venerdì 17 aprile 2020

LE SVENTURE UMANE E LA PROVVIDENZA



LA CITTÀ   DI DIO 

1. Da essa infatti provengono nemici, contro i quali deve essere  difesa la città di Dio. Di costoro tuttavia molti, rinunciando all'errore  d'empietà, divengono in essa cittadini ben disposti. Molti invece  sono infiammati contro di lei da odio così ardente e sono ingrati ai  benefici tanto evidenti del suo Redentore che oggi non parlerebbero  male di lei se nel fuggire il ferro dei nemici non avessero salvato nei  luoghi sacri la vita, di cui oggi sono arroganti. Non sono forse  contrari al nome di Cristo anche quei Romani che i barbari per  rispetto a Cristo hanno risparmiato? Ne fanno fede i sepolcri dei  martiri e le basiliche degli apostoli che accolsero nel saccheggio di  Roma fedeli ed estranei che in essi si erano rifugiati 8. Fin lì  incrudeliva il nemico sanguinario, qui si arrestava la mano di chi  menava strage, là da nemici pietosi venivano condotti individui  risparmiati anche fuori di quei luoghi affinché non s'imbattessero in  altri che non avevano eguale umanità. Altrove erano spietati e  incrudelivano come nemici. Ma appena giungevano in quei luoghi,  in cui era proibito ciò che altrove era lecito per diritto di guerra,  veniva contenuta l'efferatezza dell'uccidere e il desiderio di far  prigionieri. Così molti scamparono. Ed ora denigrano la civiltà  cristiana e attribuiscono a Cristo i mali che la città ha subito. Al  contrario, non attribuiscono al nostro Cristo ma al loro destino il  bene che in onore a Cristo si è verificato a loro vantaggio. 
Dovrebbero piuttosto, se fossero un po' saggi, attribuire le crudeltà  e le sventure che hanno subito dai nemici alla divina provvidenza.  Essa di solito riforma radicalmente con le guerre i costumi corrotti  degli individui ed anche mette alla prova con tali sventure la vita  lodevolmente onesta degli uomini e dopo averla provata o l'accoglie  in un mondo migliore o la conserva ancora in questo mondo per  altri compiti. Dovrebbero invece attribuire alla civiltà cristiana il  fatto che, fuori dell'usanza della guerra, i barbari li abbiano  risparmiati, o dovunque per rispetto al nome di Cristo o nei luoghi  particolarmente dedicati al nome di Cristo, molto spaziosi e quindi  scelti per una più larga bontà di Dio a contenere molta gente. 
Perciò dovrebbero ringraziare Dio e divenire con sincerità seguaci  del nome di Cristo per sfuggire le pene del fuoco eterno, mentre  molti lo hanno adoperato con inganno per sfuggire le pene dello  sterminio nel tempo. Infatti moltissimi di essi che si vedono  insultare insolentemente e sfrontatamente i servi di Cristo son  proprio quelli che non sarebbero sfuggiti alla morte e alla strage se  non avessero finto di essere servi di Cristo. Ed ora per ingrata  superbia ed empia follia si oppongono al suo nome con cuore  malvagio per esser puniti con le tenebre eterne; e allora avevano  invocato quel nome con parole sia pure false per continuare a  godere della luce temporanea. 

Sant'Agostino

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