Il Mistero dell’Iniquità
Il grande castigo è già al suo stadio iniziale. La guerra infuria in Medio Oriente ed in Asia Meridionale, minacciando di diffondersi in tutto lo scacchiere dell’Asia Centrale e Meridionale. Purtroppo, a prescindere da chi vinca questo conflitto, saremo noi ad uscirne sconfitti, a meno che l’umanità peccaminosa non ritorni al Signore e obbedisca al più presto alle richieste della Madonna di Fatima.
A) L’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq:
La strada verso la rovina economica e l’imposizione del Nuovo Ordine Mondiale
Per poter comprendere appieno la profondità e la natura della crisi attuale, dobbiamo esaminarla alla luce dell’evento più vicino a noi da un punto di vista temporale, e cioè la Guerra nel Golfo Persico, conosciuta anche come “Operazione Desert Storm” (1991). La Russia, che all’epoca era ancora l’Unione Sovietica, continuava a diffondere apertamente i propri errori e a promuovere guerre in tutto il mondo. Quel 2 agosto 1990, data in cui le truppe Irachene invasero il Kuwait, i sovietici non rimasero certo fermi a guardare. Nel luglio di quello stesso anno, il Colonnello-Generale Albert Mikhailovich Makashov fu inviato a Baghdad.66 Secondo tutti i rapporti disponibili, Makashov rimase in Iraq ben oltre il giorno in cui venne invaso il Kuwait.67 Secondo il Ministero degli Esteri dell’Unione Sovietica, il generale Makashov era il comandante del Distretto Militare del Volga e degli Urali.68 Era uno specialista in guerra meccanizzata, nonché grande esperto di occupazioni militari rapide, violente e brutali di interi territori.69 Il massiccio attacco delle forze corazzate Irachene portò all’occupazione di Kuwait city “… poche ore dopo, nella mattinata di giovedì 2 agosto.”70
Il giorno in cui ebbe luogo la grande invasione di carri armati iracheni, il 2 agosto 1990, l’Unione Sovietica aveva tra i 3.000 e i 4.000 consulenti militari in Iraq.71 L’importanza logistica di quei consulenti Sovietici era così elevata, che sarebbe stato impossibile, per gli iracheni, mettere in atto l’invasione senza la loro assistenza.72 “I sovietici”, secondo Michael Johnson, “hanno giocato un ruolo fondamentale nella pianificazione operativa, nelle comunicazioni e nella logistica dell’invasione del Kuwait.” 73
L’attacco al Kuwait “ha tutta l’aria d’essere stato aiutato dai satelliti militari Sovietici”, spiega Johnson, “i Sovietici non hanno mai avuto due satelliti militari puntati contemporaneamente sul Golfo Persico, ad eccezione dei periodi di guerra.” Il COSMOS 1205 era stato lanciato poche settimane prima dell’invasione del Kuwait, mentre il COSMOS 2086, lanciato il 20 luglio, si era posizionato sul Kuwait il 28 dello stesso mese. Il satellite COSMOS 2086 compì diversi passaggi sul Medio Oriente e venne fatto rientrare nell’atmosfera,74 per essere poi rimpiazzato dal COSMOS 2089, il 3 agosto.75 Grazie all’ausilio delle immagini satellitari di provenienza sovietica, la conquista Irachena del Kuwait, che originariamente avrebbe dovuto richiedere 48 ore di tempo, venne completata in sole sette (7) ore.
