giovedì 13 febbraio 2020

La Battaglia Finale del Diavolo



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Il “caso” Fatima venne quindi riaperto con clamore quando le conclusioni  di Socci furono confermate dalle ammissioni di un testimone chiave ancora  in vita, l’Arcivescovo Loris F. Capovilla, segretario personale di Papa  Giovanni XXIII, secondo il quale esistevano davvero due testi e due buste  riguardanti il Terzo Segreto, una delle quali (“Il plico Capovilla”, come lo  chiama Socci) non è mai stata fatta vedere in pubblico. La pubblicazione di  questa testimonianza, all’interno del libro di Socci, ha costituito un vero e  proprio terremoto per la “versione ufficiale”, che infatti di lì a poco sarebbe  crollata per via di una serie di iniziative pubbliche, del tutto personali e  dal risultato opposto a quello sperato, da parte del Cardinale Bertone,  senza che venisse mai fornita una risposta ufficiale a Socci da parte del  Vaticano. Questi sviluppi, che hanno cambiato radicalmente lo scenario  della questione dall’epoca in cui scrivemmo la prima edizione del libro,  vengono narrati dettagliatamente nel Capitolo 14.
Il problema che deve risolvere la Chiesa, tuttavia, rimane sempre lo  stesso. È purtroppo ancora vero il fatto che in quest’epoca post Conciliare, le  credenze che un tempo venivano condivise virtualmente da tutti i Cattolici  siano state ormai marginalizzate e ridotte de facto al rango di mero culto. Tra  le più importanti vi sono le credenze nelle apparizioni, nei miracoli e nelle  profezie. Nel corso dei secoli, la Chiesa Cattolica ha santificato centinaia  di uomini e donne, ciascuno dei quali è stato canonizzato sulla base di  miracoli compiuti di persona o per mezzo della propria intercessione. Molti  di questi santi hanno ricevuto personalmente le apparizioni di Nostro  Signore Gesù Cristo o della Vergine Maria. La tradizione Cattolica crede  fermamente nel dialogo tra il Cielo e la terra, mediato dai santi veggenti, i  quali vengono considerati i profeti dei loro tempi, che vedono autenticate le  proprie profezie grazie ai miracoli. Invece di sostenere questo aspetto così  antico e tradizionale della fede Cristiana, alcuni funzionari del Vaticano  giungono ormai ad asserire che le “apparizioni private” possono essere  scartate in quanto “non essenziali ” alla fede – e tra queste essi includono le  apparizioni di Fatima, malgrado il suo avvertimento contro un’imminente  catastrofe globale.
In generale, “l’aggiornamento” post-conciliare della Chiesa Cattolica ha  ridotto ad un nucleo ridottissimo le credenze Cattoliche, e persino questo  piccolo nucleo viene oggi criticato a tutti i livelli. Il famigerato “teologo” Hans Küng, le cui idee sono apertamente eretiche eppure vengono  pubblicate con vasto spiegamento di mezzi, ha ricevuto niente più che un  blando ammonimento per aver dubitato di articoli di fede fondamentali  quali la risurrezione e la divinità di Cristo.
Il problema è che non è più possibile determinare con chiarezza in cosa  credano veramente alcuni alti funzionari del Vaticano.
Tutto ciò può sembrare irrilevante per chi non crede o è al di fuori della  Chiesa, e per certi versi lo è. Non dovrebbe certo riguardare i non Cattolici  o i non Cristiani se questi hanno accesso alla Messa tradizionale in Latino  oppure a quella moderna in lingua locale, oppure se pregano il Rosario o  meno. Quel che un Cardinale può pensare o meno, riguardo alla dottrina  Cattolica in generale, non ha alcun significato per chi non è Cattolico. Ma  ha importanza, invece, ciò che pensa in merito alle apparizioni, ai miracoli  e alle profezie. Ha importanza perché se anche un piccolo gruppo, tra quelli  che governano la Chiesa, smettesse di credere alle apparizioni di Fatima,  ne ignorasse il Miracolo del Sole e disprezzasse le profezie contenute nel  Messaggio di Fatima, allora questo potrebbe mettere a repentaglio il mondo  intero. Un simile disprezzo nei confronti di Fatima è purtroppo l’altra faccia  della medaglia di un altro disprezzo, rivolto questa volta a certi elementi del  Cattolicesimo tradizionale. Questa situazione ha spinto un preoccupatissimo  Papa Benedetto a chiedere, sorprendentemente, una “ermeneutica della  continuità.” Per la prima volta nella storia della Chiesa, un Papa ha chiesto  alla leadership stessa della Chiesa di rimanere in continuità con le tradizioni  proprie del Cattolicesimo, come se quella continuità e quelle tradizioni  fossero state messe in dubbio, in qualche modo.
