domenica 16 agosto 2020

Il Mistero dell’Iniquità e il Nuovo Ordine Mondiale massonico



Il Mistero dell’Iniquità


B) L’estrema crudeltà del dominio sionista: un preludio alla loro egemonia mondiale

Il dominio radicale ebraico-sionista nell’ultimo secolo ha mostrato i  suoi aspetti più crudeli e brutali, sia in Russia sia in Palestina. Il Terrore  Rosso perpetrato dal regime ebraico-bolscevico in Russia fu un vero  e proprio genocidio di massa.147 Gli orrori indicibili e brutali di quel  periodo di terrore furono raccontati da S.P. Melgunov nel suo libro La Terreur rouge en Russie [“Il Terrore Rosso in Russia”] (1918-1923).  “L’esatto ammontare dell’enorme numero di vittime che è stato attribuito  al socialismo comunista”, spiega Melgunov, “… probabilmente non  sarà mai conosciuto, ma esso va al di là di qualunque immaginazione.  Non è possibile sapere l’esatto numero di vittime. Tutte le stime errano  assolutamente per difetto.” Un quotidiano di Edimburgo, The Scotsman,  pubblicò il 7 novembre 1923 un rapporto del Professor Sarolea, nel  quale vennero fornite le seguenti cifre: 

28 Vescovi; 1,219 sacerdoti; 6,000 professori e insegnanti;  9,000 dottori; 54,000 ufficiali; 260,000 soldati; 70,000 poliziotti;  12,950 proprietari terrieri; 355,250 intellettuali e liberi  professionisti; 193,000 operai e 215,000 contadini.148

Theodore Pike spiega che “gli ebrei resero possibile un livello tale  di omicidi, persecuzioni, schiavitù ed imprigionamenti da far quasi  impallidire le sofferenze da loro stessi patite.”149 Nel suo libro The  Rulers of Russia [“I governanti della Russia”] Padre Fahey dimostrò chiaramente che il regime che perpetrò quest’olocausto era quasi interamente ebraico. Nel numero 12 della rivista Sovietica Il Comunista,  pubblicato a Kharkov il 12 aprile 1919, M. Cohen scrisse: 

Senza esagerare, si può ben dire che la grande rivoluzione sociale in Russia è stata portata avanti dagli ebrei. È vero che nei ranghi dell’Armata Rossa vi sono soldati che non sono ebrei. 

Ma nei comitati e nelle organizzazioni sovietiche, così come tra i  Commissari del Popolo, gli ebrei guidano le masse del proletariato  Russo…

Altrettanto brutale dello sterminio di russi ed ucraini da parte degli  ebrei, è stato il genocidio perpetrato da Israele ai danni dei palestinesi e dei  vicini paesi arabi. Lo sterminio di innocenti palestinesi da parte dell’Irgun  di Menachem Begin, è stato descritto dal National Geographic dell’aprile  1983, a pag. 514:

Alle 4 del mattino del 9 aprile 1948, 132 terroristi israeliani  appartenenti all’Irgun e alla Banda Stern, piombarono sugli abitanti  ancora addormentati del pacifico villaggio di Deir Yassin, a ovest di  Gerusalemme. Per le successive otto ore vennero commessi omicidi  brutali, che fecero oltre 200 vittime tra uomini, donne e bambini; 15 case vennero distrutte, “i corpi furono ammucchiati in una cava lì vicina e dati alle fiamme. Il fumo oscuro che si sprigionò da quei  corpi oscura ancor’oggi Gerusalemme.”150

Reham Alhelsi151 descrisse ancor più dettagliatamente il massacro  compiuto a sangue freddo dai terroristi ebraico-sionisti contro gli  innocenti e pacifici civili di Deir Yassin: 

Sono le 4.30 di mattina di venerdì 9 aprile 1948; mentre il villaggio è immerso nel sonno, le bande terroristiche sioniste  accerchiano Deir Yassin. I palestinesi si svegliano al suono degli  altoparlanti che gli intimano di lasciare il villaggio; gli abitanti,  ignari di ciò che sta per accadere, escono dalle proprie case per  capire che succede, ed è in quel momento che ha inizio il massacro. 

