LETTERA 19
A Maria Kolbe, Cracovia s.l.G.C.
Roma dopo il 26 IX 1918
Carissima mamma!
La lettera dell'11 agosto l'ho ricevuta il 26 settembre nella cittadina di Amelia, situata a circa 60 chilometri a nord di Rema, dove stavo trascorrendo le vacanze presso sua Ecc. Mons. Berti; vescovo del luogo, anch'egli francescano conventuale. È difficile descrivere la commozione prodotta in me da questa sorpresa. Ma considerando (che tutto è dono della Provvidenza divina, per intercessione dell'Immacolata, l'ho ringraziata in ginocchio ed ho raccomandato alla sua sconfinata misericordia tutti i membri della famiglia ed ognuno singolarmente.
Quello era il giorno nel quale ho celebrato la mia 152.ma- s. Messa. L'ordinazione. sacerdotale è arrivata per me all'improvviso il 1 giorno 9 aprile il P. Rettore [P. Stefano Ignudi] mi disse di prepararmi, agli esami degli ordini da sostenere in Vicariato, e dal momento che le ordinazioni si sarebbero, dovute svolgere durante le solennità della Pentecoste (il 24 maggio aveva fatto il conto di sostenere gli esami verso la fine del mese di aprile. Improvvisamente, arrivò là, notizia che per Pentecoste non vi sarebbero state le ordinazioni generali; e poiché in tale data entrava in vigore il nuovo codice di diritto canonico 3, in base al quale non si può essere ordinati dopo il terzo anno di teologia - io invece stavo terminando il terzo anno - avrei dovuto attendere e quasi verso la fine del quarto anno. Il Rettore andò dal Cardinale [Basilio Pompilj] Vicario di Roma per risolvere questo caso. Nel pomeriggio di sabato 20 aprile il P. Rettore mi chiamò con gli altri miei compagni che dovevano prepararsi alle ordinazioni e... ci comunicò che otto giorni dopo ci sarebbero state le ordinazioni. Non mi aspettavo affatto una data così vicina. Quindi si dovette iniziare subito il corso di esercizi spirituali, abbreviati per dispensa; inoltre, insieme con quelli che non avevano ancora sostenuto gli esami, dovetti darli il 24 aprile, durante gli esercizi.
Il mattino del 28, dopo le preghiere recitate in comune nella cappella, sono uscito per prepararmi (con gli altri che dovevano essere ordinati) e prima delle 7 ci siamo incamminati verso la chiesa di s. Andrea «della Valle», dove dovevano svolgersi le ordinazioni generali. Giunto nella sacrestia, mi sono vestito con i paramenti da diacono e ho recitato con gli altri le preghiere preparatorie per la prima santa Messa (poiché, in verità, durante le ordinazioni i neo-sacerdoti celebrano già la santa Messa). Quindi ci hanno disposto in fila per due, secondo gli ordini che si dovevano ricevere. Eravamo più di cento, sia religiosi che chierici secolari di varie nazionalità; c'era persino un negro fra coloro che dovevano essere ordinati, mentre un altro faceva da inserviente al Cardinale durante l'ordinazione.
È stato uno spettacolo commovente: nonostante le differenze, eravamo tutti uniti nel vincolo della religione cattolica e nell'amore fraterno in Gesù. Finalmente arrivò sua Em. il Cardinale Vicario (del santo Padre) di Roma e si sedette sulla poltrona preparata per lui al centro della sacrestia. Allora ci avviammo a due a due verso l'ampio presbiterio, davanti all'altar maggiore (mi accorgo che sto scrivendo troppo, in questo modo non finirò mai; e poi qui bisogna spedire una lettera leggera leggera, come ha detto fa Rev.da Madre Superiora delle Suore Nazaretane che ha recapitato in collegio la lettera raccomandata scritta da te, mamma, da dove poi me l'hanno spedita ad Amelia).
La cerimonia si è svolta partendo da coloro che dovevano ricevere la tonsura, gli ordini minori, il suddiaconato; il diaconato (perché durante le ordinazioni generali di solito si conferiscono tutti gli ordini). Candidati al sacerdozio eravamo circa una ventina. Infine ci hanno chiamati per nome ad uno ad uno e ci siamo disposti al centro del presbiterio, e dopo il canto delle litanie dei santi, durante il quale coloro che dovevano ricevere il suddiaconato, il diaconato e il sacerdozio, erano prostrati per terra, è iniziato il rito vero e proprio della ordinazione sacerdotale. Prima dell'elevazione eravamo già sacerdoti e con sua Eminenza il Cardinale abbiamo pronunciato, oltre le altre preghiere della s. Messa, anche le parole della consacrazione.
