martedì 18 agosto 2020

VATICANO II: UN’ARIA DI DISCORDIA



LA BATTAGLIA CONTINUA 2

Guardiamo la Chiesa del dopo Vaticano II che ha generato un’atmosfera di incertezza sulle tante ambiguità dei testi che furono promulgati e che oggi non è più contestata dalla maggioranza di persone. Possiamo dire che ormai non vi è alcun mezzo ecclesiastico per uscire dalla crisi. I Pastori non vigilano più e così le pecore si sono disperse, disilluse di una Chiesa che dubita persino di sé stessa, e un vento di discordia soffia su tutta la Chiesa.
Dopo il Vaticano II, perciò, la Chiesa si è divisa in due: la Chiesa “pro-conciliare” e la Chiesa “anti-conciliare”. Due Chiese perché irrimediabilmente inconciliabili. Esistono, quindi, due Chiese cattoliche, l’antica, rimasta “cristocentrica”, e la nuova, diventata “antropocentrica”. Lo smembramento diventò pluralismo, rinunciando, così, all’unità. La Chiesa, prima del Vaticano II, era una, con fede unica e unita, santa, cattolica e apostolica, oggi è pluralista, in una completa libertà di dottrina, e in tante altre sensibilità di “famiglie spirituali”. Una sensibilità, cioè, “progressista”, compresa quella carismatica e altre di tipo gnostico.

La Chiesa, perciò, è diventata tollerante anche con la Massoneria, con la quale, oggi, collabora nell’area dei “diritti dell’uomo” e della “persona umana”.
Così, la Chiesa post-conciliare è come divisa in “progressismo”, “obedientismo”, “carismatismo” ed è formata dai “modernisti” di prima, che lavorano tuttora per un adattamento della Chiesa al progresso del mondo, e lavorano, oggi, per non perdere alcuna delle “acquisizioni conciliari” e, quindi, per non tornare più indietro.
L’obedientismo, ossia contro il conformismo della maggioranza, sarebbe voluto per evitare la disgregazione generale.
L’obedientismo sostituirebbe la fede, divenendo la quintessenza della religione. Il “carismatismo”, invece, vorrebbe salvare la Chiesa con la pietà, ossia con la devozione confidente che commuove il Cielo e attira le sue benedizioni. Abolisce, perciò, le regole fisse per una necessaria spontaneità.  A questo punto, possiamo dire che il Vaticano II ha aperto le porte a tutte le eresie, distruggendo ogni sistema di protezione dei dogmi, benché fossero già state codificate dai Papi, quale Gregorio XVI, in “Mirari vos”; Pio IX, nella “Quanta cura” e nel “Sillabo”; Pio X, nella “Pascendi”.
I “tradizionalisti”, per questo, si attaccano a queste difese anti-moderniste contro i troppi “teologi” (Vescovi e non) che hanno aperto le porte all’errore. 
La Chiesa pre-conciliare, quindi, è la sola che difende la Fede e i dogmi, argomentando duramente contro i “teologi” che approfittano delle “aperture”, dell’aggiornamento, per fare aggiornamenti per tutti i costituenti della Chiesa conciliare che, con la Dichiarazione “Dignitatis humanae”, sulla “libertà religiosa”, esprime una “eresia formale”, perché quella “Dichiarazione” è fuori dalla dottrina tradizionale della Chiesa. I “pomi della discordia” che dividono, talora violentemente, i vari gruppi di studiosi di teologia, sono, specialmente tre: 

1° – il Vaticano II; 
2° – la “nuova Messa”; 
3° – il Papa.

1) Per alcuni, la nocività del Vaticano II è costituita dagli “orientamenti” conciliari, formulati dalle Conferenze episcopali e, talora, persino dalla Santa Sede. Per altri, il Vaticano II va respinto “in toto” per le ambiguità delle sue dichiarazioni, perché è un “Concilio pastorale” che ha formulato solo “orientamenti”, non definendo niente, purtroppo la sua produzione conciliare contiene un “piano” di mutazione del cattolicesimo che noi non possiamo sottoscrivere.

 2) La “nuova Messa”. Mentre i tradizionalisti restano fedeli all’antica Messa col rito di San Pio V, perché apostolica, realizzante il rinnovamento incruento del Sacrificio del Calvario, la Messa di Paolo VI, invece, la si presenta, talvolta come “Cena” e a volte, come una cerimonia commemorativa, e talvolta, come Sacrificio, secondo l’intenzione del celebrante. Infatti, al momento della Consacrazione, il celebrante resta ritto e pronuncia le parole sacramentali ad alta voce, dimostrando che egli procede a un racconto di un avvenimento storico del passato. Quindi, il nuovo rito mostra chiaramente che si tratta di una semplice cerimonia commemorativa, per cui potrebbe anche essere invalida.

3) Il Papa. È certo che i tre Papi, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, hanno accentuato quella deriva sulla Messa.
Molte innovazioni erano, all’inizio, facoltative, ma poi divennero obbligatorie, per renderle, poi, irreversibili. 
E l’hanno accentuata anche in ecumenismo. 
Ad Assisi, per esempio, Giovanni Paolo II provocò non poca indignazione perché fece uguaglianza con tutte le religioni, benché sapesse che Lui era Pontefice della religione dell’unico vero Dio, e che, quindi, non poteva mettersi a livello coi fondatori di “sètte”, come Budda e Maometto.
Ora, non si può spingere la Chiesa in un sincretismo universale ed essere, nello stesso tempo, Papa legittimo. Anche per questo è stato causa di discordia tra i tradizionalisti, per cui ecco il “sedevacantismo”, ossia la vacanza della Santa Sede: un “sedevacantismo” che afferma che la Chiesa cattolica è definitivamente morta, perché non avrebbe più il Papa. Un detto, questo, che annullerebbe le parole di Cristo: «Le porte dell’inferno non prevarranno contro la Chiesa».
E una “promessa di perennità” che costituisce una delle basi dello Statuto della Chiesa terrestre. Ora, un interregno così durevole sarebbe una vittoria dell’inferno sulla Chiesa, perché cancellerebbe le promesse di perennità proclamate da Cristo stesso, per cui rimarrebbe ferma la legittimità dei Papi controversi. Però, non si può negare le loro deviazioni di insegnamento e di governo, per cui si deve dire che la Chiesa non è fisicamente morta, ma solo misticamente, ossia che la morte mistica corrisponde alla morte fisica “dell’Agnello immolato”. Nel Santo Sepolcro, il Corpo di Gesù resta divino, perché dell’Uomo-Dio, veramente morto, come insegna il Simbolo degli Apostoli: “fu crocifisso, morì e fu sepolto”.
Analogo è il mistero della Chiesa. Essa resta divina e, quindi, viva. Anche nella risurrezione, come Nostro Signore non ha rivestito un corpo nuovo, ma ha ridato vita al suo corpo che aveva prima, così la Chiesa, passato il tempo della sua scomparsa fisica, prenderà ancora il suo corpo di prima con l’ortodossia della Fede e della disciplina.
Noi tradizionalisti, anticonciliari, abbiamo preso coscienza anche di questa crisi della Chiesa, e diciamo: «Umanamente, tutto sembra perduto, ma Dio può ristabilire l’ordine»!

Come abbiamo visto, le discordie sono sorte da questo infelice Vaticano II che ci ha costretti a vivere in questo stato di scissioni.
Un vero “ordine sparso” che condurrà a una vittoria incontestabile! 

sac. dott. Luigi Villa

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