COMODITA' E SUPERFLUO
Io sono nato in una povera grotta. Le mie tenere membra hanno toccato la paglia, mentre il più povero dei poveri nel mondo nasce almeno in un giaciglio e viene accolto con ogni premura.
Il mondo non pensa più a me che sono nato in una mangiatoia, cioè nel vuoto di tutto ciò che sa di umano. E le anime non mi possiedono perché non hanno più il cuore vuoto di tutto.
Si preferisce piacere più agli uomini che a me e quasi sempre si preferiscono a me anche le cose più insignificanti della terra. E' per questo motivo che sono poche, pochissime le anime che mi lasciano libero accesso nei loro cuori per formarvi la mia dimora.
Quanto sono lontane le anime dalla mia povertà! Lo spirito di povertà non è più apprezzato; si desidera la vita comoda, il godimento, il lusso; si vuole sempre apparire i migliori, i primi e per questo si fa sparire ogni traccia di povertà. Aleggia sul mondo il rifiuto totale dello spirito di povertà.
E i miei sacerdoti amano tutti la povertà? E' l'amore delle anime che li muove nella loro attività, o è il desiderio del denaro? O ministri dell'altare, non mediterete mai abbastanza le mie parole: "Le volpi hanno le loro tane, gli uccelli il loro nido ma il Figlio dell'Uomo non ha dove posare il capo!".
Che ne sarà, alla vostra dipartita da questo mondo, del denaro che avrete accumulato? Vi accorgerete di averlo accumulato per altri. Accontentatevi del necessario nell'abitazione e nelle suppellettili. Evitate il superfluo e non sprecate il denaro in divertimenti inutili. Fatevi degli amici col mammona di iniquità! Date il superfluo ai bisognosi e sostenete le opere di carità!
Il denaro ammassato è per voi un grave pericolo spirituale, perché vi attaccate il cuore e perché date un cattivo esempio al fedeli, che amano vedere il sacerdote disinteressato, anche in questo diverso dagli altri uomini.
Il denaro vi porta alle comodità, a procurarvi tutti quei piaceri che comunemente si dicono leciti (leciti perché non sono evidentemente cattivi), ma che tuttavia non sempre sono immuni da colpa, o per l’abuso o per l'attaccamento esagerato. Quanti peccati veniali di cui rendere conto alla Divina Giustizia!
Dove sconteranno i miei sacerdoti tutte queste miserie morali? ... C'è il purgatorio, che è una dolorosissima riparazione per tutti, ma soprattutto per i consacrati.
Nella vostra predicazione avete trattato il tema del purgatorio, descrivendo con vivi colori le pene delle anime che si purificano nell'oltretomba. Per quanto abbiate detto, avete detto poco, perché del purgatorio possono parlame convenientemente soltanto coloro che vi stanno dentro.
Ma non pensate, voi sacerdoti, specialmente voi più rilassati, non pensate che il purgatorio è fatto soprattutto per voi? Lì sarete purificati dalla Divina Giustizia, prima di essere ammessi alla mia gloria.
Poco amore di Dio, poca delicatezza di coscienza, appagamento del cuore e dei sensi, specie della gola, curiosità un po' malsane, tempo sprecato, perché non utilizzato per la gloria di Dio, freddezza col prossimo, indifferenza verso i bisogni altrui ... tutto viene vagliato dalla Divina Giustizia nell'ora del rendiconto finale e tutto si dovrà pagare.
Servi prudenti sono quei sacerdoti che odiano la grossolanità nella vita spirituale. Scrupolo no, ma delicatezza sì!
Don Enzo Boninsegna,
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