giovedì 6 agosto 2020

Il Grande Castigo ha già avuto inizio



Il Mistero dell’Iniquità

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C) Il Nuovo Ordine Mondiale sarà costruito e mantenuto con la forza

I falsi profeti del Nuovo Ordine Mondiale hanno fatto scendere in  guerra gli Stati Uniti con la promessa di una nuova era di pace, di  cooperazione internazionale e di progresso. George Bush padre disse al  popolo Americano e ai loro alleati che la via per raggiungere quest’era  utopica era quella di attaccare l’Iraq. Bush lo ha ripetuto svariate volte:  la guerra contro l’Iraq era una grande opportunità per creare un Nuovo  Ordine Mondiale. 
La verità è che George Bush non aveva inviato le truppe Americane  nel Golfo Persico per difendere gli alleati degli Stati Uniti o gli interessi  strategici di quest’ultima. Per troppo tempo, ormai, Bush si è riempito la  bocca di frasi retoriche sulla democrazia e la libertà, ma la verità è che la devozione di Bush a questi due valori era ed è credibile quanto quella  di Robespierre in merito a libertà ed eguaglianza.

La politica dell’amministrazione Bush relativa all’Unione Sovietica,  dopo l’aggressione di quest’ultima alle nazioni baltiche, dimostrò chiaramente che a George Bush non importava un bel niente di  aggressioni o tirannie. Il Nuovo Ordine Mondiale era l’unica cosa che  interessasse veramente a Bush e ai suoi padroni, ed oggi la stessa cosa accade con Barack Hussein Obama. 
Gli Stati Uniti non avevano la forza sufficiente per cacciar via le  truppe sovietiche dalle nazioni baltiche, da loro invase, ma almeno  l’amministrazione Bush avrebbe potuto intraprendere relazioni  diplomatiche con la Lituania, la Lettonia e l’Estonia, cessando al  tempo stesso gli aiuti economici e gli accordi commerciali con l’Unione Sovietica. 

È veramente incredibile che l’amministrazione Bush abbia trattato  la crisi del Baltico come se si trattasse di un problema interno all’Unione  Sovietica. Gli Stati Uniti non avevano mai riconosciuto la brutale  annessione dei paesi Baltici, avvenuta quasi 50 anni prima. Secondo un  articolo del New York Times “Mentre l’America corre a fare la guerra in  Medio Oriente, teoricamente per difendere la sovranità di una piccola  nazione contro l’aggressione di un invasore più potente, il governo si è  limitato ad esprimere una certa ‘preoccupazione’ in merito all’invio di  truppe sovietiche nei paesi baltici.”97
“Non v’è alcuna differenza morale”, disse l’editorialista William  Safire, “tra la semplice aggressione al Kuwait e la brutale aggressione  alla Lituania, mascherata da 50 anni di occupazione illegale.”98 Eppure  la politica estera di Bush è stata proprio questa, un palese ed immorale  utilizzo di due pesi e due misure (una cosa che ha accomunato le amministrazioni dei vari Bush padre, Clinton, Bush figlio e ora Barack  Obama). “Non v’è posto per un’aggressione illecita nel Golfo Persico,  in questo Nuovo Ordine Mondiale che cerchiamo di creare,”99 dichiarò  George Bush. È ovvio che Bush non considerava l’invasione sovietica  contro i paesi baltici come un atto “d’aggressione illecita”.

Il 5 febbraio di quell’anno, George Bush parlò della crisi baltica,  affermando che si trattava di “una situazione molto problematica  all’interno dell’Unione Sovietica.” Queste parole dimostrano  chiaramente come Bush considerasse le relazioni tra i paesi del Baltico  e l’Unione Sovietica come un semplice affare interno di quest’ultima.  Sempre a proposito di quella stessa crisi, il giorno seguente James  Baker invitò i leader Sovietici ad onorare i propri impegni, in merito  alle riforme, aggiungendo che “la perestrojka non può funzionare  con l’uso delle armi.” Dal momento che la perestrojka era un  programma politico interno, dalle parole di Baker ne consegue che l’amministrazione Bush considerava i paesi baltici come facenti parte  dell’Unione Sovietica. Tutto questo, malgrado il fatto che quei paesi  avessero diritto alla propria autodeterminazione, un diritto calpestato  e negato per 50 anni dall’Unione Sovietica, che aveva illecitamente conquistato e occupato quei paesi baltici (occupazione che tra l’altro  gli Stati Uniti non hanno mai riconosciuto ufficialmente). In virtù di  queste affermazioni dell’amministrazione Bush, si può ben dire che il Presidente della Lituania Landsbergis fosse assolutamente giustificato nel definire la risposta di Washington all’invasione Sovietica un vero e  proprio “tradimento”. 

