QUADERNO DELL'AMORE
Bologna, 9 aprile 1968
Compio 42 anni; è mezzanotte. Ancora mi sento vicino al cuore di tutti, il Cuore di Dio.
È Lui che ha voluto farmi gli auguri per il mio compleanno.
È buono e amoroso con me, mi vuole tenere in sua compagnia.
Sono un po’ confuso; non mi rendo conto del perché.
Ascolto in silenzio i battiti di questo Cuore Divino che è così pieno di amore per me.
So di non essere degno di tanto, ma sono certo di non sbagliarmi.
È proprio Lui che mi guarda, mi parla e mi tiene compagnia. Non mi sento solo, anzi non ho mai avuto una più viva sensazione di non avere bisogno di niente.
Stanotte mi pare di avere tutto in me. Che cosa è questo Cuore che palpita in me?
Dio che sa il mio bisogno di Lui, il mio desiderio di averlo vicino.
Sarei solo stanotte coi miei numerosi pensieri e forse triste.
Tutto è cambiato perché odo la voce di Lui che mi dice di stare sereno, di confidare nel bene che mi darà anche domani. Oggi è un giorno nuovo, tutto mi pare un ritorno al passato.
Un passato che non ricordavo ma che esiste ancora nel presente del suo Cuore, perché nel Cuore di Lui, di Dio, tutto è presente. La mia infanzia, la giovinezza, l’età matura vi sono scritte, ogni attimo rivedo e rivivo con Lui. Mi è sfuggito solo il ricordo di quando ho mancato, delle infedeltà numerose verso di Lui. Come mai non ricordo più i peccati che ho commessi? Forse è l’augurio per il mio compleanno, il regalo che Lui mi fa.
È un regalo che solo Lui, così generoso, mi poteva fare: farmi dimenticare il male che ho fatto. Anzi questo colloquio del Cuore è tutto un invito ad avere coraggio, fiducia e piena convinzione che a tutto Lui porrà rimedio. Che vuole il Cuore di Dio da me?
Non mi chiede niente. Mi sta dicendo di volergli tutto il bene che posso, e poi il mio bene per Lui porterà a sentirlo sempre di più. Mi porterà a vederlo e a riconoscere i luoghi a Lui cari. Sarà in quei luoghi che io lo vedrò domani. Da quei suoi nascondigli si farà sentire e forse anche vedere.
È stanco di nascondersi: vuole uscire, farsi vedere; per questo ha deciso di venire da me.
Non posso dirgli che mi sento indegno, perché Lui mi fa credere che è felice di stare con me.
Sarebbe offenderlo, dirgli che non merito tanto, ed io allora me lo abbraccio e lo tengo vicino come il mio più caro amico. Che altro posso dargli?
Non ho niente da offrirgli se non la mia amicizia sincera e tutta la più piena confidenza.
Di amore forse un poco ne ho, quel poco glielo do, e così ora è Lui che fa tutto per me.
È Lui il mio amico; l’amico che ho sempre cercato ma non ho mai trovato.
Adesso ho Lui: ho tutto, l’amico mio è Dio. Il Cuore di Dio che mi ha concessa la Sua amicizia.
È l’amicizia Sua che mi porterà a essere amico di tutti quelli che gli sono amici, di tutti quelli che desiderano diventare amici suoi, amico anche di chi non sa che esiste un solo vero amico, Lui. Ritorno al ricordo di chi non mi fu amico. Ora che ho l’amicizia Sua, sento in me la certezza di ottenere le amicizie che voglio.
Le otterrò certamente tutte; tutte quelle che vorrò, per dividerle con Lui.
Ora è Lui che dispone ogni cosa per me. È Lui che guida ogni passo e non vorrà più che quelli che Lui scelse per sé, scappino col pretesto di allontanarsi da me.
Sarà un ritorno di tutti coloro che Lui chiamò.
Ora ci sarà l’appello e guai a chi non risponde. Non c’è tempo da perdere.
È necessario il ritorno, il rientro all’ovile. È Lui che lo vuole, lo ha deciso!
La sua decisione è per far trionfare il Cuore suo nel cuore di tutti quelli che amano.
È finita la tempesta che disperdeva il gregge; ora è l’arcobaleno che invita a ritornare, tutti uniti, per ascoltare il volere di Lui. I malanni del mondo sono tanti, una però è la malattia. Malattia è non capire quanto può l’amore di Lui, l’amore per Lui. Un oceano sconfinato di beni, di felicità, di ricchezze che pochissimi conoscono, che quasi nessuno vuole usare.
La medicina è lì, in quell’oceano sconfinato, dove si può attingere tutto, e invece fino ad ora, non abbiamo attinto quasi niente.
Quel bene che ci è venuto, è venuto da Lui spontaneamente, ma ora vuole che impariamo ad attingere, a chiedere. É inesauribile la riserva di quei beni, è sconfinata la ricchezza che è a portata di tutti e che verrà data solo a chi la saprà chiedere e volere.
Attingere è ricorrere a Lui; un raggio solo che ci giunga dal suo Cuore, ci metterà in contatto con la riserva di quel tutto che sarà la gioia di tutti.
Luigi Gasparri
Nessun commento:
Posta un commento