Questa volta, Gesù, ci troviamo di fronte ad una preghiera che tutti sanno dire. Una preghiera breve, piena di verità, una preghiera ricca, carica di bontà. Una preghiera bella: l'hai inventata Tu... e l'hai insegnata ai tuoi amici perchè imparassero a pregare come Te. «Quando pregate - hai detto - dite così: - Padre nostro... ». Due brevi parole, ma una sola, la prima - sarebbe più che sufficiente per dire tutto quello che l'intera preghiera contiene, per dire quel profondo legame che esiste tra il Padre e ciascun membro dell'intera umanità, per segnalare l'abisso tra l'infinito e il nulla, un abisso colmato soltanto da Te. Padre, ti chiamiamo così, insieme e sull'esempio del tuo figlio Gesù; e con lui aggiungiamo: «Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà» e tutto ciò che il Suo Spirito dentro di noi ci invita a rivolgere a Te, perchè Tu ti sei offerto e ci hai fatto da Padre prima ancora che noi potessimo capire la bellezza e la gioia di questa grande verità (cfr 2Cor 6,18). Ti sei manifestato al profeta Geremia e gli hai detto di chiamarti così: «Voi mi direte: Padre mio» (3,19) e il profeta Isaia lo hai ispirato a chiamarti a nome di tutto il popolo, così: «Signore, tu sei nostro Padre» (Is 64,7); mentre a noi tutti, per un privilegio e un dono ancora più grande, ti sei manifestato «Padre misericordioso» (2Cor 1,3). Tutto ciò, e l'aiuto del tuo Gesù, ci carica di confidenza per cui, spesso, sia pur sempre con tremore e trepidazione, chiamiamo, senza mai stancarci: «Padre, Padre nostro».
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