L’Irgun attacca il villaggio da sudest, la Banda Stern da est, mentre l’Haganah apre il fuoco sul villaggio con dei mortai. Le  guardie del villaggio palestinese cercano di difendere i residenti e di fermare le bande sioniste, combattono con valore, ma sono  inferiori per numero ed armamenti, e devono soccombere dinanzi a tre bande armate fino ai denti. I sionisti aprono il fuoco contro  chiunque cerchi di scappare dal villaggio, si spostano all’interno  dello stesso e cominciano a fare “piazza pulita”: passano di casa in casa, violentando le donne, massacrando i bambini e uccidendo chiunque si trovi al loro interno, usando  mitra e pugnali. Intere famiglie vengono addossate ai muri e giustiziate sul posto. Le donne incinte  vengono pugnalate al ventre ed i corpi dei loro bambini  terribilmente mutilati. I soldi e i gioielli vengono rubati dai corpi delle vittime e le case vengono razziate, prima d’essere date  alle fiamme. Delle 144 case di Deir Yassin, almeno 15 vengono  fatte saltare in aria dalle bande terroristiche sioniste con le persone ancora al loro interno. L’ufficiale Britannico Richard Catling, Assistente Ispettore Generale della Divisione Investigazioni Criminali, confermò che: 
 “La registrazione delle dichiarazioni è ostacolata dallo stato  isterico in cui si trovavano le donne, che spesso crollavano mentre  rilasciavano la propria dichiarazione. Non vi sono dubbi, tuttavia,  sul fatto che molte atrocità a carattere sessuale siano state  commesse dagli ebrei che hanno colpito il villaggio. Molte giovani  studentesse sono state violentate e poi uccise. Anche donne anziane  sono state molestate. Una storia riguarda il caso di una giovane ragazza che è stata letteralmente spezzata in due. Molti neonati sono  stati mutilati e uccisi. Ho visto anche un’anziana donna… che era  stata colpita violentemente al capo col calcio dei fucili. A molte donne  sono stati strappati i braccialetti dal braccio e gli anelli dalle dita, e alcune non avevano più le orecchie perché le erano state strappate per  rubare gli orecchini.” [1]
Durante il massacro, uomini, donne, bambini e anziani vennero uccisi a sangue freddo ed in modo orribile, e centinaia di  altri rimasero feriti. Il numero esatto delle vittime è controverso.  La maggior parte delle fonti afferma che il numero dei martiri  fu di 254, tra cui 25 donne incinte che vennero uccise a colpi di  baionetta, 52 bambini che vennero mutilati e decapitati davanti  alle loro madri, prima che anche queste ultime venissero uccise. 
“Un resoconto agghiacciante del massacro è stato fornito da un  medico della Croce Rossa che arrivò al villaggio il giorno dopo, e  vide di persona ‘il rastrellamento’ come lo definì uno dei terroristi.  Questo dottore affermò che ‘il rastrellamento’ era stato compiuto con  mitra, granate e infine portato a termine con i coltelli. Le pance delle donne erano state aperte ed i bambini uccisi tra le mani delle madri  impotenti. Circa 250 persone furono assassinate a sangue freddo. 
[2] Di queste, 25 donne incinte erano state colpite al ventre con le  baionette mentre erano ancora vive; 52 bambini erano stati mutilati  sotto gli occhi delle loro madri, infine uccisi e decapitati. Le madri  vennero massacrate a loro volta, e i loro corpi mutilati. Circa altre  60, tra donne e bambine, vennero uccise ed i loro corpi mutilati.” [3] Le Nazioni Unite e la Croce Rossa, i cui rappresentanti  furono tra i primi ad arrivare nel villaggio, dopo il massacro, confermarono che il numero delle vittime era vicino alle 250  stimate. Altre fonti più recenti indicano il numero dei morti in  120 (vedi la lista dei martiri), aggiungendo che il numero delle  vittime era stato esagerato dai terroristi sionisti per diffondere  la paura, tra i palestinesi. La pulizia etnica è stata uno degli  obiettivi dichiarati di quel massacro, e le atrocità commesse a Deir  Yasin sono state utilizzate per spingere i residenti di altri villaggi  palestinesi a fuggire per salvarsi la vita, per timore di subire un destino simile. Dopo il massacro, le bande terroristiche sioniste sono andate di villaggio in villaggio palestinese, ordinando ai  palestinesi di andarsene via “o di incontrare lo stesso destino di  Deir Yassin.” [4]
Si mettevano fuori dai villaggi e avvertivano i residenti con gli altoparlanti: “La strada di Gerico è ancora aperta, scappate da  Gerusalemme prima che vi uccidiamo come abbiamo fatto con gli  abitanti di Deir Yassin.” [5]
Durante l’espulsione degli abitanti di Ramleh e Lydd, nel luglio  1948, Sari Nair, un abitante di Ramleh, ha rivelato come vennero  cacciati via dalle proprie case da un soldato sionista che disse loro di scappare “altrimenti sapete cosa accadrà: quel che è successo a  Deir Yassin capiterà anche a voi.” [6]
Oltre a quelli massacrati nelle loro case, 25 uomini palestinesi  vennero radunati dai terroristi sionisti, vennero messi su di un  camion e fatti sfilare per le strade di Gerusalemme in una sorta di  “parata della vittoria”, prima d’essere giustiziati presso una cava lì  vicino e sepolti in una fossa comune. Testimoni oculari riferirono  inoltre che circa 150, tra donne e bambini, vennero fatti sfilare  nudi per le strade della zona ebraica di Gerusalemme: “Quei  furfanti radunarono donne e ragazze ancora vive, e dopo aver tolto loro i vestiti, le misero nude all’interno di alcune macchine scoperte,  portandole in giro per le strade della zona ebraica di Gerusalemme,  dove furono sottoposte allo scherno e agli insulti degli spettatori.  Molti hanno persino scattato delle foto di quelle donne.” [7]

