I CATTOLICI AMANO I PROTESTANTI?
Il protestantesimo cominciò quattro secoli or sono, quando era necessaria la riforma. Non una riforma della fede ma una riforma della morale che la Chiesa affermò e iniziò con il Concilio di Trento. I Cattolici fanno bene a ricordare le parole dette dal cardinale Pole, arcivescovo di Canterbury, quello stesso che abbandonò l'Inghilterra per sfuggire la persecuzione di Enrico Vili: «Possiamo desiderare di escludere d'aver dato origine a queste eresie che pullulano da ogni parte, adducendo che noi non ne abbiamo pronunciata alcuna.
« Tuttavia se noi non abbiamo bonificato i nostri campi come dovevamo, se non li abbiamo seminati, se non ci siamo sforzati di sradicare le male erbe, abbiamo parte nelle cause del loro nascere e del loro crescere... Poiché il sale ha perduto il suo sapore, noi soffriamo giustamente, anche se non soffriamo per la giustizia ».
L'atteggiamento migliore che può prendere un Cattolico nei confronti di un protestante è questo: vivere intensamente la vita spirituale della Chiesa, affinché i non Cattolici, vedendo Cristo riflesso nei Cattolici, desiderino conoscere donde venga la loro felicità.
A un affamato non si dice: « Stà attento contro il veleno ». Bisogna dargli il nutrimento, lasciando che le leggi di natura facciano il resto. Nel campo religioso è metodo sbagliato fissarsi soltanto sugli errori. E' molto meglio parlare della ricchezza che sta nel vivere con Cristo, lasciando che la grazia di Dio faccia il resto.
Non dobbiamo essere più Cattolici della Chiesa, la quale ufficialmente insegna : « L'ignoranza dei protestanti quando è moralmente invincibile fa sì che non devono essere chiamati eretici o colpevoli agli occhi di Dio. L'unico giudice dei segreti del cuore è Dio ».
Ecco perché la Chiesa Cattolica ufficialmente chiama i protestanti con una bella espressione che dovrebbe diventare universale: 1 nostri separati fratelli.
Un cattivo Cattolico che non dia gloria a Dio e Io offenda, corre verso l'eterna dannazione. Un non Cattolico che dia gloria a Dio, e segua i dettami della coscienza, va verso la salvezza. Opera malamente quel Cattolico che imita il fratello maggiore della parabola del figliol prodigo. Dio è più ansioso di noi nel desiderare che tutte le sue pecore facciano un solo ovile.
I Cattolici debbono essere intolleranti riguardo alle verità della Fede, perché esse appartengono a Dio; ma devono essere molto tolleranti con coloro che non partecipano a tali verità. Dio solo è giudice delle coscienze. Questa affermazione fu fatta da Pio IX nel 1863.
Nessun cattolico può rallegrarsi, vedendo aumentarsi l'indifferenza religiosa, perché non è permesso desiderare l'impoverimento altrui, quasi che tale impoverimento arricchisca noi. Se un uomo ha fame, possiamo mai desiderare che egli muoia di fame? Ogni abbassamento nella Fede della dottrina di Cristo fra i nostri separati fratelli è sempre un aumento di perdita per la Chiesa e per il mondo. Se noi Cattolici credessimo a tutte le calunnie e menzogne, che sono dette della Chiesa, la dovremmo odiare dieci volte più che non gli avversari. I nemici della Chiesa, infatti, spesso non odiano la Chiesa, ma odiano ciò che essi erroneamente credono essere la Chiesa.
I Cattolici spesso commettono questo grave errore: credere di aver ragione perché la sanno più lunga in fatto di fede. No! Se i Cattolici godono la pienezza della fede, è un dono di Dio. Dall'altro lato, i Cattolici possono erroneamente credere che gli altri siano fuori di strada per loro colpa. No! Molti di essi vivono secondo i dettami della coscienza.
Davanti a Dio non c'è religione che non contenga qualche verità. Invece di puntare sugli errori, i Cattolici dovrebbero puntare su quel piccolo segmento di verità, per completare il cerchio, facendo conoscere la pienezza della verità e dell'amore di Cristo. L'umorista Chesterton disse una volta: nessun protestante potrebbe tirarmi fuori dalla Chiesa Cattolica; mentre questo lo potrebbe fare un cattivo Cattolico che dia scandalo.
I Cattolici non devono compromettere anche una sola verità della propria Chiesa, appunto perché la verità è di Dio e non nostra. Devono essere intolleranti riguardo alle verità cristiane come sono intolleranti riguardo al due più due fa quattro; ma devono essere comprensivi, gentili e caritatevoli con le persone che non accettano la stessa fede oppure vi si oppongono. Il fondamento della tolleranza cattolica non è indifferenza verso la verità; ma è Fede, Speranza, Carità.
Noi siamo venuti al mondo non per condannare, ma per condurre tutti a Cristo mediante l'amore. Nessun ostinato protestante può essere considerato incapace di conversione. S. Paolo era ostinato Ebreo, eppure si convertì. Nessun peccatore può essere considerato indegno di unirsi al Redentore. La Maddalena era peccatrice e diventò santa.
La conclusione sta nelle parole del Maestro: « A questo segno gli uomini conosceranno che voi siete miei discepoli, se vi amerete l'un l'altro ». (S. Giovanni, 13, 35).
FULTON J. SHEEN
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