Scrivi, frate don Ottavio, io sono Lorenzo.
Che capovolgimento! Voglio dire, quanto è diversa la visione che abbiamo delle cose qui in paradiso da quella che possiamo avere sulla terra! Che fatica ci vuole sulla terra per farsi un'idea ravvicinata della realtà delle vicissitudini umane! Sulla terra il nostro giudizio è influenzato da tanti elementi diversi e spesso opposti che è difficile percepire la realtà esatta. Questi elementi sono:
la natura umana ferita dalla colpa e incline da se stessa al male, all'errore; interessi personali, spesso, che ci fanno distorcere la verità; antipatie e simpatie che ci influenzano più o meno.
Ma qui è diverso; qui si vedono tutte le cose in Dio, Verità suprema ed eterna, così che le si vede nella loro verità, chiare, pure, esenti da ogni elemento estraneo. Per questo, don Ottavio, puoi ben immaginare il mio stupore quando, dopo un purgatorio breve ma ancora lungo, ho visto in Lui la realtà delle cose che mi riguardano e che ti riguardano.
Quanto è amara e dura la lotta per la verità e per il bene! Ma attenzione a non scoraggiarti; sarebbe vigliaccheria cedere. Morì sulla Croce per il trionfo della Verità e della Giustizia; chi è in Lui e ripone in Lui la sua fede e fiducia è certo della vittoria.
La strada la conoscete tutti: pazienza, umiltà, amore. Non è l'istinto naturale, ma la fede che dovrebbe guidarti alla conoscenza e alla realizzazione della Giustizia e della Verità.
Coraggio, hai tanti amici in paradiso che ti guardano, ti seguono, pregano per te, e tra loro ci sono anch'io. (3 giugno 1978)
Vediamo tutto in modo diverso, più perfetto, chiaro e privo di elementi estranei
Fratello Don Ottavio, sono Marisa.
Se potessi vedere da dove veniamo, cosa vediamo e come lo vediamo, sarebbe una tale grande sorpresa che la tua vita umana andrebbe in frantumi. Tu sai che siamo e vediamo in Dio e, come ti è già stato detto, vediamo tutto in modo diverso, più perfetto, chiaro e libero da elementi estranei, così che la nostra visione delle persone e delle cose è una visione obiettiva.
Vediamo ora la terra abitata da un'umanità inquieta e turbolenta, come è inquieta e turbolenta chi non possiede il Bene sovrano. La vediamo muoversi in tutte le direzioni, febbrilmente alla ricerca di ciò per cui è stata creata, ma la vediamo evitare accuratamente di muoversi nella direzione in cui sarebbe sicura di trovare la chiave dell'enigma.
In mezzo a questa fiumana di gente in cammino, scorgiamo, come piccole oasi che formano puntini qua e là, gruppi di uomini che, per restare sulla via che sicuramente porta al porto di arrivo, vanno controcorrente, e nel formicaio di migliaia di milioni di uomini, sofferenti o godendo, sani o malati, tutti però solo desiderosi di felicità, vediamo stagliarsi una bianca figura di uomo che si eleva, per la sua statura morale e spirituale, come un gigante e alza da solo con mano ferma uno stendardo.
È lo stendardo della Chiesa di Cristo che molti potenti nemici vorrebbero strappargli, ma che egli tiene con mano sicura, mentre indica a tutti la Via della salvezza. (…)
Messaggio di un'anima del Cielo al Vescovo Ottavio Michelini – 2 gennaio 1979
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