CONCLUSIONE
Gli avvenimenti nella Chiesa ai quali assistiamo hanno preso una brutta piega più che pericolosa. Il popolo cristiano, scosso da irresponsabili laici e sacerdoti, è aizzato a prendere posizione. Le spaccature dell’unità ci minacciano continuamente. Non giova chiudere gli occhi, noi stessi siamo chiamati ad impedirlo, a qualunque prezzo.
Non si sono accorti questi faciloni della Chiesa che, in pratica, il mondo non ha alcun “centro di salvezza”?
Di sicuro, tra loro, ci sono dei teologi disertori, che siedono tranquilli ai loro posti di lavoro, che, probabilmente, hanno mai efficacemente servito la Chiesa, bensì la loro redditizia smania orgogliosa. Quasi ovunque, poi, si incontrano dei visi su cui si sono coniati un senso di benessere e di autosicurezza, di un classe di uomini le cui preoccupazioni non sono altro che uno stimolo ad eliminarle e ad addossarle agli altri.
In una società perfezionata, ognuno è colpevole se qualcosa va male: dalla radio si urla, si stride, si ride, da mattina a mattina; alla TV si balla e si giubila e si indica come fare per rimanere continuamente a galla. Il sangue colora la vita, mentre sulla strada muoiono coloro che non stanno attenti. Nei penitenziari ci sono quelli che valgono nulla. Presso i tribunali e gli apparati statali una massa indisciplinata può sfogare i propri istinti sfrenati e la propria cattiva educazione. Rapimento di bambini, commerci di audaci e di fatalisti, sono affari lucrosi, come la speculazione del materiale bellico e di difesa. Le perdite quotidiane di uomini si contano a migliaia, ma non si portano a conoscenza sui teleschermi. Quanti uomini devono ancora morire fino a che noi non ci accorgiamo che essi muoiono inutilmente?..
Il mondo si sta trasformando in un manicomio, nel quale soltanto pochi si domandano dove ci porterà questa slavina!
E questo è tutto un frutto di un presunto Concilio democratico che solo Dio e il tempo sapranno dire quanto sia andato subito alla deriva, abbia nuociuto alla Chiesa e al mondo di un presunto Concilio, andato subito alla deriva, tanto da far dire allo stesso Paolo VI (ed è tutto dire!) che la Chiesa si stava autodistruggendo, e che nella Chiesa c’era fumo di Satana; un presunto Concilio che invece di unire, come voleva, ha dato corda alle chiese locali, diventate ormai autonome da Roma, e vita a migliaia di “Comunità di base” che l’hanno spezzettata nella dottrina (diversi catechismi, liturgie…) e nella disciplina, così che la Chiesa di sempre, Una, Santa, Cattolica, Apostolica, Romana, e come tale amata dai fedeli e odiata dai nemici, mentre, oggi, con quella illusione di rendersi più ecumenica e democratica, ha finito anche di essere “Romana”. Ma se Cristo avesse inteso di fondare una Chiesa democratica ed ecumenica non avrebbe detto: «su questa “pietra” fonderò la mia Chiesa», ma avrebbe detto:
«Ti farò eleggere “Presidente” dell’assemblea degli Apostoli» e invece di dire di andare a evangelizzare tutte le genti, disse «docete» e non «dialogate», a braccetto con tutte le religioni, e altre amenità!
La dinamica del Vaticano II non furono gli Atti fissati, bensì la dinamica dello Spirito. E così, il Vaticano II fu concluso in una apparente comunione collegiale, ma, di fatto, da una confusione da Torre di Babele. La proclamata unanimità non fu che un bagliore di fuoco; gli “Atti” del Concilio restarono solo un “titolo specioso”, ma una bidonata!
Ma allora chiediamoci: che cosa è rimasto del Vaticano II? Per esaminare l’opera di un Concilio valgono solo gli “Atti”. Il Vaticano II ha promulgato sedici testi:
- tre Costituzioni dogmatiche, sulla Rivelazione, la Chiesa e la Liturgia;
- una Costituzione “pastorale” sulla Chiesa nel mondo oggi;
- nove Decreti sull’Episcopato, il sacerdozio, i seminari il laicato, le Missioni, l’Ecumenismo, ecc.;
- tre Dichiarazioni, di autorità minori sulla “Libertà religiosa”, sulle “Religioni non cristiane”, sugli “Ebrei”, di cui le prime due d’importanza capitale.
Paolo VI si gloriava dicendo che questo è “il catechismo per il nuovo tempo”; ma se gli “Atti” sono un punto di riferimento, quel che conta, però, sono i “suoi orientamenti”. La nuova regola della Fede, infatti, la si vede più nel movimento avviato dal Vaticano II che non nei testi degli “Atti”. Lo spirito delle prime manifestazioni e lo sviluppo che poi ne avvenne, fino all’8 dicembre 1965, fu il giorno della partenza del vero Concilio. Le opere e i frutti parlano da sé. Lo spirito del Vaticano II dominò, infatti, tutto e tutti nella Chiesa, dando ai fedeli una mentalità diversa. Ora, tocca a noi capire in che cosa consiste questa “conversione” che ci viene chiesta e persino imposta, tenendo presente che la vera Chiesa di Cristo, la Cattolica, Apostolica, Romana, nella sua essenza è soprannaturale ed ha il compito di convertire il mondo a Cristo, predicando le “Verità” contro le opinioni dei promotori della “Riforma conciliare” con franchezza e audacia apostolica.
E allora abbasso la “Riforma” e la “Rivoluzione” del Vaticano II!
Viva per sempre nei nostri spiriti lo splendore indefettibile della Chiesa di Cristo.
Per Gesù e Maria!
sac. dott. Luigi Villa
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