"Il riconoscimento della onnipotenza divina e della nostra nullità, ammonisce il padre Daniele Considine, dovrebbe rendere impossibile il peccato. Ad ogni momento noi riceviamo il dono della vita. Non potremmo esistere per cinque minuti - anzi nemmeno per un attimo - se fossimo abbandonati a noi stessi. Quale pazzia e quale cattiveria da parte della creatura levarsi - col peccato - contro Dio, quando ogni istante della vita è un dono di Lui! "
Eppure, se c'è cosa che si commette con la più grande disinvoltura è il peccato, in ogni campo e di tutte le specie. Come si commette il peccato? Da una parte c'è la volontà divina che impone l'osservanza di una legge o il divieto di una cattiva azione, in cosa grave; dall'altra c'è il tuo capriccio. Tu preferisci quest'ultimo, e il peccato è fatto. E questo, mentre Dio ti mantiene sospeso a quel filo di vita e ti conserva efficienti le facoltà con cui l'offendi. E' la rottura di uno stato di amicizia, dello stato di grazia, dei rapporti di amore con cui Dio ti si è donato.
Ma comprendi che cos'è un peccato grave? Peggio d'una pugnalata al cuore. Questa ti ammazza la vita del corpo, quello di ammazza la vita divina dell'anima. Ti toglie la grazia di Dio. Nel battesimo e nella confessione hai ricevuto il bacio di Dio. Il peccato è invece il bacio di Satana. E dopo un peccato, visto che il Signore non ti ha colpito, hai preso coraggio a continuare ad offenderlo. Chissà da quanti anni! Ma Dio, quanto più pazientemente tollera, più severamente colpisce. Presto Iddio può finirla con te.
GESU' HA DETTO
"Non temete quelli che uccidono il corpo e altro non vi possono fare. Ora vi dico io chi dovete temere: temete colui (Dio) che dopo di avervi tolta la vita, ha il potere di precipitarvi nella geena (nell'inferno). Ecco, vi dico, chi dovete temere... Inoltre vi dico: chi professerà di appartenere a me in faccia agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà come suo davanti agli angeli di Dio. Ma chi lo rinnegherà davanti agli uomini, sarà egli pure rinnegato davanti agli angeli di Dio" (Lc. 12, 4-9).
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