VITTORIOSI CON E ATTRAVERSO L'IMMACOLATA
L'Immacolata, «via» di Dio
Che l'Immacolata sia «via» obbligata, necessaria di salvezza e di vittoria, lo si deduce già da quanto detto precedentemente. Se, infatti, l'Immacolata è Colei attraverso cui tutto discende dalla Trinità a Cristo e agli uomini; e tutto ritorna, in maniera inversa, al Padre, vuol dire non solo che la grazia della vittoria sui nemici di ogni genere viene attraverso Lei; ma che l'Immacolata è pure la sola «via» della vittoria. Tutto cioè si realizza con e attraverso l'Immacolata: la rigenerazione alla vita soprannaturale come il fervore e la santità e il conseguente fallimento del piano demoniaco. P. Kolbe lucidamente ne tira tutte le conclusioni. Se il Verbo Incarnato, capolavoro dello Spirito Santo, viene plasmato in Maria, «anche dopo la morte di Cristo, lo Spirito Santo opera ogni cosa in noi attraverso Maria. Infatti, ciò che il Creatore disse al serpente a proposito di Maria: «Ella ti schiaccerà il capo» (Gen 3, 15), secondo l'insegnamento dei teologi deve essere inteso senza limitazione di tempo (siamo noi a sottolineare!). È compito dello Spirito Santo formare sino alla fine del mondo le nuove membra dei predestinati del Corpo mistico di Cristo. Ma, come il beato Luigi Grignon dimostra, quest'opera viene portata a compimento «con Maria, in Maria, e attraverso Maria», in un concatenamento misterioso e sublime, che rende più mirabile il piano di Dio.
Dottrina, questa, confermata dalla Chiesa, anche recentemente, nel Concilio Vaticano II. Questi, infatti, dopo aver affermato che Maria cooperò in modo tutto speciale all'opera del Salvatore per la restaurazione della vita soprannaturale delle anime, divenendo per questo nostra Madre nell'ordine della grazia, così si esprime: «Questa maternità perdura senza soste dal momento del consenso fedelmente prestato (...) fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. Difatti anche dopo la sua Assunzione in cielo, non ha interrotto questa funzione salvifica, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenere i doni che ci assicurano la nostra salvezza eterna». Una funzione che, oltre tutto, si armonizza mirabilmente con la mediazione unica del Cristo: «Questa funzione materna di Maria verso gli uomini, in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l'efficacia. Ogni salutare influsso della beata Vergine verso gli uomini, non nasce da una necessità oggettiva, ma da una disposizione puramente gratuita di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo; pertanto si fonda sulla mediazione di questi, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia, e non impedisce minimamente l'unione immediata dei credenti con Cristo, anzi la facilita».
Dottrina, limpidamente ripresa, non meno, da Papa Paolo VI, che afferma: «Lo sviluppo (...) della devozione verso la Vergine Maria, inserita (...) nell'alveo dell'unico culto che a buon diritto è chiamato cristiano (...) è elemento qualificante della genuina pietà della Chiesa. Per intima necessità, infatti, essa rispecchia nella prassi cultuale il piano redentivo di Dio, per cui al posto singolare, che in esso ha avuto Maria, corrisponde un culto singolare per Lei».
Perché Dio abbia voluto così, non è difficile indovinarlo, specie dopo i tanti scritti dei santi Padri, a riguardo: satana che aveva vinto a mezzo della donna, viene a sua volta sconfitto dalla Donna Immacolata. Dio ha accettato la sfida lanciatagli. E così, anche, la donna, fatta strumento di rovina dell'uomo (un «segno» che ricorrerà incessantemente, negli attacchi dei nemici della Chiesa), diviene magnifico strumento di salvezza per e nell'Immacolata. Una realissima e stupenda promozione della donna, oltre tutto, tutt'altra cosa da quella, spesso, perseguita da un femminismo equivoco e poco coerente.
