venerdì 17 aprile 2020

Il buon samaritano delle vittime del demonio



Limiti dell’intelligenza del demonio 

Già il capitolo precedente ha messo in luce i molti limiti  del demonio: le pochissime idee che ripete fino alla noia. Si  lamenta perché io non lo capisco, in verità è molto di più  quello che lui non capisce. Non vuole riconoscere i suoi errori, manifesta grande orgoglio e di conseguenza, come ogni  uomo, non sa riconoscere i suoi limiti e povertà. 
Il demonio ci tiene molto a chiamarsi intelligentissimo e a  chiamarmi ignorante, un povero pretucolo. Se però accetto di  andare con lui, di diventare suo collaboratore e strumento,  allora sarei un prete intelligente e importante. Cioè uno che sa  fare il male ed essere disobbediente come lui: quello è un prete che vale. Infatti non vede volentieri, non stima un prete valido, chi nella vita cerca di essere un prete fedele. Ha il difetto dei politici: sono brave persone quelli della propria ideologia;  tutti ignoranti che non capiscono niente quelli della corrente  politica opposta.  
Gli ricordo: “Non sei stato tanto intelligente quando hai  disobbedito a Dio, rovinando la tua esistenza per sempre con  una scelta sbagliata”.  
“Io non ho mai obbedito a nessuno e mai obbedirò. Mi diverto a fare il male e portar via le anime a Dio, a condurle  nel nostro regno: è tutta la mia soddisfazione”.  
 “Ma non ti accorgi che Dio si serve di te per realizzare i  suoi progetti? Tu, che dici di essere Lucifero, con i tuoi colleghi, non amici perché siete come cani e gatti, avete torturato  la vita di P. Pio con le malattie misteriose, con le calunnie, le  accuse, percotendolo nella sua cameretta, facendolo rinchiudere per due anni in cella per impedirgli di incontrare le anime. Che ci avete guadagnato? A guadagnarci è stato Dio e la  missione di P. Pio. Ha guadagnato tanti meriti per salvare ancor più anime, per ottenere tante grazie da Dio, per diventare quel P. Pio che conosciamo”. 
“Anche quel pretucolo calunniato sotto tua istigazione, con le maledizioni ha potuto soffrire molto, essere umiliato, condannato, distrutto umanamente. Che ci hai guadagnato? Lui è   contento di avere sofferto, di avere guadagnato meriti, per metterli a disposizione di Cristo per moltiplicare le vocazioni e salvare le anime. Ora lavora per bastonarti, per allontanarti dalle anime, e per liberare ogni giovane da te posseduto”.   
“Sai cosa penso? Forse il Signore vuole fare un bel botto, farti uno sgambetto più grande di quello che hai fatto a me: liberare Tobia a S. Martino con le preghiere di un esorcista minore a dispetto della tua cattiveria!  
E ancora una volta te ne tornerai ramingo per la terra per trovare un altro disgraziato a cui fare del male, ma poi il Signore con la sua misericordia e Maria con la sua intercessione lo salveranno”. A questi discorsi il demonio non sa rispondere. 
Cioè nelle grandi scelte il demonio non vede molto avanti, non sa valutare il bene o il meglio perché accecato dalla sua rabbia, invidia, odio. È incapace di un sano e completo giudizio. Dinanzi a simili riflessioni sfugge, dice di non sapere niente, o nega quello che ha già detto.  
Si vendica chiamandomi testardo, caprone, ignorante. Poi si chiude nel silenzio, quasi assopito e stanco. Egli mostra molta conoscenza nel presente, vede anche quello che noi non  possiamo vedere e percepire perché lui è spirito e noi siamo  condizionati, chiusi nel corpo. 
Mi richiama alla memoria il comportamento di certe persone incontrate nella vita, che usavano il cervello con furbizie  per fare del male agli altri, per soffiare loro il posto, ma non  erano intelligenti, né sapienti.  
Già abbiamo notato la sua attenzione alle preghiere che  vengono recitate, anche se sembra essere disinteressato, assopito. Invocando l’intercessione dei Papi recenti sono caduto in  un errore di nome. Pronto a dirmi: “Chi è? non lo conosco.  Prete, sei proprio ignorante, hai sbagliato”! E ride tutto soddisfatto; continuerebbe a lungo se non lo interrompessi. È la sua  astuzia per disturbare la preghiera, non intelligenza.  
Quando gli ricordo qualcosa che ha detto il giorno prima e  non gli va di confermare, allora smentisce, nega tutto, mi accusa di falsità. È peggio dei politici. Se da un giorno all’altro  smentisce quello che ha detto, vuol dire che ha sbagliato parlare. Ovviamente la sua conoscenza è poco profonda, si limita al  presente, al superficiale, non arriva alla saggezza e alla sapienza che l’uomo può acquisire.  
Certamente si riferiscono a lui anche le parole di Gesù: “I  figli di questo mondo sono più scaltri dei figli della luce” (Gv  8,12- Lc 16,8), ma non più sapienti e intelligenti. 
Quando gli faccio domande a cui non intende o non sa rispondere, mi dice: “Non fare gli affari tuoi: sei venuto qui per  pregare, e prega”, cioè vuole sfuggire alla domanda. Lui però  si sente libero di dire e fare tutte le domande che vuole.  
Quando si tratta di porre a Tobia ostacoli a raggiungere  uno scopo, trova le strategie per impedirglielo, per fargli dei  dispetti. Tobia va a Roma con la ragazza Sara, prenota il biglietto per incontrare il Papa e chiedere una benedizione.  
Al momento della distribuzione dei biglietti viene fatta confusione, Sara passa avanti con il suo biglietto, mentre Tobia non riceve il biglietto e rimane fuori. Può capitare anche senza l’influsso del demonio, ma a Tobia, che conosce le tante storie successe a lui, gli è facile pensarlo. 
Già abbiamo visto la storia delle valige: arrivano a Fatima, quando Tobia e Sara giungono a casa. Il demonio tutto sorridente e soddisfatto conferma di essere stato lui a favorire il disguido. “Ma a che cosa gli è servito?” 
Non mi sembra abbia il dono di prevedere un futuro lontano. Indovina alcune cose che lui riesce a vedere e pilotare impedendo certi fatti e attivando altri. Neppure sulla vita futura del giovane posseduto sa come andrà a finire. Lui lotta a denti stretti perché rimanga suo, per portarselo all’inferno e fare un nuovo dispetto a Cristo, morto in Croce per salvarlo, ma non sa come andrà a finire. Non ha certo la conoscenza dei disegni di Dio. Spinto dall’odio a Dio ed agli uomini, mosso dall’orgoglio  ciecamente lotta per opporsi al bene e alla realizzazione degli uomini, senza sapere se alla fine è strumento di bene o di male. 

FRATELLO ESORCISTA

Nessun commento:

Posta un commento