domenica 20 ottobre 2024

VISTE STRAORDINARIE

 


La Serva di Dio leggeva ancora, per certe cose, nel libro dell'avvenire. Le nostre Madri furono così avvertite generalmente della morte più o meno prossima delle nostre Sorelle. Era questo allora il segreto delle Superiore. I loro manoscritti ce lo hanno svelato dipoi. 

Un mese avanti la morte della nostra Sorella Maria Giustina Gojon (morta il 9 dicembre 1866) N. Signore avvertì Suor M. Marta che aveva intenzione di chiamarla a Sé: “Chiedimi - le disse - che Io non entri in giudizio con quest'anima”. Poi, le mostrò nei minimi particolari una circostanza in cui la nostra Sorella, essendo Economa, aveva mostrato un po' di durezza per il prossimo. Erano venticinque anni che la cosa era accaduta e sola, in Monastero, la nostra O. Sorella Maria Alessia Blanc, conosceva l'andamento di questo fatto. Suor M. Marta indicò l'anno, nominò le persone ecc. a gran meraviglia della sua 

Maestra. Essa soffrì molto i giorni che precedettero la morte di Suor Maria Giustina. Per consolare la sua piccola Sposa, il Divin Maestro le mostrò allora quest'anima che saliva al Cielo tutta purificata e gloriosa. Poco dopo, la Defunta venne essa medesima a ringraziare la nostra Privilegiata delle preghiere e dei patimenti sopportati a sua intenzione. 

Dopo d'allora, non solamente Suor M. Marta era avvertita dell'avvicinarsi della morte, ma il suo sguardo interiore seguiva al di là della tomba le care defunte. Fu così, anche per uno dei più cari membri della sua doppia famiglia spirituale e naturale: la sua propria Sorella Marietta, divenuta in religione Suor Maria Claudina. 

Inc1inata dapprima alla frivolezza, pur conservando la propria anima candida e pura, questa cara Sorella minore andava debitrice a Suor M. Marta della sua vocazione religiosa. (2)Intelligente, dotata di solido criterio e di tutte le qualità convenienti alla sua condizione, come pure di una non comune destrezza, essa si rese utilissima nei diversi impieghi ove fu posta dall'obbedienza. Ma la Comunità fondava specialmente le sue speranze sulle virtù che le vedeva praticare ogni giorno.  

Una notte del settembre 1870 la Serva di Dio era, secondo il solito, davanti al SS. Sacramento. Nostro Signore le svelò che doveva ben presto chiamare a Sé la nostra cara giovane Sorella M. Claudina che non toccava ancora i due anni di Professione e i venticinque di età. Essa la vide vestita di bianco, stesa, senza moto, sull'altare, come una vittima ... ma raggiante di bellezza. Gli Spiriti Beati la circondavano contemplandola e Gesù disse: “Ora non morirà più!”.  

Suor M. Marta comprese che le incombeva di terminare la corona di sua Sorella e di vestirla per le nozze eterne. Essa pregò e soffrì molto.  

Nel corso dell'ottobre, un'imprudenza cagionata da spirito di sacrificio forse eccessivo, procurò la malattia di cui Suor M. Claudina non doveva più guarire. Il 17 maggio 1871, essa riceveva gli ultimi Sacramenti. Il 20, dopo mezzogiorno, una voce del Cielo avvertì Suor M. Marta, che l'ora della separazione stava per suonare: “Con i grandi patimenti che hai sofferto nell'anima e nel corpo, tu hai compiuto la sua corona e pagato il suo debito”. A queste parole essa provò una gran pace interna.  

Verso le quattro essa depose un fiore ai piedi della Vergine SS. nel suo piccolo oratorio: “Mia buona Madre, vi offro questo fiore per mia Sorella M. Claudina. - Io vengo a prenderla, rispose la Madonna”. La nostra Sorella salì prontamente all'infermeria, ove vide la Vergine Immacolata, china sulla moribonda, insieme alla nostra compianta Madre Maria Paolina Deglapigny.  

Alla fine del Mattutino, circondata dalle sue Madri del Cielo e da quelle della terra, sotto gli sguardi di santa invidia della sua diletta Sorella, la cara agonizzante se ne volava al Cielo.  

La sua immediata ammissione nell'eterna Beatitudine, fu mostrata a Suor M. Marta mentre era già inginocchiata alla porta del Coro per la sua santa veglia: “Io vi ringrazio Sorella mia!.... Se la mia corona è così bella, io lo debbo in gran parte a voi”.  

La vista della felicità di quest'anima riaccese nella nostra Sorella il desiderio della morte e del Paradiso; e struggendosi in lagrime scongiurava la Sorella a ottenerle di poterla presto raggiungere. “Toccava a me a partir la prima, poiché io sono la maggiore - La vostra corona sarà più bella della mia, perché voi salvate le anime per mezzo delle Sante Piaghe di Gesù... Voi dovete lavorare ancora per voi e me... Quando il vostro “compito” sarà finito, io verrò a prendervi”.

Suor M. Marta la rivide sovente, sempre adorna di una bellezza senza pari: “Io sono Sposa e seguo ovunque l'Agnello” diceva con voce incantevole l'anima beata di questa cara Sorella minore.

Suor Maria Marta Chambon

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