Raccolta di preghiere della Serva di Dio LUISA PICCARRETA
A che serve pregare così nella Divina Volontà?
Stavo fondendomi nel Santo Volere Divino, per girare in ciascuna intelligenza di creatura e dare al mio Gesù il ricambio di amore di ciascun pensiero delle creature. Ma mentre ciò facevo, un pensiero mi ha detto: a che giova pregare in questo modo? Anzi, mi pare che siano spropositi, anziché preghiere!
Ed il mio sempre amabile Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha detto: “Figlia mia, vuoi sapere a che giova e quale ne è l’effetto? La creatura che viene a gettare nel mare immenso della mia Divinità la pietruzza della sua volontà, come la getta, se la sua volontà vuole amare, le acque del mare infinito del mio Amore s’increspano, si agitano, ed Io sento le onde del mio Amore che esalano il loro celeste profumo, e sento il piacere, le gioie del mio Amore agitate dalla pietruzza della volontà della creatura. Se adora la mia Santità, la pietruzza della volontà umana agita il mare della mia Santità ed Io mi sento ricreare dalle aure purissime della mia Santità. Insomma, qualsiasi cosa vuol fare la volontà umana nella Mia, come pietruzza vi si getta in ciascun mare dei miei attributi e, agitandoli ed increspandoli, Io sento darmi le stesse cose mie e gli onori, la gloria, l’amore che in modo divino può darmi la creatura. Sicché avviene come ad una persona, che essendo molto ricca e avendo tutti i beni in casa sua, fonti freschissime, fonti profumate, fonti calde, un’altra persona che entri in questa casa non ha che darle, perché quella possiede tutto, ma vuole farle piacere, vuole amarla; e che fa? Prende una pietruzza e la getta nella fonte fresca; le acque agitate esalano una delicatissima freschezza e il Signore di quella casa gode il piacere della freschezza della sua fonte, gode degli stessi beni che possiede, ma perché? Perché quella tale si è presa il pensiero di agitare quella fonte, perché le cose agitate allora esalano più intenso il profumo, la freschezza o il calore che contengono. Ecco che significa entrare nella mia Volontà: agitare, smuovere il mio Essere e dirmi: Vedi quanto sei buono, amabile, amante, santo, immenso, potente? Sei il tutto e io voglio muoverti tutto per amarti e farti piacere... E a te pare poco?” (Vol. 15°, 01.07.1923).
a cura di D. Pablo Martín
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