Una pubblicazione (l’Insider Report di Larry Abraham) si è posta la seguente domanda: “Che ci faceva Albert Mikhailovich Makashov in Iraq?” La risposta si è avuta quando il generale iracheno Mondher Abdel Rahman ha sfidato la superiorità tecnologica degli Stati Uniti, affermando che: “L’Iraq sta tenendo in serbo sorprese più grandi ed efficaci, per gli esperti americani …”76 Il generale Makashov era un “protegé del generale Nikolai Ogarkov, un falco delle forze armate Sovietiche.”77 Marshal Ogarkov è stato coinvolto nel programma Sovietico di armamenti ad onde Tesla.78
Nel 1984, Marshal Ogarkov rivelò lo sviluppo di “un tipo di armi ancor più distruttive, del tutto sconosciute in precedenza.” Il tenente colonnello Thomas Bearden descrive una guerra con l’impiego di queste nuove armi: sarà una “nuova specie di guerra lampo”… “Una guerra condotta con l’impiego di potenti raggi distruttivi, lanciati alla velocità della luce. Una guerra nella quale i generatori d’onde elettromagnetiche saranno le armi finali di distruzione di massa. Una guerra in cui le nuove armi ad energia diretta giocheranno un ruolo decisivo. Una guerra in cui i tassi di perdita di personale ed equipaggiamento militare saranno così elevati da risultare quasi inconcepibili per le menti degli strateghi militari più convenzionali.”79 Le armi di Ogarkov, “altamente distruttive e sconosciute in precedenza”, erano le “sorprese più grandi ed efficaci in serbo per gli esperti americani” di cui parlava il generale Iracheno Rahmen.80 Gli iracheni, ovviamente, non riuscirono ad impiegare in tempo queste armi contro la coalizione della Desert Storm; sembrerebbe, anzi, che i Sovietici abbiano agito in collusione con gli Stati Uniti nello spingere l’Iraq ad invadere il Kuwait, una guerra il cui risultato era già stato previsto e concordato con abbondante anticipo dalle due superpotenze.
Sin dal principio di questa crisi costruita a tavolino, l’amministrazione Bush dimostrò una folle determinazione ad obbedire ai voleri delle banche internazionali, coinvolgendo gli Stati Uniti ed i loro alleati in una guerra che in realtà non era altro se non un conflitto tra nazioni Arabe per il possesso di un piccolo emirato. Bush, tuttavia, aveva le sue ragioni per sacrificare decine e forse centinaia di migliaia di vite Americane nei deserti del Medio Oriente, ma nessuna di queste motivazioni era legata alla difesa della propria nazione o di quella dei suoi alleati. Nel 1984, l’allora Controllore della Valuta, Todd Conover, dinanzi al Comitato della Camera dei Servizi Finanziari degli Stati Uniti, affermò che 11 banche erano state giudicate dal governo ‘troppo grandi per poter fallire’.81 La crisi del Golfo, la guerra e gli eventi che ne seguirono, furono enormemente vantaggiosi per le banche. Le guerre hanno sempre giovato immensamente alla prosperità delle banche. George Bush padre non fece scendere in guerra l‘America ed i suoi alleati per tenere basso il prezzo del greggio, bensì per farlo rialzare. L’invasione irachena del Kuwait non fu la causa dell’aumento del prezzo del petrolio, lo furono l’embargo imposto dagli Stati Uniti, la minaccia dell’intervento militare americano e le sanzioni delle Nazioni Unite. L’Iraq voleva mantenere basso il prezzo del petrolio e voleva diventare un produttore di petrolio di primo piano, come l’Arabia Saudita; questo, tuttavia, interferiva con gli interessi di quest’ultima, delle banche internazionali e dell’Unione Sovietica.82
Durante un incontro ufficiale tra l’Ambasciatore degli Stati Uniti, April Glaspie, e Saddam Hussein, quest’ultimo affermò: “Non vogliamo che il prezzo del petrolio salga troppo.” Durante quello stesso incontro, il ministro degli esteri Iracheno Tariq Aziz disse che “La nostra politica nell’OPEC si oppone ed aumenti improvvisi del costo del petrolio.” Secondo il Washington Post, una guerra del Golfo avrebbe comportato: “uno spostamento di miliardi di dollari verso l’Arabia Saudita e altri produttori di petrolio; un colpo micidiale per le economie in via di sviluppo che non producono petrolio; una perdita di miliardi di dollari, derivante dalle maggiori spese dei consumatori e dai tagli agli investimenti nelle nazioni industrializzate per poter pagare un petrolio sempre più caro e i tassi d’interesse sempre più alti; infine, un ritorno dell’inflazione nelle nazioni industrializzate.”83 Già nel 1991 (in un mio manoscritto non pubblicato) scrissi che “questo porterà alla rovina economica degli Stati Uniti e delle nazioni industrializzate, nonché al collasso totale delle nazioni già indebitate fino all’osso. Allo stesso tempo, tuttavia, questa crisi consoliderà il potere finanziario e l’influenza politica delle grandi banche d’affari.”84 Sfortunatamente, 20 anni dopo, tutte queste cose si stanno avverando una dopo l’altra, e la soluzione proposta dai leader mondiali è la creazione di una banca centrale nelle mani dell’elite finanziaria mondiale!
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di Padre Paul Kramer
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