giovedì 20 luglio 2023

Il giusto ha una visione soprannaturale delle cose. Vede con gli occhi dello spirito ciò che è invisibile agli occhi della carne.

 


LIBRO DELLA SAPIENZA 


3 la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace. 

Gli empi vedono la morte dei giusti, causata dalla loro empietà e malvagità come una rovina. Mentre essi godono della vita. Ai giusti la vita è tolta. 

Questa è la rovina: la perdita della vita. Essi invece non hanno perso la vita. Sono nella pace. Sono nella vita eterna. Vivono una vita di gaudio eterno. 

Questa differenza va colta, va insegnata, va gridata, va predicata. Empi e giusti non hanno la stessa fine dopo la morte. La fine è ben diversa. 

Oggi è questa la stoltezza anche del mondo cattolico: l’abolizione, la negazione, la cancellazione di questo duplice sbocco della nostra vita. 

Il giusto per l’empio è precipitato in una sventura, nella rovina di aver perso la vita. Non sa che chi perde la vita è proprio lui, l’empio. La perde per sempre. 

4 Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza resta piena d’immortalità. 

Il giusto ha una visione soprannaturale delle cose. Vede con gli occhi dello spirito ciò che è invisibile agli occhi della carne.  

Vede il dolore, la sofferenza, la stessa morte come porta verso l’immortalità. Si compie in lui il fine per cui è stato creato: per l’immortalità. 

Questa verità è già stata annunziata nel capitolo secondo: “Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità, lo ha fatto immagine della propria natura”. 

La natura di Dio è incorruttibile e immortale. Il castigo, la morte, la sofferenza del giusto è porta, via che conduce all’incorruttibilità e all’immortalità. 

Sofferenze e dolori sono il sentiero per il compimento del fine per cui l’uomo è stato creato. Gli empi cooperano a che questo fine sia raggiunto rapidamente.  

Questa è la speranza del giusto: raggiungere l’immortalità. Se per essa è opportuno passare per la morte, che si passi per la morte.  

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 


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