Il tracollo delle credenze tradizionali sembra essere quindi la spiegazione  più plausibile del comportamento della Chiesa, altrimenti incomprensibile,  riguardo a Fatima. Le credenze Tradizionali Cattoliche riguardo alle  apparizioni, ai miracoli e alle profezie sono quindi al cuore stesso della storia  di Fatima. L’aver abbandonato queste credenze è la causa che ha trasformato  Fatima da qualcosa “degna di essere creduta” in un mero “culto”, che alcuni   ecclesiastici d’alto rango stanno cercando in tutti i modi di screditare.
Chi è al di fuori della Chiesa Cattolica può desiderare con tutte le  proprie forze che questa vicenda sia solo un problema interno alla Chiesa,  ma non è così. Non bisogna essere per forza dei Cattolici per porsi delle  domande su Dio e su come Dio possa decidere di comunicare con l’umanità.  Le persone che non credono in alcuna religione, in genere non negano  aprioristicamente l’esistenza di Dio, semplicemente affermano di non  sapere se esista o meno. In un simile stato di incertezza, come possiamo  escluderla? Dio potrebbe benissimo aver scelto di comunicare con la razza  umana per mezzo del Messaggio di Fatima, per quanto bizzarro questo  possa sembrare a molti. Come la Bibbia ci insegna, saggiamente, le vie del  Signore non sono le nostre vie.
La questione principale, quindi, non è sapere ciò in cui crede la Chiesa  Cattolica, ma cosa significhi tutto questo per l’umanità in generale. Questa  situazione ci invita tutti, Cattolici, Cristiani o non credenti, a considerare  riflettere sulla possibilità che il Messaggio di Fatima sia realmente autentico.  Per quanto improbabile possa sembrare, vi sono invece elementi assai persuasivi a sostegno della sua autenticità. L’investigazione, assai profonda,  compiuta dal Vaticano sulle apparizioni di Fatima non ha trovato in esse  alcuna contraddizione o discrepanza, che in genere invalidano eventi  di questo tipo. Al contrario, ha trovato tutto perfettamente in ordine. È  stata inoltre riconosciuta la natura unica del Miracolo del Sole, un evento  testimoniato da decine di migliaia di persone e per il quale non è mai stata  trovata un’adeguata spiegazione scientifica.
Quando il contenuto del messaggio venne divulgato e pubblicizzato  largamente, durante gli anni ‘40, aumentò considerevolmente il sostegno  per il riconoscimento della sua autenticità. Il messaggio conteneva una  serie di profezie, molte delle quali si erano già compiute come predetto.  Tra queste: la fine della Prima Guerra Mondiale, l’elezione di Papa Pio  XI, lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e l’espansione della Russia  Comunista. Le prove furono così numerose da garantire l’approvazione da  parte di tutti e sette i Papi succedutisi sin dalle apparizioni, nonché quella  di milioni di fedeli Cattolici. Quelle prove sono riuscite anche a persuadere  il Vaticano, durante il pontificato di Giovanni Paolo II, a beatificare i due  testimoni delle apparizioni, Francesco e Giacinta Marto (morti in tenera  età) e a commemorare le apparizioni di Fatima nel Messale Romano, il  libro ufficiale del culto Cattolico usato dalla Chiesa Cattolica Romana per  la celebrazione della Messa.
Tuttavia, un’altra profezia di Fatima, conosciuta come il Terzo Segreto,  è stata rivelata solo parzialmente. Le prove che vengono fornite in questo  libro puntano tutte, con forza, al fatto che la profezia contenuta nella parte  non rivelata del Terzo Segreto si riferisca a gravi problemi concernenti i  vertici della Chiesa; problemi che hanno un’incredibile somiglianza con ciò  che sta accadendo attualmente nella Chiesa.
La maggior parte dei Cattolici è rimasta ferita dalla recente ondata  di rivelazioni sugli scandali sessuali e sugli abusi pedofili commessi da  alcuni membri del clero. Un simile scandalo non era mai accaduto prima  nella storia della Chiesa, neanche durante il medioevo, quando pure molti  prelati importanti non si facevano scrupoli nell’infrangere il proprio voto di  celibato. Per cercare di dare una spiegazione a questa difficile situazione,  chi è Cattolico – ma anche chi non crede – dovrebbe davvero guardare al  Terzo Segreto, che non è ancora stato svelato integralmente.
Questo libro fornisce diverse buone ragioni per credere che il Terzo  Segreto predica esattamente ciò che sta avvenendo oggigiorno nella  Chiesa. Gli scandali del clero sono solo l’inizio di quel castigo, che è stato  promesso qualora la consacrazione non fosse stata compiuta. Anche se  alla fine verrà punito il mondo intero, per prima la punizione colpirà  proprio la Chiesa Cattolica. La corruzione dei sacerdoti Cattolici e la loro  degenerazione morale sono solo i primi segni di una calamità che alla fine  investirà l’umanità intera.
