sabato 11 dicembre 2021

CHI MORRA’ VEDRA’… Il Purgatorio e il Paradiso

 


La mirabile logica del Purgatorio

  Non dobbiamo stupirci dei tormenti che l'anima soffre nel Purgatorio. Noi consideriamo le nostre colpe col nostro criterio, e ci sembrano cosa da nulla, come consideriamo le nostre meschine opere buone quasi fossero grandi eroismi, e non vediamo le loro miserie, e di quanta purificazione hanno bisogno per diventare gioielli della immortale corona.

  Ve lo faccio intendere con un paragone di attualità: sono stati lanciati verso la luna dei missili dagli Americani, ma il lancio non è riuscito, perché la traiettoria del lancio per mettere il missile in orbita, si era spostata di un millesimo di millimetro. Questo millesimo, a terra era una cosa tanto trascurabile, che gli operatori del lancio non se ne sono accorti. Eppure il millesimo di millimetro, nel lancio verso l'alto è divenuto centinaia di chilometri, per l'angolo che ha fatto di deviazione sul lato della traiettoria. L'angolo è un punto quasi invisibile, ma i lati che si aprono non sono un punto, e se si aprono verso l'Infinito hanno dell'infinito.

  Ogni peccato veniale a noi sembra una sciocchezza, tanto è vero che lo commettiamo con grande facilità ed incoscienza. Ma ogni nostra azione non si restringe alla terra, né è calcolata sui criteri terreni, tende verso Dio, perché è il prezzo della conquista dell'eterna felicità.

Il peccato sposta la traiettoria dell'azione verso l'egoismo di un piacere, o la soddisfazione stupida di un ripicco, di una impazienza, di una negligenza, e l'azione sempre tendente a Dio, in alto, forma un angolo di deviazione che non è piccolo spostamento, ma è una deviazione che fa fallire lo slancio dell'amore verso Dio.

  Il peccato veniale non è più, come lo stimiamo noi, una trascurabile imperfezione, ma è una deviazione dall'amore di Dio, e questa deviazione nel Purgatorio deve correggersi, deve purificarsi, perché l'anima possa mettersi nell'orbita purissima dell'amore, e raggiungere Dio nell'eterna felicità.

  Ancora: la colpa è una stonatura nell'armonia dell'amore. Un violino con una corda stonata non può partecipare ad una dolcissima orchestra d'archi, se non è accordato. La corda del violino può essere stonata o per rilassamento dal piolo a cui è avvinta, o per una lesione nella cassa armonica dello strumento. E’ necessario o stirarla con uno sforzo, che sarebbe penoso per la corda, se fosse sensibile, o col sarcire la lesione della cassa armonica. Le corde del violino sono quattro: Sol - re - la - mi... tre e una, e si accordano su di una nota fondamentale: il la del corista. Se una corda si sposta da quella fondamentale, tutto il violino è scordato. Così è l'anima quando non si accorda nella sua vita con Dio perfettamente, amandolo sopra tutte le cose.

  Dio è il primo principio e l'ultimo fine, e se l'anima, anche per poco, non tende a Lui, è deviata dal suo amore, e deve riaccordarsi a Lui. La sofferenza, le pene, il fuoco del Purgatorio le danno una grande ansietà di andare a Dio, come suo unico amore ed unica vita. Quest'ansietà, per lo stato di grazia è amore, come per il dannato è odio e spaventosa disperazione. Anche nella vita terrena il dolore ci spinge verso il sollievo, verso il riposo, verso la liberazione, e ci fa fare sforzi per raggiungerla. Chi è nelle onde burrascose guarda naturalmente alla riva; chi è scottato tende al refrigerio dell'acqua, chi si sente rodere per fame tende con impeto al cibo. Il fuoco, il dolore, le pene del Purgatorio sono una cosa logica, che porta in sé la sua ragione di essere, come sono logiche tutte le verità della fede. La nostra meschinità deve accordarsi all'infinito Amore e deve diventare amore.

Sac. Dolindo Ruotolo


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