LE NOZZE DI CANA
Per comprendere a fondo questo episodio, è bene sapere quanto il professor Wutz, docente di esegesi veterotestamentaria, fece a suo tempo notare: al tempo di Gesù, era abitudine festeggiare i matrimoni per otto giorni di seguito; era quindi consuetudine che gli ospiti portassero con sé un certo quantitativo di cibo e bevande. Dato che questo evidentemente non era avvenuto, Maria si sentì a disagio quando il vino cominciò a scarseggiare. Teresa ebbe questa visione nel 1931; era presente padre Naber, che ne fece una descrizione. Alle otto di sera Teresa era nella stanza di soggiorno della casa paterna, circondata da una ventina di parenti e amici. Era seduta a un tavolo sul quale alcuni stavano giocando a dadi, quando improvvisamente fu trasportata lontano e assistette alle nozze di Cana. Nel successivo stato di quiete raccontò quanto aveva visto, disse cioè cosa aveva fatto il Salvatore, in che modo avesse tagliato l'agnello arrosto che gli avevano portato, come si fosse mosso tra gli ospiti intrattenendosi con loro, come Maria avesse aiutato a servire gli ospiti. Aveva aggiunto che, se avesse potuto, sarebbe stata felice di aiutare Maria.
La visione si ripeté regolarmente negli anni successivi; in base alle varie descrizioni che ci sono pervenute, i fatti si svolgevano in questo modo: Teresa si trova in una grande sala, con molta gente; c'è una festa. Sono stati predisposti parecchi lunghi tavoli, uomini e donne siedono separati, fra di loro è stesa una tenda. Così è l'uso. Però si può vedere al di sopra della tenda, che è bassa. Tra gli ospiti Teresa vede il Salvatore, sua madre e alcuni degli uomini che stanno col Salvatore, non tutti; il giovane Giovanni è presente. Evidentemente sono imparentati con i padroni di casa, o almeno molto amici, perché la madre di Gesù aiuta a servire gli ospiti. Hanno mangiato e bevuto e il Salvatore ha parlato. Il giorno successivo la madre va dal Salvatore e gli dice qualcosa. Il Salvatore risponde meravigliato, ma cordiale. Teresa non ha capito cosa si dicano. Dopo questo colloquio la madre esce e va in un ampio corridoio dove sono «grandi pentoloni» (orci). Essi hanno una bella forma, sembrano grandi vasi, hanno le pareti spesse, sembrano di pietra, e sono collocati su supporti fatti in modo tale che si possono piegare per versare il contenuto. «Altrimenti sarebbero stati difficili da sollevare, perché erano molto grossi». Teresa non sapeva quanti fossero esattamente, disse però che ce n'era una fila intera. Accanto ai recipienti ci sono alcuni servi, ai quali Maria dice qualcosa (secondo il Vangelo, ella dice loro di fare ciò che Gesù avrebbe detto loro). Qualche tempo dopo entra il Salvatore e parla agli uomini. Essi riempiono i recipienti. Quando sono pieni, il Salvatore si avvicina, stende le mani su di essi, guarda verso il cielo e dice qualcosa. Poi parla ancora ai servitori. Loro attingono dai recipienti; uno di loro, che sembra essere il capo, assaggia. Non sapendo cosa fosse accaduto, si irrita e va dal padrone; sono poi i servitori a raccontare. Il padrone e anche Maria sono molto contenti. Tutto si è svolto molto in fretta. Teresa aggiunse che questo era niente per il Salvatore, che si era limitato a fare in modo che l'acqua che era stata messa nei recipienti avesse un sapore migliore.
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