Il fatto che i funzionari del Vaticano di cui parliamo in questo libro,  abbiano cercato così tenacemente di ridurre al silenzio il Messaggio di  Fatima e allo stesso tempo di nascondere il testo del Terzo Segreto, non  fa altro che corroborare la nostra tesi. Ovviamente, queste persone hanno  ancora qualcosa da nascondere. Se non fosse così, perché non pubblicare il documento in questione? E, parimenti, perché non permettere a Suor  Lucia dos Santos di testimoniare sulla sua autenticità, prima che l’ultima  veggente delle apparizioni morisse nel febbraio 2005?
Una volta chiarito il quadro della situazione, è evidente che il vero  motivo dietro al mancato compimento della consacrazione della Russia,  da parte del Vaticano, è che, grazie ad essa, si finirebbe per autenticare  definitivamente il Messaggio di Fatima. Una cosa simile, a sua volta, non  farebbe altro che confermare l’autenticità della profezia, che vede l’apostasia  penetrare all’interno dello stesso Vaticano. È ovvio che quei funzionari  Vaticani senza fede non hanno alcuna intenzione di auto-accusarsi, e quindi  non promuoverebbero mai un messaggio che li smaschererebbe subito  come colpevoli. Al contrario, essi hanno cercato di seppellirlo nascondere  completamente quel messaggio, per evitare di dare credibilità a ciò che lo  stesso Vaticano aveva già dichiarato in precedenza degno di essere creduto. In quasi tutte le epoche della Chiesa, i membri più influenti della  gerarchia ecclesiastica sarebbero stati tra i primi e i più ferventi sostenitori  di un messaggio dato dal Cielo in modo così convincente. Non avrebbero  perso tempo alcuno e avrebbero subito soddisfatto le sue richieste. Con la  confusione seguita al Concilio Vaticano II e grazie al rapido avanzamento  del secolarismo in ogni istituzione negli ultimi 40 anni, tra cui la Chiesa,  oggigiorno un simile messaggio riceve addirittura un’accoglienza ostile  da parte di alcuni burocrati del Vaticano. Ignorando questo messaggio,  e non concedendogli neanche il beneficio del dubbio sulla ragionevole  presunzione della sua autenticità, quei prelati si pongono radicalmente in  contrasto non solo con chi crede, ma anche con chi, pur non credendo, è  dotato di intelligenza e buon senso comune.
La Bibbia ci offre un esempio illuminante a questo riguardo. Il quarto  libro dei Re (4 Re 5:1-15, in alcune Bibbie è riportato come 2 Re 5:1-15) ci  narra la storia di Naaman, generale dell’esercito siriano, inviato dal suo re  in Israele per incontrare il profeta Eliseo e trovare una cura miracolosa che  lo guarisse dalla lebbra. Senza nemmeno incontrarlo, Eliseo fece sapere a  Naaman che, per guarire, doveva bagnarsi sette volte nel fiume Giordano.  Naaman si indignò del fatto che Eliseo non fosse venuto di persona a  curarlo. Bagnarsi nel Giordano, inoltre, secondo lui non avrebbe sortito  alcun effetto rispetto all’abluzione in un qualsiasi altro fiume della Siria.  Naaman si rifiutò quindi di obbedire alle istruzioni del profeta, ritenendole  inutili, e si accinse a tornare in patria, ma i suoi consiglieri lo dissuasero.  Costoro gli fecero comprendere che se il profeta gli avesse chiesto, per  salvarsi, di compiere un qualsiasi gesto ardito o difficile, Naaman lo  avrebbe sicuramente eseguito. E allora perché non compiere quel gesto  così semplice? Dato che si trattava di una cosa così semplice, perché non  provarla? Per questo motivo Naaman acconsentì e, ovviamente, alla sua  settima immersione nel fiume Giordano, la lebbra era scomparsa.
C’è un parallelismo inquietante tra questo evento biblico miracoloso ed  il comportamento tenuto oggi dal Vaticano nei confronti della consacrazione  della Russia. Come Naaman, i funzionari del Vaticano sembrano incapaci  di credere che qualcosa di così semplice come una consacrazione possa  portare un beneficio così grande come la pace mondiale. E sono così arroccati nelle loro posizioni da non permettere neanche che quel rimedio  venga provato, malgrado i numerosi e ripetuti appelli lanciati negli ultimi  decenni da parte di milioni di fedeli, inclusi tra i quali anche migliaia di  appartenenti al clero Cattolico.

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Padre Paul Kramer

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