lunedì 6 dicembre 2021

Sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 


8 Però in quel momento alcuni Caldei si fecero avanti per accusare i Giudei 

Ora nella relazione tra legge e pena si introduce un elemento estraneo, che è l’accusatore, il delatore, la spia, il nemico dell’uomo. 

Però in quel momento alcuni Caldei si fecero avanti per accusare i Giudei . I Giudei non si erano ribellati pubblicamente, palesemente alla legge del re. 

Solamente, in segreto, si erano astenuti dal prostrarsi e dall’adorare la statua. L’accusa non è fatta perché visti nell’atto della trasgressione. 

Essa è fatta sul fondamento della fede. Poiché i Giudei adorano il Dio del cielo, mai essi si prostreranno dinanzi ad una statua di metallo fuso.  

Nessuno può essere accusato sul fondamento di pregiudizi, presunzione, ideologie, religione. L’accusa deve essere fatta sulla trasgressione della legge. 

Ora la trasgressione è puntuale e anche l’accusa deve essere puntuale. Senza puntuale trasgressione nessun’accusa dovrà essere mai fatta ad alcuno. 

9 e andarono a dire al re Nabucodònosor: «O re, vivi per sempre! 

Ora i Caldei si presentano dal re per sapere se il suo decreto abbia valore, oppure sia stato ritirato, o non abbia alcun valore solo per i Giudei. 

E andarono a dire al re Nabucodònosor: «O re, vivi per sempre! I Caldei si presentano da re osservando ogni regola di cortesia e di sudditanza. 

Spesso queste regole venivano vissute con sublime ipocrisia. Servivano per attirare il re dalla loro parte. Un re saggio deve sempre sapere discernere. 

Gesù sempre sapeva chi si recava da Lui con sfacciata ipocrisia e chi invece andava con cuore puro, sincero, solo per cercare verità e grazia. 

Giovanni Il Battista aveva il fiuto dell’ipocrisia e la sentiva anche quando era ben lontana. La sentiva e spesso la manifestava. 

10 Tu hai decretato, o re, che chiunque avrà udito il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, deve prostrarsi e adorare la statua d’oro: 

Ora al re viene ricordato il suo decreto secondo il quale, sentito il suono di un qualsiasi strumento musicale, tutti si sarebbero dovuti prostrare in adorazione. 

Tu hai decretato, o re, che chiunque avrà udito il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, deve prostrarsi e adorare la statua d’oro… Questa è la legge. 

Il decreto viene ricordato per avere dal re la conferma che esso sia ancora valido e non sia stato abrogato. Un decreto abrogato è privo di ogni validità  

Un decreto senza alcuna validità, perché ritirato dal re, non può essere usato come principio e fondamento di accusa. È stato ritirato. 

11 chiunque non si prostrerà e non l’adorerà, sia gettato in mezzo a una fornace di fuoco ardente. 

Non solo viene chiesta conferma sulla validità del decreto, ma anche sulle sanzioni. Si vuole appurare che esse siano ancora in vigore. 

Chiunque non si prostrerà e non l’adorerà, sia gettato in mezzo a una fornace di fuoco ardente. Un decreto privo delle sanzioni è senza alcun valore di legge. 

Ora i Caldei possono procedere all’accusa. Il decreto non è stato ritirato dal re e neanche le pene sono state modificate o cancellate. 

Hanno ottenuto ogni garanzia da parte del loro re. I Giudei possono essere accusati di trasgressione e possono essere gettati nella fornace ardente. 

12 Ora, ci sono alcuni Giudei, che hai fatto amministratori della provincia di Babilonia, cioè Sadrac, Mesac e Abdènego, che non ti obbediscono, o re: non servono i tuoi dèi e non adorano la statua d’oro che tu hai fatto erigere». 

Non vengono accusati i Giudei come popolo, ma solo alcuni Giudei, Sadrac e i suoi compagni. Sono costoro che vanno gettati nella fornace ardente. 

Ora, ci sono alcuni Giudei, che hai fatto amministratori della provincia di Babilonia, cioè Sadrac, Mesac e Abdènego, che non ti obbediscono, o re: non servono i tuoi dèi e non adorano la statua d’oro che tu hai fatto erigere». 

Quando vi sono tradimenti, spesso è l’invidia del cuore che li comanda. I Caldei sanno degli onori concessi dal re a Sadrac e ai suoi compagni. 

Quale occasione migliore per trafiggerli e farli fuori? L’occasione è data dal decreto del re. Essi sanno che mai Sadrac e gli altri lo avrebbero osservato. 

