamazione del dogma dell'Imma colata Concezione è dunque stato fecondo. Quando il soffio del serpente attossica il mondo intiero e lo sconvolge, quando Roma è stretta da suoi nemici, e non sa da qual parte le possa venire il soccorso, quando la guerra contro la Chiesa è tale che non ve n'è stata mai una più ostinata, più accanita, quando la sua salvezza, sotto l'aspetto puramente umano, non è mai stata in termini più disperati, ecco, oh prodigio ecco la Madre di Dio che tiene sotto il suo piede verginale la testa del serpente. Mirate: giammai la Chiesa non ha, come ora, goduta una pace così profonda.

E questa strettissima unione, o signore, questa santa armonia delle anime di tutti i pastori col sommo pastore, questa perfetta comunione di sentimento non è solo tra i fedeli che appartengono all'alta gerarchia. Al di sotto di questa, iscorgete un movimento analogo per tutta la terra: dappertutto una santa agitazione, una direi quasi effervescenza d'amore. Questo amore, quest'agitazione, questo movimento attirano i fedeli verso Roma; è a lei che si fissano tutti gli sguardi, è verso di lei che si tendono tutte le mani. Roma è divenuta il pensiero dominante dell' umanità. Roma strappa ad un secolo avaro dei tesori di elemosina; ad un secolo egoista dei tesori di sacrifizi; ad un secolo ateo dei tesori di fede. Essa svelle i bambini dalle braccia delle tenere madri, i ricchi ai piaceri del l'opulenza, i poveri all'umiliazione della miseria, per elevarli tutti alla più nobile missione che sia dato agli uomini di compiere sulla terra, a quella di metter la vita per la difesa del vero. Esaminate le date, signore, ed osservate da quando è incominciata questa visibile trasformazione del mondo, che va di giorno in giorno estendendosi, e poi dite, se il dogma dell'Immacolata Concezione non è un grande avvenimento. Questi giovani che da tutte le parti del mondo convengono attorno al vecchio Pontefice per fargli scudo dei loro petti, ignorano forse tutta l'importanza del loro sacrifizio, e la tela ammirabile che la provvidenza ha ordito sopra il loro eroismo. Essi offrono la loro vita sull'altare di Dio, senza aver altra mira, e basta. Quanti sono, fra questi generosi figli di Francia, di Olanda, del Belgio, d'Irlanda, del mondo intiero, fra questi soldati della fede, quanti sono coloro che abbiano qualche cognizione delle profezie di San Francesco di Paola? Eppure il loro eroismo è stato esaltato sin da quattro secoli fa da questo Santo nelle lettere che egli scriveva a Simone della Limena signore di Montalto, oriundo spagnuolo. - Queste lettere sono in numero di sette, ed io non le posso qui tutte trascrivere. Mi restringo a tradurre la quarta ed a dar alcuni estratti delle altre, avvertendo eziandio che di queste lettere è fatta menzione nel Tesoro delle opere spirituali di G. G. Courvoi sier, nei Prolegomena in apocalypsim di V. Fussari, ed in Cornelio A Lapide, Commenti sull'apocalisse (c. XVII). « Dal principio della creazione del mondo, dopo fatto il primo uomo, sino a che finirà l'umana generazione, sempre si sono viste e si vedranno cose maravigliose sopra la terra. Non passeranno quattrocento anni che la divina maestà visiterà il mondo con una nuova religione molto necessaria, la quale farà più frutto al mondo che tutte le altre insieme unite. Sarà l'ultima e la migliore di tutte. Procederà con le armi, con le orazioni e con la santa ospitalità. Il Capo e fondatore di tal gente sarà uno della vostra stirpe, e questo sarà il gran riformatore della Chiesa di Dio. « Spezzano, 13 gennaio 1489. « FRANCESCO DI PAOLA. » Eccovi alcuni brani delle altre lettere. Nella quinta il Santo così si esprime: « O ciechi degli occhi dell'anima coloro che pongono il loro fine nelle cose terrene niente pensando alle cose di Dio! Oh sventurati! Peggio assai degli animali bruti che vivono secondo il senso, poichè in loro non può essere ragione; ma gli uomini ragionevoli, per aver dimesso l'uso della ragione, sono divenuti bestiali, vivranno sempre in confusione. Apparecchinsi pertanto i principi del mondo ad aspettare il grandissimo flagello sopra di loro... Ma quando sarà talcosa? Quando si vedranno le croci colle stimmate, e si vedrà sopra lo stendardo il – crocifisso. – » Questa lettera ha la data del 25 marzo 1490. Francesco di Paola parla ancora della visita di Dio al mondo per opera de' suoi crociferi in un'altra lettera indirizzata allo stesso personaggio colla data del 7 marzo 1495. Egli parla di nuovo dello stendardo col crocefisso: « Stendardo meraviglioso agli occhi dei giusti, deriso sul principio dagl'increduli, mali cristiani e pagani. Vedute le meravigliose vittorie contro i tiranni, eretici ed infedeli, il loro riso si convertirà in pianto. » Dopo aver descritta la strage che i santi Crociati faranno dei ribelli alla Divina Maestà, il santo soggiunge: « Tal pena meriteranno tutti coloro che saranno trasgressori dei divini precetti, e con nuove e false dottrine procureranno di corrompere il genere umano contro i ministri del culto di Dio. » Il 13 agosto 1496 il Santo scrive di nuovo al signore di Montalto che dalla sua stirpe deve uscire un uomo, il quale in sua gioventù sarà un gran peccatore, ma che Dio chiamerà al bene come San Paolo. « Egli sarà il fondatore, torna a scrivere, di una nuova religione differente da tutte le altre, quale scompartirà in tre ordini, cioè di cavalieri armigeri, di sacerdoti solitari, e di ospitalieri piissimi. » Egli dichiara ancora una volta che quest'ordine sarà l'ultimo, e seguita in questi termini: «Costui distruggerà la setta maomettana, estirperà tutti gli eretici e tiranni del mondo, piglierà per forza d'armi un gran regno, e sarà un ovile ed un pastore, e ridurrà il mondo ancora ad un vivere santo e regnerà sino alla fine dei secoli. Il mondo tutto non avrà che dodici re (e il veggente di Patmos annunzia la stessa cosa), un Imperatore ed un Papa e pochissimi signori, e questi saranno tutti santi. Viva Gesù Cristo benedetto, poichè a me, indegno e povero peccatore si è degnato darmi spirito profetico con chiarissime profezie non oscure, come agli altri suoi servi ha fatto scrivere oscuramente e dire. So che dagl' increduli e gente prescita sarà fatto beffe delle mie lettere, e non saranno prese per tali, ma si dai fedeli spiriti cattolici che aspirano al paradiso. » Mettendo qui coteste citazioni, io non ho la pretensione d'inferirne che le predizioni di San Francesco di Paola si siano già avverate alla lettéra, o che noi siamo alla vigilia di vederne il compimento. Le sue parole si riferiscono ad un tempo che non è certo lontano, e di cui mi resta a parlarvi, come ho già detto; ma intorno a questo tempo noi non possiamo ancora portare un giudizio, non possiamo che farcene un'idea dai germi che ne vediamo. Uno di questi germi è senza dubbio il formarsi d'un esercito della Chiesa portante il Crocifisso sulla sua bandiera.

di J. E. DE CAMILLE

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