DIO E’ AMORE
La Gioia che l’Eucaristia ci dona è il frutto dell’immersione dell’anima, anche se solo per pochi istanti, nel circuito di Amore Trinitario nel quale il Signore Gesù ci conduce, assieme a Lui, nella comunione della nostra persona alla Sua Sublime Persona Divina, e costituisce il pegno, l’anticipazione e la pregustazione delle future beatitudini celesti alle quali le nostre anime sono chiamate alla fine della vita terrena. Il nostro compito di cristiani devoti non può essere altro che di approfondire la conoscenza delle virtù dell’Eucaristia, per amarla più intensamente, ma anche per promuovere l’amore, la devozione e l’adorazione eucaristica presso i nostri fratelli e le nostre sorelle, e per vivere e testimoniare l’eucaristia, cioè per vivere in modo eucaristico (cioè vivere per l’Eucaristia). Per scoprire almeno qualcosa delle ricchezze sterminate racchiuse nel mistero eucaristico, è necessario che ci applichiamo in un triplice esercizio costante e unitario: esercizio della mente, del cuore, della volontà.
1) Esercizio della mente. Ossia la meditazione attenta e ordinata sull’Eucaristia, fatta su libri che ci portino alla scoperta e all’approfondimento personale di questo mistero d’amore (semplice, ma ricco, è il volumetto di S. Alfonso M. de’ Liguori, Visite al SS. Sacramento e a Maria SS.; preziosi i due volumetti di S. Pietro Giuliano Eymard, La Presenza Reale, La S. Comunione). Se conoscessimo il dono di Dio che è Amore, e che donandoci Se stesso ci dona tutto l’Amore! “L’Eucaristia - dice S. Bernardo - è l’amore che supera tutti gli amori nel cielo e sulla terra”. E S.Tommaso ha scritto: “L’Eucaristia è il Sacramento dell’amore, significa amore, produce amore”. "L’Eucaristia - esclama S. Pietro G. Eymard - è la suprema manifestazione dell’amore di Gesù: dopo di essa non c’è più che il cielo”. Eppure, quanti di noi cristiani ignorano ancora la portata immensa dell’Amore contenuto nell’Eucaristia!
2) Esercizio del cuore. Ogni cristiano deve amare Gesù Cristo (“Chi non ama il Signore Gesù sia maledetto”: 1 Cor. 16, 22), e l’amore verso l’Eucaristia dovrebbe essere spontaneo e sempre vivo in tutti. Ma anche l’amore esige l’esercizio.La S. Comunione rappresenta il vertice di questo esercizio d’amore che si consuma nell’unione fra il cuore della creatura e Gesù. Quando S. Teresa del Bambino Gesù era già ammalata gravemente, si trascinava con grande sforzo in Chiesa per ricevere l'Eucaristia. Una mattina, dopo la S. Comunione, fu trovata nella sua cella, esausta, sfinita. Una delle suore le fece osservare di non doversi sforzare tanto. La Santa rispose: “Oh, che cosa sono queste sofferenze di fronte a una Comunione?” E il suo dolce lamento per non poter fare la Comunione quotidiana (non permessa ai suoi tempi) si risolse nell’invocazione ardente al Signore: “Restate in me come nel Tabernacolo, non allontanatevi mai dalla vostra piccola ostia”.S.Caterina da Siena diceva spesso al suo Confessore: “Padre, per l’amore di Dio date a questa anima il suo nutrimento, Gesù Eucaristico”; oppure, confidava: “Quando non posso ricevere il Signore, vado in Chiesa, ed ivi Lo guardo e questo mi sazia”. Questi sono alcuni esempi dell'esercizio del cuore.
3) Esercizio della volontà. La volontà deve esercitarsi nel tradurre in vita le divine lezioni dell’Eucaristia. A che servirebbe scoprire il valore infinito dell’Eucaristia (con la meditazione) per cercare di amarla (con la S. Comunione), se poi non ci si applica a viverla? L’Eucaristia è lezione di amore indicibile, di immolazione totale, di umiltà e nascondimento senza pari, di pazienza e dedizione illimitate. Gesù ci ha amato e ci ama “fino all’eccesso” (Giov. 13, 1). Se ci sentiamo deboli e fragili, ricorriamo a Lui, diciamolo a Lui e cerchiamo da Lui senza indugi l’aiuto e il sostegno, perché è proprio Lui che ha detto: “Senza di Me non potete far nulla” (Giov. 15, 5). Ma innanzitutto andiamo da Lui! “Venite a Me... e Io vi ristorerò” (Matt. 11, 28). Andiamo a visitarlo spesso, entrando in Chiesa ogni volta che possiamo e sostando un po’ di tempo presso il Tabernacolo, vicini a Lui col cuore e col corpo. Erano ansia costante dei Santi la “Visita” a Gesù Eucaristico, l’ora di Adorazione eucaristica, gli atti di amore spontanei.
Pensando all’Eucaristia, S. Giovanni Crisostomo chiese una volta durante la predica: “Come potremmo fare noi dei nostri corpi un’ostia?”. E rispose lui stesso: “I vostri occhi non guardino nulla di cattivo, e avrete offerto un sacrificio; la vostra lingua non preferisca parole sconvenienti, e avrete fatto un’offerta; la vostra mano non commetta peccato, e avrete compiuto un sacrificio gradito a Dio”. Pensiamo al riserbo e all’edificazione dei Santi nel parlare, usando esattamente la lingua consacrata dal contatto con il Corpo di Gesù. Pensiamo alle opere buone che le anime innamorate dell’Eucaristia hanno compiuto, perché Gesù comunicava loro i suoi stessi sentimenti di amore a tutti i fratelli, specialmente ai più bisognosi.
Con l’esercizio della volontà si acquistano le virtù e si progredisce nelle vie della conversione a Dio secondo i comandamenti divini. Con l’esercizio della volontà compiamo le opere di carità e di giustizia gradite a Dio e testimoniamo realmente in modo concreto ed inoppugnabile la nostra Fede nel Vangelo e nel Signore Nostro Gesù Cristo, ed onoriamo la Santissima Eucaristia che ci plasma e ci trasforma, ma attende da noi una prova di fedeltà e di amore vero, non parolaio, attraverso le nostre opere, le sole che confermano la nostra fede rendendola viva ed operante. Se vogliamo un argomento decisivo e convincente per promuovere negli altri l’amore e la devozione verso il Santissimo Sacramento, possiamo solo suggerire il migliore, il più efficace degli argomenti: Amare come il Signore ci ha insegnato ad amare. Con la testimonianza di vita nell’amore convinceremo, stupiremo, ammaestreremo, convertiremo molte persone: se dimoreremo nell’amore l’Eucaristia dimorerà in noi, ed in noi sarà la luce per illuminare le genti, la luce ci precederà, saremo il sale della terra, e la giustizia ci camminerà davanti.
Gioacchino Ventimiglia
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