All'ultimo momento, il Vaticano ha cambiato il folle testo della 13a stazione (numero massonico) della Via Crucis del Venerdì Santo di Francesco che accusava Dio** della guerra ucraina.
La nuova versione diplomatica: "Di fronte alla morte, il silenzio è più eloquente delle parole. Fermiamoci dunque in un silenzio orante e preghiamo ciascuno nel suo cuore per la pace nel mondo".
Durante il silenzio, la croce è stata tenuta da due amiche, Irina, dall'Ucraina, e Albina, dalla Russia, entrambe infermiere che lavorano insieme in un ospedale romano. Avevano le lacrime agli occhi.
**L'arcivescovo critica il testo
L'arcivescovo greco-cattolico di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, 51 anni, ha chiesto a Francesco il 12 aprile di demolire i piani per far sì che un ucraino e un russo portino insieme la croce durante la Via Crucis del Venerdì Santo di Francesco.
"I testi e i gesti della 13a stazione di questa Via Crucis sono incoerenti e persino offensivi, specialmente nel contesto di un atteso secondo attacco ancora più sanguinoso da parte delle truppe russe contro le nostre città e paesi".
Nessuna di queste donne partecipa alla guerra, mentre Cristo è morto per tutti. La Via Crucis non fa parte della liturgia greco-cattolica.
Il testo a cui shevchuk si oppone è un grido quasi blasfemo a Cristo appeso alla Croce, che distorce la questione della colpa e delle Parole di Cristo. Va così,
"Ogni cosa perde improvvisamente il suo significato e il suo valore. " Dove sei, Signore? Dove ti nascondi? Vogliamo che la nostra vita sia di nuovo la stessa. Perché tutto questo? Che male abbiamo fatto? (NT: Come se i nostri innumerevoli peccati non contassero, essendo la prima ragione di guerre e punizioni) Perché ci avete abbandonato? Perché avete abbandonato i nostri popoli? Perché avete spezzato (?) le nostre famiglie in questo modo? Perché non abbiamo più voglia di sognare e continuare a vivere? Perché la mia terra è diventata oscura come il Golgota? Non abbiamo più lacrime. La rabbia ha lasciato il posto alla rassegnazione".
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