Chi la grazia più non spera,
Volga a Rita i preghi suoi,
che di Rita la preghiera
Ogni grazia ottiene a noi.
Questo dicono i portenti
ch'ella ottiene ai suoi devoti,
Questo dicono le genti
Di cui Rita appaga i voti.
Vedovella senza duce
Chiede il Chiostro di Agostino
E il gran Santo la introduce
in un mondo assai divino.
Mentre prega il Dio amante,
E, pregando, arde amorosa,
Cristo infligge alla sua Sposa,
Una Spina sanguinante.
Già d'amor ferita langue,
Sembra spenta una colomba,
E pur manda odore e sangue,
Par che viva esca da tomba.
Vegga ognun, o Rita bella,
Quanta sia la tua possanza,
Quanto è ver che sei la stella
Di chi perde la speranza.
A Dio Trino Eterno ed Uno,
Che diè a Rita un tal potere,
Mandi eterna gloria ognuno
che risuoni in sulle sfere.
Tratto da: “Santa Rita” di don Giuseppe Tomaselli
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