martedì 7 dicembre 2021

TESORI DI RACCONTI

 


Voglio salvare l'anima.  

Accadde nel sesto secolo che un giovane magnificamente vestito, appartenente ad una illustre famiglia, si trovasse sul monte degli Olivi presso Gerusalemme, e dinanzi ad un quadro egli teneva immobilmente fisso lo sguardo. Un fremito di orrore correva per le membra di quel giovinetto mollemente educato, al veder su quel quadro rappresentate le pene dell'inferno. Raccogliendo tutte le forze, egli voleva volgere le spalle a quella terribile scena, quando una signora di venerabile aspetto che l'aveva osservato attentamente e lettagli sul volto la impressione salutare prodottavi da quel quadro, gli si avvicinò e cercò di accrescere vieppiù gli effetti della pittura in lui, descrivendogli al vivo le pene riserbate agli impenitenti: Fa presto dunque, o giovine, gli disse nel termine, e salva l'anima tua! – Sì, lo voglio, rispose il giovane profondamente commosso: ma che debbo io fare? - Se vuoi salvare la tua anima, ripigliò la matrona, vivi nella preghiera, nel digiuno, nella continenza! - Ed ecco che quel bel giovane, pocanzi così molle e delicato, si trovò tutto ad un tratto compreso dai più seri pensieri. Una completa rivoluzione era avvenuta nel suo cuore, e subito si diresse ad un monastero, situato presso Gaza, ove il pio Serida era abate. Picchiò tremando alla porta, e chiese umilmente di essere ammesso alla comunità. L'abate, alla vista di quel giovane sì delicato e nobilmente vestito, incominciò a dubitare che la risoluzione di lui non fosse seria, e, nel timore che fosse una pia esaltazione momentanea, differì di accettarlo, e lo affidò intanto al monaco Doroteo, il più pio dei suoi religiosi, perché lo esaminasse con diligenza. Doroteo fece varie domande al giovane, ma questi rispondeva sempre le medesime parole: «Voglio salvar l'anima mia: questo è il mio unico desiderio». Doroteo riferì questa risposta all'abate, e consigliandolo a non differire più oltre l'accettazione del postulante, l'abate vi acconsentì. Il giovane adunque fu ammesso, divenne per la esemplarità della sua vita l'edificazione di tutti i suoi confratelli, e dopo cinque anni morì della morte dei giusti. Questo giovanetto a cui la vista di un quadro rappresentante le pene dell'inferno fece nascere in cuore il desiderio di salvar l'anima sua, e che vi riuscì così perfettamente, si chiama S. Dositeo. 

DON ANTONIO ZACCARIA 

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