Riconosco con gratitudine che tutta questa vicenda è stato un dono ottenuto per l'intercessione dell'Immacolata, nostra Mammina comune. Quante volte nella vita, ma particolarmente nei momenti più importanti, ho sperimentato la sua speciale protezione! Gloria, dunque, al sacratissimo Cuore di Gesù attraverso Colei che è stata concepita senza peccato, la quale è lo strumento nelle mani della misericordia di Dio per la distribuzione delle grazie. Depongo in Lei, inoltre, tutta la mia fiducia per il futuro.
Quanto a me, ci sarebbero molte cose da raccontare; se il Signore Iddio vorrà, lo faremo a voce (se sarò vivo4). Solo, come ho già detto prima, riconosco in ogni cosa una speciale protezione della Mammina Immacolata.
Quanto a Franco, donde proviene la difficoltà per rientrare nell'Ordine? da parte sua oppure anche da parte dei superiori? Se non ci fossero difficoltà da parte sua, si potrebbe forse ottenere di farlo rientrare nell'Ordine, ma in un'altra Provincia. Per ora vorrei solo sapere donde proviene la difficoltà e ... preghiamo. Ti accludo una lettera per lui; tu, mamma, fagliela avere (speriamo che l'accettino, poiché Io spessore della lettera dovrebbe essere «sottile»).
Una grande gioia mi' ha procurato la notizia del nostro caro Fr. Alfonso5. Il Signore Iddio e l'Immacolata lo proteggano con le più elette benedizioni. Aggiungo una letterina anche per lui. Leggi, pure, mamma, queste due lettere. Alla fine di quella per Franco ho suggerito il modo con il quale, forse, si potrebbe riparare tutto il male.
Mi raccomando fervidamente alle tue preghiere, mamma, perché io possa corrispondere in modo adeguato a così grandi grazie e a così alta dignità.
Il figlio sempre e sinceramente affezionato
P. Massimiliano M. Kolbe (francescano conventuale)
Mando anche a te, mamma, la benedizione del santo Padre.
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(1) La data è tratta dalla prima frase della lettera. Dall'ultima lettera (SK 18) sono trascorsi quasi 20 mesi. Nel frattempo sono avvenuti fatti molto importanti nella vita del giovane P. Massimiliano: il 28 X 1917 ricevette l'ordinazione diaconale, il 28 IV 1918 il sacerdozio; inoltre il 16 X 1917, con sei confratelli, fondò la Milizia dell'Immacolata (M.I.). - (2) Vicariato di Roma: gli uffici della curia diocesana di Roma. - (3) Il nuovo Codex Juris Canonici venne promulgato il 27 V 1917, solennità di pentecoste, da Benedetto XV; l'entrata in vigore della nuova legislazione ecclesiastica venne fissata per la Pentecoste dell'anno successivo, ossia il 19 V 1918. - (4) Queste parole dimostrano che P. Massimiliano si rendeva conto dell'avanzamento della tubercolosi che aveva già dato i primi segni nell'estate dell'anno, precedente. - (5) La lettera di cui P. Massimiliano parla è andata perduta. Si conserva invece una precedente lettera della mamma a P. Massimiliano in data 15 III 1917, nella quale si legge: «Già da un anno e mezzo Beppino si chiama Fr. Alfonso; è già trascorso mezzo anno dalla sua professione, è molto felice e, grazie a Dio, sta bene e, come mi pare, ha uno spirito buono, ama molto le pratiche della vita religiosa, scrive delle lettere che mi confortano molto». Quanto a Franco (Fr. Valeriano), da SK 15 e 17 si sa che aveva lasciato la vita religiosa per unirsi ai legionari che combattevano per l'indipendenza della Polonia. La lettera n. 20 mostra gli sforzi di P. Massimiliano per riportare nell'Ordine il fratello maggiore. Il tentativo fu vano; come appare da SK 989 A, alla data 22 VIII 1921
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