domenica 5 dicembre 2021

Reggerà l'uomo in quest'oceano di tormenti di ogni tipo? Ecco l'angoscia di Gesù. Ecco la ragione della Sua preghiera: "Padre! Se è possibile, passi da me questo calice".

 


13 Dicembre 1945, Santa Lucia 

Ma Gesù, non avrebbe potuto subire da solo questa umiliante tortura morale? Nel  corso dei suoi anni di predicazione, quando  aveva bisogno di rifarsi in un contatto intimo con Dio suo Padre, andava a ritirarsi  da solo sulla montagna o nel deserto, fuggiva i suoi apostoli che si affrettavano a  cercarlo.  Perché dunque oggi li chiama vicino?  Ah!  è che oggi che suo Padre sembra abbandonarlo, non è che tra gli uomini  suoi fratelli che può trovare qualche conforto.  É che, soffrendo per la salvezza dell'umanità peccatrice, è necessario che degli  uomini peccatori si mostrino, in questo  momento, solidali con Lui.  É che Lui vuole con testimoni mostrare all'umanità futura  fino a qual grado inaudito Egli ha sofferto  per lei; che le sue sofferenze come le sue  umiliazioni, non sono affatto state apparenti, ma reali. Allora, nella semplicità della  sua umanità, nella sincerità del suo amore, Egli non teme di rischiare il suo prestigio, di compromettere la sua causa umilmente vicino ai suoi rari adepti e davanti a quelli che verranno in seguito, mendica la loro compassione, Lui.. Dio!..  Potremmo, senza crudeltà, rifiutargliela?  Sa bene, Lui che ha fatto l'uomo, e che fin dall'altro giardino ha assistito alla sua deplorevole caduta, che in lui,  il cuore è meno corrotto della testa, essendo stato il primo un peccato di orgoglio più  che di carne, e fa in modo di far vibrare ciò che vi è ancora di buono in questo cuore  colpevole.  Anche la colpa Originale è una ragione determinante della sua agonia pubblica nel giardino degli ulivi.  Là, dove Adamo ha avuto l'audacia di volersi drizzare  contro Dio, di uguagliarsi a Dio, Dio fatto uomo si prostra a terra davanti a Dio.  Così il  male è riparato. Per bilanciare il giardino delle delizie, ecco il giardino dei supplizi.   Adamo peccatore ebbe vergogna di comparire davanti al suo Creatore.  In compenso il  Creatore non si vergognerà di comparire disarmato di fronte alla sua creatura! Quale insondabile mistero di giustizia misericordiosa! Quale più insondabile mistero di accecamento di questa innumerevole umanità che passerà senza comprendere vicino a questa  divina Vittima annientata!  Per avere alcuni amici che compatiscano sinceramente ed  effettivamente il suo immenso dolore, Gesù dovrà formarsi delle anime riparatrici, delle  stimmatizzate, nella carne e nell'anima delle quali ritraccerà le Sue torture e che continueranno volontariamente la Sua opera di riscatto.   

Ma non ci sono donne al giardino degli ulivi, perché?  La donna è tuttavia colpevole e la  più colpevole.  Sì, ed è prima l'uomo che ripara.  Ma la donna raggiungerà l'uomo più  tardi.  Ella aveva invitato l'uomo a peccare e lui aveva acconsentito.  Ecco che l'Uomo  le propone di accompagnarlo nelle sue sofferenze e nelle sue espiazioni, e Lei dovrà acconsentire.  Lei aveva portato l'uomo ai piedi dell'albero tentatore, Lei lo accompagnerà  ai piedi dell'albero riparatore!  Lei aveva voluto sapere, Lei dovrà ora inchinarsi senza  comprendere!  Lei aveva gustato il piacere proibito, Lei gusterà il calice amaro del dolore.  E come nel giardino di delizie l'angelo di tenebre era penetrato nella luce per far  morire, qui, è un angelo di luce che scenderà nelle tenebre per far rivivere il Cristo morente sotto l'intensità della pena.  Bisogna che Egli paghi per tutti anche se tutti non ne  approfitteranno. 

Allora l'immensa marea del male si avanza per annegarlo sotto un flutto universale di  sangue e di immondizie.  Un terribile senso di disgusto lo assale, e tuttavia resta; è necessario che rimanga in questo bagno infinitamente più orribile del supplizio che è l'attaccare un vivo a un morto, bocca contro bocca.  Che è venuto a fare Gesù sulla terra, se  non a espiare il peccato?  E chi ha peccato?.. l'uomo. É dunque l'uomo che, in Gesù, deve pagare il debito. Ecco perché l'aiuto divino manca a Gesù in quest'ora suprema.   L'uomo Gesù è lasciato a se stesso davanti al compito tremendo che si è voluto assumere.  Reggerà l'uomo in quest'oceano di tormenti di ogni tipo?  Ecco l'angoscia di Gesù.   Ecco la ragione della Sua preghiera: "Padre! Se è possibile, passi da me questo calice".  Egli prega instancabilmente per non cadere in tentazione, giacché questa è una, e la più terribile.  All'entrata nella Sua vita apostolica ha dovuto subire la tentazione del piacere, della forza,  dell'orgoglio, dopo che un lungo digiuno l'aveva indebolito.  All'uscita della sua vita ecco l'ultima tentazione, quella della sofferenza, dell'abbandono, dell'odio, dell'umiliazione, della morte, giacché deve apparire davanti ai suoi nemici in tutta la sua debolezza.   E questa tentazione da dove gli viene?  Ah!  É proprio il caso di recitare il Pater che ha  insegnato ai suoi apostoli; raccoglie tutto il suo coraggio: "Padre, non mi indurre in tentazione".   Non c'è vittoria senza lotta.  E l'uomo Gesù deve sostenere una lotta proporzionata alla  vittoria che gli è proposta: quella di Dio su Satana.  Satana, è là, nell'oscurità: "è l'ora della  potenza delle tenebre", e non resta passivo.  Di fronte al campo di battaglia spiega tutte le sue  armi e i suoi estremi artifici.  Avrà l'orribile piacere di vincere!  Gesù subisce, con tutti  gli altri, l'assalto diabolico.  Chi dirà le Sue angosce, chi descriverà le sue ripugnanze? 

meditazioni, ritrovate tra i suoi scritti Fernand Crombette 

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