IL MODERNISMO
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Questo è certo. Gesù disse ai suoi Apostoli «IO VI FARÒ PESCATORI DI ANIME» e Noi sappiamo dal Vangelo che la notte in cui S. Pietro ed altri discepoli, che con lui lavorarono intensamente sul lago di Genezaret senza prendere un pesciolino, essi gettarono poi la rete nel nome del Signore e raccolsero una enorme quantità di pesci. Questo fatto evangelico ci dice chiaramente che la Chiesa deve salvare le anime, sì, ma non coi mezzi di prudenza umana, ma in virtù del nome del Signore. Il Cristianesimo, cioè, deve combattere il mondo corrotto, e con l’essere crocifissi da suoi nemici implacabili. Questa lotta la si vede in tutto il corso della Storia della Chiesa, di ieri e specialmente di oggi, in cui vediamo con tristezza il trionfo della sètta modernista. San Pio X, nella sua enciclica “Pascendi Dominici Gregis” contro il modernismo, denunciò gli “artigiani degli errori”, che si celano, soprattutto, “nello stesso seno e nel cuore della Chiesa”, e che spargono i loro “consigli di distruzione”, “non dall’esterno… ma nell’interno.., così che il danno è, oggi, vicino alle viscere e alle vene della Chiesa”.
Col Motu Proprio del 18 novembre 1907, il Papa aggiungeva all’enciclica “Pascendi” e al decreto “Lamentabili” la pena di scomunica contro i “contradditori” di quel periodo. Poi, tre mesi più tardi, nel “Motu Proprio” del 1° settembre 1910, San Pio X pronunciò questa grave denuncia:
«I modernisti, anche dopo che l’enciclica “Pascendi” ebbe tolta la maschera con cui si coprivano, non hanno abbandonato i loro disegni di turbare la pace della Chiesa. In effetti, non hanno cessato di ricercare e di associarsi in una “Associazione segreta” di nuovi adepti».
È chiaro che il Santo Pio X sapeva che il Modernismo cercava i suoi adepti soprattutto nei Seminari e negli istituti Religiosi. Ma purtroppo la “Nuova Teologia”, condannata da Papa Pio XII nella “Humani generis”, divenne la Teologia ufficiale del Vaticano II. Le tre istituzioni universitarie della Compagnia di Gesù, a Roma, l’Università Gregoriana, l’Istituto Biblico e l’Istituto Orientale, furono i propagatori della “Nuova Teologia”, favorita apertamente da papa Montini. L’enciclica “Humani generis” di Pio XII (1950) venne svuotata da un altro Papa (Paolo VI) che favorì attivamente il trionfo di coloro che il suo predecessore aveva condannati. Questo produsse come un panico tra i fedeli che si chiedevano a chi si doveva obbedire, al Papa di ieri d’accordo con i suoi predecessori, o al Papa d’oggi in rottura completa con l’orientamento costante della Chiesa. L’Osservatore Romano del settembre 1992, nell’occasione dell’anniversario della morte di de Lubac, consacrò ben 6 pagine per celebrare “le grandi tesi d’un precursore (de Lubac) del Concilio Vaticano II”. Su quel giornale della Santa Sede vi si leggeva:
«Noi pensiamo a Blondel, a Gilson, a Mounier e a Maritain e, naturalmente, a de Lubac, a Chenu e a tutti gli altri che sul piano filosofico e teologico furono coloro che prepararono le posizioni e le abitudini mentali e metodologiche che poi sbocciarono su molti temi del Concilio Vaticano II».
Del neo-modernismo, a ragione dissero: la “nuova teologia” condannata da Pio XII nella “Humani Generis” con un ammasso di “false opinioni che minacciano di rivoltare i fondamenti della dottrina cattolica», è divenuta, oggi, “la teologia ufficiale del Vaticano II” (P. Enrico S.J). È giusto, quindi, dire che la crisi d’oggi della Chiesa fu preparata dall’Episcopato, e che questa è una crisi che è decisamente il trionfo (sia pure temporale!) del Modernismo nella Chiesa cattolica (forse che l’Episcopato non crede più al “non praevalebunt”?).
sac. Luigi Villa
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