lunedì 10 agosto 2020

CHIAMAMI PADRE



DIO RIVELA IL SUO NOME

Nella Bibbia il nome di una persona è sempre indicativo dell'identità o della missione di chi lo porta.
Il nome di Dio per eccellenza e più usato è JAHVÉ, ed è quello comunicato da Dio stesso a Mosè sul Sinai nel momento in cui ebbe inizio la liberazione dalla schiavitù dell'Egitto (cf. Es 3, 7 ss.). Alla luce del significato letterale del nome e del contesto storico in cui venne rivelato, il termine ha vari significati fra loro complementari:2
1.    Io sono Colui che è, cioè l'Esistente, l'Essere per eccellenza;
2.    Io sono Colui che fa essere, cioè Colui che dona l'esistenza alle creature;
3. Io sono Colui che sono, cioè l'Essere inconoscibile, davanti al quale Israele dovrà mettersi in atteggiamento di fede e di obbedienza;
4.    Io sono Colui che è qui, che è qui per essere benèfico; colui che è in grado di esserci sempre,
- di essere sempre disponibile,
- di essere aiuto e sostegno,
- di essere punto di riferimento sicuro.
JAHVÉ non è solo quindi il nome che definisce la natura di Dio, ma anche la garanzia di una presenza e di una salvezza continuata, riservata al popolo che Lui  si è scelto.


RIVELA I SUOI ATTRIBUTI

Nell'Antico Testamento, unitamente al nome, Dio rivela i suoi connotati o attributi inconfondibili. Dice di sé:
1. sono il Dio unico e vero: non sono uno dei tanti, sono 1' unico, e mi dovete amare sopra ogni cosa: «Ascolta, Israele:
il     Signore è il nostro Dio. Il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze» (Dt 6, 4-5);
2.    sono il Creatore dell'universo e dell'uomo; tutto ho creato per libera scelta e per amore. E siccome la creazione continua nel tempo, nulla mi è estraneo. Tutto "porto nel grembo con l'amore con cui una donna attende un bambino";
3.     sono il Dio trascendente, cioè Colui che possiede una qualità di vita diversa e superiore a quella delle creature;
4.     sono immenso e onnipresente, e quindi non circoscrivibile o legato a questo o a quel luogo: «dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti» (Sai 139, 7-8);
5. sono eterno, senza limiti di tempo; senza inizio e senza fine, senza essere "segnato" dentro, come noi: «da sempre e per sempre tu sei»! (Sai 90, 2);
6. sono onnisciente, cioè conosco tutto, tutto vedo e prevedo: «prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo» (Ger 1, 5);
7. sono onnipotente, cioè non condizionato da nessuno e da nessuna cosa. Tutto, nei cieli e sulla terra, è a me sottoposto;
8.     sono immutabile:
-         nell 'essere: «Tu resti lo stesso, e i tuoi anni non hanno fine» (cf. Gb 10, 5);
-         nella volontà: sono fedele alle promesse!
Quando sembro mutevole, perché mostro sentimenti di ira, di odio, di pentimento ecc. mi servo di concetti a te familiari per esprimere la mia personale vitalità e la mia partecipazione sentita in maniera "non indifferente" alla storia del mio popolo;
9.    sono una Persona concreta, e non un essere indefinibile e vago col quale non è possibile entrare in rapporto:
-         sono un Qualcuno che entra in dialogo;
-      sono un Io che si rivolge a un Tu;
-         sono una Persona che chiama gli uomini ad ascoltarla;
-         sono il Vivente per eccellenza;
10. sono il Santo, cioè il totalmente diverso e l'inaccessibile, ripieno di una superiore potenza, che suscita fascino e insieme timore. Mosè, davanti a me che mi manifesto nel roveto ardente, deve togliersi i calzari; il popolo non può avvicinarsi; i sacerdoti devono tenersi in stato di purità prima di accostarsi a me (cf. Es 19, 16-25).
Dio è il Santo e trascende tutte le cose; eppure "tutta la terra è piena della sua gloria".

Non è quindi separato dalle cose e dal suo popolo; anzi, abita in mezzo ad esso.
Israele diventa così "il Santo di Israele", "il popolo Santo", il "popolo visitato dal Dio Santo" dal quale riceve forza e sicurezza.
Il     Profeta Isaia contempla Dio nella sua gloria e ode i Serafini che proclamano: "Santo, Santo, Santo è il Signore Dio dell'universo" (cf. Is 6, 2 ss.).
Il     termine "Santo", ripetuto tre volte, indica "Santissimo, infinitamente Santo" e inneggia alla santità ontologica e morale di Dio, cioè alla sua superiorità e all' assenza in Lui di ogni imperfezione e limite.

DON NOVELLO PEDERZINI

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