Le spose di Gesù
Testimonianze
Notte oscura
«Da lunghi mesi sto camminando per un lungo tunnel. Non vedo né dove mi trovo né dove metto i piedi. So soltanto che sto cercando l’Amato del mio cuore. Ma quant’è lungo questo tunnel! Forse mi ci vorrà tutta la vita per attraversarlo. Ma la cosa non mi spaventa. Nel buio fitto sento su di me lo sguardo del mio Amore, anche se non lo vedo. A volte mi sembra che la vita sia tutta una farsa, che tutto sia un inganno e mi sento abbandonata.
Ciò nonostante non cambierei l’oscurità del mio tunnel per tutto l’oro del mondo, né per tutte le luci né per nient’altro. Posso dire con S. Paolo: «Ho lasciato perdere tutte le cose e le considero come spazzatura al fine di guadagnare Cristo» (Fil 3, 8). E io direi, piuttosto, al fine di abbracciare la croce dove si trova l’Amato del mio cuore.
Trentasette anni fa mi sono offerta vittima al Padre per i sacerdoti e questo non mi pesa. Ogni volta che rinnovo la mia offerta, la mia anima riceve nuove forze e nuovo vigore. Il mio sposo Gesù mi ha consegnato i sacerdoti come miei figli prediletti».
Camminando nella notte
«Alcuni anni fa attraversai una notte di tenebre con grande sofferenza morale. Ciò che mi faceva soffrire maggiormente era la preoccupazione di essere io la causa di quello stato, per colpa della mia infedeltà al Signore. Arrivai al punto di credermi rifiutata da Lui e condannata all’inferno. Una notte, dopo aver pregato fino allo stremo delle mie forze, mentre pensavo che non potevo essere ascoltata a causa dei miei peccati... udii una voce molto dolce che mi diceva: «Il tuo cuore è sempre stato di Gesù». Era la voce della mia santissima Madre alla quale mi sono sempre affidata e mi affido tuttora. All’istante scomparvero tutti i miei tormenti e provai una grande pace.
Ma poco tempo dopo l’attacco ritornò ancora più terribile per alcuni mesi... Io continuavo a pregare, anche se mi sembrava che la mia preghiera fosse vuota, falsa e inutile... e mi affidavo alla Mamma Celeste. Raccontai tutto ciò che provavo alla mia superiora. Stavo male quando mi confessavo, perché non sapevo di che chiedere perdono. Avevo due personalità, e tentazioni angoscianti ed ossessive. Arrivai fino al punto di credermi pazza e un giorno mi recai dalla madre badessa per dirle che doveva farmi ricoverare in un ospedale psichiatrico perché né la preghiera, né le mortificazioni, né i sacramenti, né l’obbedienza riuscivano a procurarmi quella pace di cui avevo tanto bisogno.
Tuttavia il giorno stesso Dio si manifestò attraverso un suo umile servo, al quale avevo disperatamente chiesto preghiere. Questi mi assicurò di nuovo che il mio cuore era sempre stato di Gesù. Allora provai una pace immensa. Gesù, vero sole, con la sua luce divina fece scomparire in un istante tutte le mie tenebre e mi sentii come rinata, ricreata, salvata dagli abissi più tenebrosi, fortificata nella fede, colma di speranza e piena di gioia.
Quel periodo di tenebre mi aprì il cuore all’infinita misericordia di Dio, poiché capii quanto ero debole, quanto bisogno avevo avuto di comprensione, d’amore e di perdono. Ora mi sento così unita al mio Sposo Divino che mi sembra di essere una sola cosa con Lui. Viviamo molto più uniti di quanto lo possano essere due coniugi su questa terra e lo amo con tutto il mio cuore».
Padre Angel Peña
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