venerdì 3 aprile 2020

Ritorno a casa



I convertiti dal Protestantesimo


Thomas Merton (1915-1968)

Educato nella confessione episcopale, lasciò praticamente la fede durante i primi vent’anni della sua vita e visse dedicandosi a tutti i piaceri e frivolezze della gioventù moderna e sventata. Così racconta nella sua Autobiografia: Quando morì mio padre, mi ritrovai totalmente libero da tutto ciò che impediva l’agire della mia volontà per comportarmi secondo le mie voglie. Immaginai di esser libero. Ci vollero cinque o sei anni per comprendere in che malvagità ero entrato. La dura scorza della mia anima aveva espulso le ultime vestigia di religiosità che talvolta vi avevano albergato. Non vi era posto per nessun Dio in quel tempio vuoto e pieno di polvere e immondezza, di cui ero tanto geloso, tanto da allontanare tutti come degli intrusi, al fine di poter dedicare tutto alla venerazione della mia specifica e stupida volontà.
La mia anima era semplicemente morta. Era vuota, era come un vuoto spirituale rapportato all’ordine soprannaturale. Le sue facoltà erano come scorze secche rispetto a quello che dovevano essere state.
Visitando l’Italia come turista cominciò a conoscere un poco Cristo, benché conservasse il rifiuto per il cattolicesimo. Racconta: Mi trovai a Roma dove ebbe inizio la mia conoscenza di Cristo. Lì conobbi per la prima volta colui che ora servo come mio Dio, e mio Re, colui che possiede e governa la mia vita.
Dio seguiva il suo cammino e d’improvviso, una notte, mi parve che mio padre (morto) fosse lì con me. La sensazione della sua presenza era tanto viva, tanto reale, tanto sorprendente come se egli mi avesse toccato un braccio o parlato con me. Tutto passò in un istante; ma in quell’attimo, istantaneamente, mi sentii oppresso dalla brusca e profonda visione della miseria e corruzione della mia anima. Fui attraversato profondamente da una luce che mi fece comprendere la condizione nella quale mi trovavo. Fui pieno di orrore, dinnanzi a ciò che vidi, tutto il mio essere si ribellò contro ciò che avevo al mio interno, la mia anima desiderava fuggire... Ora penso che per la prima volta nella mia vita cominciai davvero a pregare. Pregavo questo Dio che mai avevo conosciuto affinché venisse a liberarmi dalle tenebre e mi aiutasse a liberarmi dalle cose terribili che tenevano la mia volontà in schiavitù.
Dopo qualche tempo cominciò a cercare Dio tra i quacqueri, la chiesa sionista, e altre chiese cristiane. Un giorno entrò in una libreria e comprò il libro Lo spirito della Filosofia medievale. Provò delusione quando si rese conto che era un libro cattolico, ma lo lesse. Quando ebbe terminato di leggere questo libro cominciò a desiderare di recarsi in una chiesa.
Un forte impulso cominciava ad affermarsi in me e mi sentivo attratto in modo potente dalla Chiesa cattolica. Infine l’impulso divenne talmente forte che non potevo resistergli. Dissi alla mia ragazza che avevo deciso per la prima volta in vita mia di andare a messa. La prima volta in vita mia! Questo era verità. Ero stato diversi anni in Europa, ero stato a Roma, ero entrato ed uscito da mille cattedrali e chiese cattoliche e non avevo mai sentito una messa. Se qualche messa veniva celebrata nelle chiese che visitavo, sempre fuggivo con sciocco panico protestante.
Non dimenticherò facilmente ciò che sentii quel giorno (agosto 1938). Per prima cosa sentii una voce dolce, soave, forte e pura che mi diceva: “Vai a messa!” Era qualcosa di completamente nuovo ed estraneo, questa voce che pareva smuovermi, questa ferma e crescente convinzione su quello che dovevo fare. Aveva una soavità, una semplicità che non potevo spiegarmi facilmente. Quando le cedetti, non si gongolò sopra di me, né mi aggredì, ma mi condusse serenamente verso l’orizzonte determinato... In verità ero ancora un po’ spaventato di recarmi in una chiesa cattolica dopo il proposito fatto, con tutta l’altra gente per accomodarmi in un banco e abbandonarmi ai misteriosi pericoli di questo evento forte e raro che chiamano messa.
Dio mandò una domenica molto bella. E dato che era la prima volta che passavo una domenica realmente sobrio in New York, mi sorpresi dell’atmosfera pura e tranquilla delle strade vuote nella parte alta della città. Il sole risplendeva... La gente entrava dalla porta principale della chiesa che era completamente aperta... e d’improvviso tutte le chiese d’Italia e di Francia mi apparvero. La ricchezza e pienezza dell’ambiente cattolico che non avevo potuto evitare di cogliere e amare da bambino, ritornarono in me come un torrente, però ora vi sarei entrato dentro, in pienezza, per la prima volta... La cosa che più mi impressionò fu che la chiesa era piena, assolutamente piena, non solo di anziani e gentiluomini consumati, ma anche di uomini e donne, bambini, giovani e vecchi, soprattutto giovani.
Un giorno piovoso di settembre avverte di nuovo la voce che lo spinge e lo indirizza verso la chiesa del Corpus Christi di Broadway in New York, per chiedere il battesimo. Il 16 novembre del 1938 ricevette il battesimo sotto condizione. Quindi poté dire: Tutto fu molto semplice! Che pesi caddero dalle mie spalle: Credo, Credo!
Una delle grandi pecche della mia vita spirituale nel primo anno era la mancanza di devozione verso la Madre di Dio. Credevo nelle verità che insegna la Chiesa sulla Madonna, dicevo le Avemarie, quando pregavo, ma questo non era sufficiente. La gente non si rende conto del grandissimo potere della Santissima Vergine. Non sa chi è, e che dalle sue mani giungono tutte le grazie, perché Dio ha voluto che lei partecipasse all’opera di salvezza degli uomini.
Ma il suo amore per Cristo e Maria divenne tanto grande che qualcosa dentro di lui lo fece sentir desideroso di compromettersi totalmente. Alla fine la grazia scese su di lui, e a ventisei anni entrò nell’Abbazia dei frati trappisti del Kentucky (USA), dove ha vissuto il resto della sua vita come sacerdote cattolico.
Thomas Merton, un grande poeta e scrittore nordamericano, di origine francese, ci insegna che per quanto lontani siamo da Dio, sempre Egli ci segue attendendo e chiedendoci una scelta totale di servizio a lui ed ai nostri fratelli. 

Padre ángel Peña

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