Mai né lui né i suoi compagni si sarebbero prostrati dinanzi ad una statua di metallo fuso. Essi sono adoratori del Dio del cielo, non di idoli vani. 

Questa occasione non va sciupata. I Caldei si presentano al re e gli consegnano su un piatto d’argento quanti essi odiano per invidia e gelosia. 

13 Allora Nabucodònosor, sdegnato e adirato, comandò che gli si conducessero Sadrac, Mesac e Abdènego, e questi comparvero alla presenza del re. 

Il re si sdegna perché non ama che un suo decreto venga ignorato. Lui è obbligato ad obbedire alla sua legge se vuole che gli altri obbediscano. 

Allora Nabucodònosor, sdegnato e adirato, comandò che gli si conducessero Sadrac, Mesac e Abdènego, e questi comparvero alla presenza del re. 

Il re deve intervenire con tempestività, se vuole che la sua autorità venga riconosciuta e ogni suo decreto osservato. I colpevoli sono alla sua presenza.  

Sdegno e ira del re manifestano anche grande disappunto. Sadrac e i suoi compagni sono ora suoi ministri, non sono estranei alla sua corte. 

Ora è proprio dei suoi ministri essere esemplari in ogni obbedienza. Se i suoi ministri disobbediscono, a chi lui potrà più chiedere obbedienza? 

Più si è in alto e più l’esemplarità deve essere perfetta. Tutti devono rendere credibile il re nella sua autorità. Questo vale anche per la Chiesa di Dio. 

Più in alto si è nella Chiesa e più l’esemplarità dovrà essere senza alcuna imperfezione. Lo esige la verità della Parola del Signore, della sua Legge.  

Se chi è in alto trasgredisce, quanti sono in basso si sentono legittimati in ogni loro trasgressione. Lo scandalo di quanti stanno in alto rovina la Chiesa. 

14 Nabucodònosor disse loro: «È vero, Sadrac, Mesac e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d’oro che io ho fatto erigere? 

Il re sa che nel suo palazzo non mancano invidie, gelosie e di conseguenza tradimenti, menzogne, falsità, inganni e cose del genere. 

Nabucodònosor disse loro: «È vero, Sadrac, Mesac e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d’oro che io ho fatto erigere? 

Il re si vuole accertare che le accuse sono vere. Anzi, neanche tiene conto delle accuse. La domanda che pone è solo retorica. Lui di certo li vuole salvare. 

Se avesse anche solamente fatto comprendere di aver creduto alle accuse, mai avrebbe potuto richiamarli all’osservanza del decreto. Li avrebbe dovuti punire. 

Invece dal discorso che segue, il re cancella il passato, mette in guardia perché nel futuro nessuna negligenza sarà risparmiata. La pena sarà applicata. 

15 Ora se voi, quando udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, sarete pronti a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatto, bene; altrimenti, in quel medesimo istante, sarete gettati in mezzo a una fornace di fuoco ardente. Quale dio vi potrà liberare dalla mia mano?». 

Il re non solo ribadisce per intero il suo decreto e la pena ad esso legata. Va ben oltre. Né lui, né un qualsiasi altro dio li potrà liberare dalla fornace. 

Ora se voi, quando udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, sarete pronti a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatto, bene; altrimenti, in quel medesimo istante, sarete gettati in mezzo a una fornace di fuoco ardente. Quale dio vi potrà liberare dalla mia mano?». La disobbedienza è morte. 

Le parole del re sono chiare. Lui esige perfetta obbedienza. Se essi non obbediranno non vi sarà alcun dio che li salverà. Finiranno nella fornace. 

Sadrac e i suoi compagni ora conoscono personalmente le intenzioni del re. Lui non è disposto che un suo decreto venga ignorato. Va osservato con rigore. 

16 Ma Sadrac, Mesac e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: «Noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; 

Sadrac e i suoi compagni non temono la minaccia del re. Non la temono per ben due motivi, che presto gli faranno conoscere. Loro non si prostreranno. 

Ma Sadrac, Mesac e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: «Noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito. Sono ben determinati. 

Qual è il fondamento di questa determinazione alla disobbedienza? Questa determinazione è fondata sui due motivi accennati.  

Sempre la determinazione della volontà all’obbedienza o alla disobbedienza deve essere ben fondata. Deve poggiare su elementi ben solidi. 

Oggi su quali fondamenti solidi o principi di fede o di sana dottrina si fonda la nostra determinazione o non determinazione nell’ascolto della Parola? 

Noi non abbiamo principi, né fondamenti, perché è stata scalzata l’unità inscindibile tra decreto e pena, tra Parola, obbedienza, pena eterna. 

17 sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

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