Volume 14
“ Figlia mia, quando ricevetti la Croce la guardai da cima a fondo, per vedere il posto di ciascuna anima che assumevo nella mia Croce; fra tante anime guardai con più amore e feci più attenzione a quelle che sarebbero state rassegnate e avrebbero vissuto nella mia Volontà; guardai quelle anime e vidi le loro croci lunghe e larghe come la mia, perché la mia Volontà, compensando ciò che mancava alle croci loro, le allungava e le allargava quanto la mia. Quanto risaltava la tua croce lunga, lunga, per tanti anni di letto, sofferti soltanto per compiere la mia Volontà! La mia Croce era soltanto per compiere la Volontà del mio Padre celeste, la tua per compiere la mia Volontà. L’una croce faceva onore all’altra; poiché l’una e l’altra avevano la stessa dimensione, esse si confondevano tra di loro. La mia Volontà ha virtù di ammorbidire la durezza, di raddolcire l’amarezza, di allungare ed allargare le cose corte e strette. Perciò, quando ebbi la Croce sulle mie spalle, ho provato la morbidezza e la dolcezza delle croci delle anime che avrebbero sofferto nel mio Volere. Il mio Cuore ebbe un respiro di sollievo; la morbidezza delle croci di queste anime fece adattare la croce sulle mie spalle e la fece sprofondare tanto, da provocarmi una piaga profonda; sebbene questa piaga Mi desse acerbo dolore, sentivo la morbidezza e la dolcezza delle anime che avrebbero sofferto nel mio Volere. Dato che la mia Volontà è eterna, il loro patire, le loro riparazioni, i loro atti, circolavano in ogni goccia del mio Sangue, in ogni piaga, in ogni offesa. Il mio Volere le faceva intervenire per le offese passate, da quando il primo uomo peccò, per le offese presenti e per quelle future. Erano proprio tali anime che Mi ridavano i diritti del mio Volere, ed Io, per amore loro, ho decretato la Redenzione; è a causa di queste anime che gli altri partecipano alla Redenzione. Non c’è bene, né in Cielo, né in terra, che Io concedo, che non sia per causa loro ”.
Stavo pensando: “ Come mai il mio buon Gesù è cambiato con me? Prima, tutto si dilettava nel farmi patire, tutto era partecipazione di chiodi e di croce; adesso tutto è svanito; non si diletta più nel farmi patire. Quando qualche volta soffro, mi guarda con indifferenza, non mostra più il piacere di una volta ”. Mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interiore e sospirando, mi ha detto: “ Figlia mia, quando ci sono i piaceri maggiori, i piaceri minori perdono il loro diletto, la loro attrattiva e, perciò, vengono considerati con indifferenza. La Croce lega la grazia; ma chi alimenta la Croce? Chi la fa crescere a debita statura? La mia Volontà. È lei sola che completa tutto e fa compiere i miei più alti disegni nell’anima. Se non fosse per la mia Volontà, la stessa Croce, nonostante il potere e la grandezza che contiene, può fare rimanere le anime a metà del cammino. Quanti soffrono, ma, mancando l’alimento continuo della mia Volontà, non giungono alla meta, cioè al disfacimento del volere umano, ed il Volere Divino non può dare l’ultimo colpo, l’ultima pennellata della santità divina. Tu dici che sono svaniti i chiodi e le croci; è falso, figlia mia, è falso! Prima la tua croce era piccola, incompleta. Ora la mia Volontà, elevandoti in Sé, fa sì che la tua croce sia grande e che ogni atto, che fai nel mio Volere, sia un chiodo che riceve il tuo volere. Vivendo nella mia Volontà, la tua volontà si estende tanto, da diffonderti in ogni creatura; la tua Volontà Mi dà, per ciascuna creatura, la vita che le ho dato, per ridarmi l’onore, la gloria, lo scopo, per cui l’ho creata. La tua croce si estende non soltanto per te, ma per ciascuna creatura; perciò, dovunque vedo la tua croce. Prima la vedevo soltanto in te, ora la vedo dappertutto. Quel fonderti nella mia Volontà, senza alcun interesse personale, ma soltanto per darmi quello che tutti dovrebbero darmi e per dare a tutti tutto il bene che il mio Volere possiede, è proprio soltanto della Vita divina, non di quella umana. Soltanto la mia Volontà forma questa santità divina nell’anima. Le tue croci di prima erano santità umana. L’uomo, per quanto sia santo, non sa fare cose grandi, ma piccole, e tanto meno sa elevare l’anima alla santità ed alla fusione con l’operato del suo Creatore. L’uomo resta sempre nello stato limitato di creatura, ma la mia Volontà, abbattendo tutte le barriere umane, getta l’uomo nell’immensità divina e tutto si fa immenso in lui: croce, chiodi, santità, amore, riparazione.
Tutta la mia mira su di te non era la santità umana; tuttavia, era necessario che prima facessi le cose piccole in te e, perciò, tanto Mi sono dilettato. Ora, avendoti fatta procedere oltre e dovendoti fare vivere nel mio Volere, ho visto la tua piccolezza, cioè il tuo atomo, abbracciare l’immensità, per darmi, per tutti e per ciascuno, amore e gloria, per ridarmi tutti i diritti di tutta la Creazione. Ciò Mi diletta tanto, che tutte le altre cose non Mi danno più piacere. Perciò, la tua croce, i tuoi chiodi, saranno la mia Volontà, che, tenendo crocefissa la tua volontà, completerà in te la vera crocefissione, non ogni tanto, ma perfettamente, in modo tutto simile al mio, che fui concepito crocefisso e morii crocefisso, alimentando la mia croce della sola Volontà Eterna. Perciò, per tutti e per ciascuno, Io fui crocefisso. La mia Croce suggellò tutti con il suo emblema ”.
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