Qual è il motivo di questo tradimento, andato ben oltre le concessioni della Conferenza di Yalta, estendendo in questo modo ancor  di più l’Impero Sovietico? Si tratta del motivo più caro a George Bush,  non certo Dio o la patria, bensì il Nuovo Ordine Mondiale. L’egemonia  Sovietica nei paesi baltici era contraria al diritto internazionale e alla  politica ufficiale degli Stati Uniti, ma non era contraria affatto al Nuovo  Ordine Mondiale di George Bush. Ecco perché Bush espresse solo una  “certa preoccupazione” in merito all’invasione Sovietica, ma non fece  nulla per fermarla. 
C’è di più, tuttavia, perché George Bush in quei giorni non si limitò  solamente a tradire la Lituania, la Lettonia e l’Estonia: Bush tradì gli Stati  Uniti d’America e tutte quelle nazioni che vedevano in essi il baluardo  della libertà e della democrazia nel mondo. Il Nuovo Ordine Mondiale  era il motivo per cui George Bush aveva costretto gli Stati Uniti ed i  suoi alleati a lanciarsi in una guerra del tutto contraria agli interessi  nazionali Americani. Poco dopo, la sera del 17 gennaio 1991, le forze  anglo-americane attaccarono l’Iraq. George Bush apparve in un discorso  alla nazione, dicendo: “È un momento storico… abbiamo di fronte a noi l’opportunità di costruire per noi stessi e per le generazioni future un nuovo ordine mondiale.” Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, Bush  dichiarò: “a mezzo mondo di distanza, siamo impegnati in un grande  conflitto nei cieli, nei mari e nei deserti. Sappiamo perché siamo lì… è  in gioco più del destino di una piccola nazione; è in gioco una grande  idea, il nuovo ordine mondiale...” Il 2 febbraio 1991, a Jacksonville  nel Nord Carolina, Bush parlò ancora del “Nuovo Ordine Mondiale che  cerchiamo di creare.” 
Non erano parole vuote, quindi, quelle pronunciate da Larry  Abraham, quando disse che: “nella peggiore delle ipotesi, il Nuovo  Ordine Mondiale sarà costruito e mantenuto con la forza.”100 In quello  stesso rapporto, Abraham fece delle osservazioni inquietanti: 

1. Desmond Tutu chiese alle forze di pace delle Nazioni Unite di entrare in Sud Africa e “restaurare la pace”. “Questo  precedente”, disse Abraham, “potrebbe applicarsi a qualsiasi  nazione che abbia dei disordini interni che minaccino il  Nuovo Ordine Mondiale.”

2. Yasser Arafat ha chiesto che la stessa soluzione venga applicata all’intifada Palestinese.

Si tratta in entrambi i casi di richieste fatte all’ONU affinché questa interferisca con gli affari interni di una nazione sovrana. Se dovesse  trasformarsi in una prassi comune, nessuna nazione sovrana potrà  sentirsi sicura dall’ingerenza delle Nazioni Unite.
Bush padre affermò: “stiamo per far nascere una nuova era... un’era  di pace per tutti i popoli.”101 Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione,  Bush affermò che nel Nuovo Ordine Mondiale: “nazioni diverse verranno  a convivere... per soddisfare le aspirazioni universali dell’umanità: pace,  sicurezza, libertà ed il governo della legge.” Sempre a proposito del Nuovo Ordine Mondiale, Bush padre affermò che: “questa è la visione  che ho condiviso col Presidente Gorbaciov, a Helsinki.” Come ho detto in precedenza, il 17 novembre 1990, a Praga, Bush affermò che la  crisi del Golfo Persico offriva un’opportunità unica per la creazione di  un nuovo ordine mondiale,102 e poco dopo, a Roma, Gorbaciov disse ad  un giornalista che le Nazioni Unite avevano affrontato bene la crisi del  Golfo Persico, affermando inoltre che una soluzione al problema poteva  essere la creazione di una “comunità mondiale.” 
Il progetto di Bush e Gorbaciov per raggiungere la pace nel mondo  è la creazione di un “ordine mondiale” sostenuto dalle Nazioni Unite.  Le forze di pace dell’ONU, secondo ciò che ha affermato Gorbaciov  l’8 dicembre 1989, “assicureranno” la stabilità e il rispetto della “pace mondiale”. George Bush è stato altrettanto chiaro, quando il 17 gennaio  ha dichiarato: “Abbiamo realmente la possibilità di creare questo nuovo  ordine mondiale, un ordine nel quale un’ONU finalmente credibile potrà  usare il suo ruolo di forza di pace per realizzare il sogno dei suoi fondatori.”  È ovvio che Bush sta parlando di quel Governo Mondiale e di quella  forza di polizia internazionale già immaginati da Ben-Gurion nel 1962.

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Padre Paul Kramer

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