domenica 29 gennaio 2023

Il sacrificio da offrire al Signore, il vero sacrificio a Lui gradito, è il dono a Lui della propria volontà per una obbedienza piena alla sua volontà oggi e sempre.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 

39 Potessimo essere accolti con il cuore contrito e con lo spirito umiliato, come olocausti di montoni e di tori, come migliaia di grassi agnelli. 

Il sacrificio da offrire al Signore, il vero sacrificio a Lui gradito, è il dono a Lui della propria volontà per una obbedienza piena alla sua volontà oggi e sempre. 

Potessimo essere accolti con il cuore contrito e con lo spirito umiliato, come olocausti di montoni e di tori, come migliaia di grassi agnelli. 

È stato questo il sacrificio perfetto di Cristo Gesù, offertosi a Lui, come vittima di espiazione, redenzione, salvezza, dalla croce.  

Se Azaria vuole divenire vero sacrificio, vera offerta, vero olocausto, deve rimanere nella più pura obbedienza al suo Dio secondo la sua volontà. 

Il Signore di questo sacrificio si compiace, anzi è il solo sacrificio a Lui gradito. Ogni altro sacrificio è finalizzato a quest’unico e perfetto olocausto di amore.  

San Paolo nella Lettera ai Romani ci chiede di offrire questo sacrificio al Signore, indicandoci anche la giusta e sempre attuale modalità. 

Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. 

Per la grazia che mi è stata data, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto conviene, ma valutatevi in modo saggio e giusto, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri. Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della profezia la eserciti secondo ciò che detta la fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi insegna si dedichi all’insegnamento; chi esorta si dedichi all’esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia. 

La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità. 

Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi. 

Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti. Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all’ira divina. Sta scritto infatti: Spetta a me fare giustizia, io darò a ciascuno il suo, dice il Signore. Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, accumulerai carboni ardenti sopra il suo capo. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene (Rm 12,1.21).

Nella Lettera Prima ai Corinzi pone la carità come modalità per essere sempre e in ogni momento graditi al Signore. Ama secondo la Parola sempre.

Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. 

E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. 

E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. 

La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. 

La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino. 

Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità! (1Cor 13,1-13).  

Quella indicata da Paolo è una modalità che mai passa, mai tramonta, perché è la modalità che insegna come si vive alla perfezione la Parola del Signore. 

Si noti bene. San Paolo non dice le modalità storiche necessarie per offrire a Dio il sacrificio gradito. Dona le modalità teologiche, dottrinali. 

Le modalità storiche sono sempre dello Spirito Santo. Così tutto il Vangelo è modalità teologica necessaria per essere discepoli di Gesù. 

Le modalità storiche, o le applicazioni concrete delle modalità teologiche o dottrinali sono sempre suggerite dallo Spirito Santo ad ogni singolo discepolo. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

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