Dio ha scelto la «via» della donna anche per facilitare l'accesso a Lui: «Chi si avvicina a Lei (= l'Immacolata) - ripete P. Kolbe - per ciò stesso si avvicina a Dio, solo che lo fa percorrendo una strada più breve, più sicura e più facile». Perché? A parte anche le ottime e belle ragioni, addotte dal Montfort, si deve dire che, da una parte, Dio, volendo usare verso di noi l'infinità del suo amore misericordioso, ha voluto trovare come una giustificazione valida di fronte alle esigenze della non meno infinita sua giustizia. «In una famiglia, spiega P. Kolbe, talvolta il padre si rallegra allorché la madre, con un proprio intervento, trattiene la sua mano che vorrebbe castigare il figliuolo, poiché in tal caso viene data soddisfazione alla giustizia e si manifesta pure la misericordia. Non è senza ragione, infatti, che la giustizia viene sospesa. Allo stesso modo anche Dio, per non castigarci, ci offre una madre spirituale, alla cui intercessione non si oppone mai. Ecco perché i santi affermano che Gesù ha riservato a sé l'economia della giustizia, per affidare all'Immacolata l'intera economia della misericordia». Dall'altra parte Egli ha donato a questa incomparabile Creatura un cuore così grande, che mai resta insensibile alla pur minima invocazione o gemito dei figli suoi: «Sì, perché, umanamente parlando, il Cuore divino è simile al cuore di un buon padre di famiglia. Se uno dei figli si rende colpevole di qualcosa, il padre deve punirlo, perché così esige la giustizia, anzi lo stesso amore verso il figliuolo, affinché questi non trascuri il proprio sbaglio. (...) Ebbene, il Cuore divino di Gesù, che arde di amore verso di noi, che siamo colpevoli, trova a questo proposito un mezzo degno della sapienza divina. Ci dona come madre e protettrice la propria carissima e dilettissima Madre, la creatura più santa dei santi e degli angeli, alla quale non è capace di rifiutare nulla, poiché Ella è la più degna e la più amata delle madri. Inoltre, Egli Le ha dato un cuore molto grande, così che non possa non preoccuparsi della salvezza e della santificazione di ogni uomo». Ciò, continua P. Kolbe, è «un ponte già pronto verso il sacratissimo Cuore di Gesù. Colui che cade in peccato, sprofonda nel vizio, disprezza le grazie divine (...), costui deve forse disperare? No, giammai! Infatti, egli ha una Madre che gli è stata data da Dio, una Madre che segue con cuore tenero ogni sua azione, ogni sua parola, ogni suo pensiero. Ella non si preoccupa del fatto che egli sia degno oppure no della grazia della sua tenerezza. Ella è soltanto Madre di misericordia, perciò si affretta ad accorrere, anche se non è affatto invocata, dove si manifesta in modo più grave la miseria delle anime. Anzi, quanto più l'anima si è deturpata con il peccato, tanto più si manifesta in Lei la misericordia divina, di cui l'Immacolata è appunto la personificazione». E conclude: «Perciò, noi lottiamo per consegnare all'Immacolata lo scettro di comando su ogni anima. Infatti, se Ella riesce solo ad entrare in un'anima (...) non può permettere che essa si perda...».
Questa «via» dell'Immacolata, ossia della «Donna», Dio l'annunciò subito dopo la caduta di Adamo e la sua condanna. Al serpe ingannatore dirà appunto: «Io porrò inimicizie tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».
Parole che, dunque, provano abbondantemente non solo che la lotta si protrarrà fino alla fine dei secoli; ma anche che la vittoria piena sarà della donna e della sua stirpe.
Così, in pratica, stanno le cose, è questo il progetto misterioso di Dio: l'Immacolata è «passaggio obbligato». L'anima o il singolo fedele può anche ignorare e non comprendere tutto ciò, il necessario è che non si rifiuti coscientemente il ruolo essenziale di Maria: «Non sempre le creature si rendono conto di tutto questo, tuttavia avviene sempre così». Ad un Fratello religioso, che trova difficoltà ad applicare le norme di devozione all'Immacolata, suggerite dal P. Kolbe, questi gli rispondeva: «Mio caro, non si tratta del fatto che tu debba sentire o pensare, ma unicamente che questa è appunto la realtà, anche se non ci si pensi per nulla». «Tu puoi anche non conoscere per nulla queste belle verità, puoi non comprenderle, puoi non ricordarle affatto e non essere capace, con la tua intelligenza limitata e con la tua immaginazione, nemmeno di riuscire a fartene un'idea in modo umano...». «Se però qualcuno dicesse a se steso: Io non ho bisogno della mediazione di nessuno, non ho bisogno della Madonna santissima, io sono in grado di adorare e di rendere omaggio da solo al SS. Cuore di Gesù e di chiederGli ciò di cui ho bisogno, non avrebbe ragione Gesù di respingerlo per una superbia così insopportabile?».
P. ANTONIO M. DI MONDA O.F.M.Conv.
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