giovedì 24 novembre 2022

I SEGNI DI DIO NELLA VITA DI UN BAMBINO AFRICANO

 


Com'era la vita del suo popolo, i Coniaguis, un piccolo gruppo etnico della Guinea settentrionale?

I Coniaguis sono una popolazione composta quasi esclusivamente da agricoltori e pastori, che hanno saputo conservare le loro tradizioni. Da dove vengono? Secondo alcuni ricercatori, i Coniaguis sono imparentati con i Diolas della Casamance, la cui lingua è quasi identica alla loro. Secondo la tradizione orale, i Diolas discendono dai Guelowar Bamana. Sulle rive della Geba, di fronte a Bissau, vivono i Diolas o Biagars, il cui territorio si estende fino a Koli e confina con quello dei Bashari. Secondo la tradizione orale dei Griot, una ragazza Coniagui, Guelowar Bamana, è all'origine delle dinastie Gabu o Kaabu, che risalgono al XIII secolo, e di tutti i popoli della regione del Sine, cioè Senegal, Guinea-Bissau, Gambia e Guinea-Conakri nord-occidentale: "A quel tempo, il figlio del re sposò una misteriosa ragazza trovata nella savana: discendeva dagli spiriti e non parlava mandinka. Gli è stato insegnato a parlare e mangiare come i Mandinka, cioè i Malinka. Dal matrimonio nacquero quattro figlie che sposarono i re di Djimana, Pinda, Sama e Sine. Solo i discendenti maschi possono essere imperatori di Gabu, ma solo per linea materna".

I miei antenati erano animisti e fedeli ai riti e alle feste secolari, che ancora oggi scandiscono il ritmo della loro vita.

Da bambino vivevamo in case rotonde di una sola stanza, costruite in mattoni e coperte di paglia di adobe, circondate da una "veranda" dove si mangiava. Accanto c'erano una o due casette dove immagazzinavamo riso, fonio, arachidi, miglio e prodotti agricoli. Avevamo campi e risaie: i prodotti della terra sfamavano la famiglia e il surplus veniva venduto al mercato. Era una vita semplice, senza attriti, umile e sicura. La vita comunitaria e l'aiuto reciproco erano molto importanti.

Per collaborare ai lavori agricoli, gli abitanti del villaggio si organizzavano in gruppi di quindici o venti persone. Durante le stagioni dell'agricoltura e del raccolto, il gruppo dedicava giorni fissi al lavoro nei campi di ciascuno dei suoi membri, seguendo un calendario stilato di comune accordo. Quando un ciclo era completato, una volta che tutti avevano fatto lavorare il gruppo sul proprio terreno, si ricominciava fino alla fine della stagione di coltivazione. Questa solidarietà ha fatto sì che, al momento opportuno, ognuno ricevesse un aiuto efficace dal proprio gruppo. A volte una famiglia invitava altre persone del villaggio ad aiutarla nei lavori agricoli. In seguito, agli amici che avevano accettato l'invito veniva offerta birra di miglio o idromele e venivano nutriti.

CARDINALE ROBERT SARAH

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