Il massacro di Deir Yassin, contrariamente a ciò che dicono alcuni,  non fu il risultato di un’insubordinazione improvvisa e spontanea  da parte di un gruppo isolato e ribelle. Al contrario, fu l’esecuzione  a sangue freddo di un piano premeditato. Nel suo libro The Iron  Curtain over America [“La cortina di ferro sull’America”], il professor  John Beatty scrisse che: “nel febbraio 1948, un ufficiale dell’Agenzia  Ebraica informò un mio amico inglese che gli ebrei sarebbero riusciti a  gestire con facilità gli arabi. Tutto quel che dovevano fare era compiere  semplicemente due o tre massacri, spiegò, e la resistenza araba sarebbe crollata. ‘Inoltre’, aggiunse, ‘quando compiremo un massacro, non  uccideremo solo gli uomini, ma stermineremo anche donne e bambini,  e persino le mucche, le pecore e i cani’.”152
Questo progetto prevedeva l’espulsione sistematica dei palestinesi  dalle proprie terre. “Le minute di un incontro dell’Esecutivo dell’Agenzia  Ebraica, avvenuto il 12 giugno 1938,” spiega Iqbal Jassat, “riportano  un’affermazione agghiacciante da parte di David Ben-Gurion: ‘io sono  a favore della deportazione; non ci vedo niente d’immorale’.” Jassat  continua: “Nei suoi diari, alla data 12 luglio 1937, Ben-Gurion scrive a  suo figlio che l’unica opzione rimasta al sionismo era che: ‘gli arabi se ne devono andare’.”153
Secondo il “Piano Dalet”, spiega Reham Alhelsi:

Deir Yassin doveva essere occupata, al pari di altri villaggi palestinesi. Il “Piano Dalet” (o piano D) delineava la principale  strategia militare sionista, e conteneva molte sotto-operazioni  finalizzate all’espulsione sistematica di quanti più  palestinesi e all’occupazione di quanto più suolo palestinese  possibile, prima della scadenza del Mandato Britannico. Questo  piano dava ai comandanti militari sionisti e alle loro bande piena  facoltà di sterminare ed espellere i palestinesi, distruggendo i loro  villaggi e le loro città. Questo piano, e le operazioni che vennero  condotte in suo nome, hanno causato la pulizia etnica di 123  località palestinesi (il 40% di tutte le località della Palestina) e la  fuoriuscita dal paese di ben 413.794 rifugiati palestinesi (il 54% dei rifugiati del Nakba), rendendo evidente quest’ultimo come  obiettivo primario dietro alla pulizia etnica della Palestina.154 

Menachem Begin provò a giustificare l’attacco a Deir Yassin nel suo libro The Revolt [“La Rivolta”]:

Gli arabi presenti nel paese, indotti a credere ai selvaggi racconti del ‘massacro dell’Irgun’, caddero in preda al panico e  cominciarono a fuggire per salvarsi la vita. Questo esodo di massa si trasformò presto in una fuga disordinata ed incontrollabile. Il  grande significato politico ed economico di questo sviluppo non è  stato sufficientemente compreso.155

L’Irgun “affermò che la ‘violenza politica ed il terrorismo’ erano  ‘strumenti legittimi nella lotta nazionale ebraica per la conquista della  Terra d’Israele’.”156 I loro attacchi furono, nell’ordine:

• Il Massacro di Al-Quds, nel dicembre 1937: membri dell’Irgun  lanciarono una bomba a mano in un mercato vicino alla Moschea  di Al-Quds, uccidendo e ferendo decine di persone.

• Il Massacro di Haifa, nel marzo 1938: membri dell’Irgun e della banda Lehi lanciarono delle granate nel mercato di Haifa,  uccidendo 18 persone e ferendone altre 38.

• Il Massacro di Haifa nel luglio 1938: L’Irgun fece esplodere un auto  bomba nel mercato di Haifa, uccidendo 21 persone e ferendone 52.

• L’attacco al villaggio di Balad El-Sheik, nel giugno 1939: Questo  villaggio palestinese venne attaccato da membri dell’Haganah,  l’organizzazione paramilitare ebraica di difesa. Cinque abitanti  vennero rapiti e uccisi. 

L’attentato all’Hotel King David, nel luglio 1946: guidati da  Menachem Begin, l’Irgun pianificò e portò a compimento nel luglio  1946 un attentato esplosivo contro l’Hotel King David, quartier  generale Britannico a Gerusalemme, al fine di distruggere dei  documenti che provavano le campagne terroristiche dei gruppi  sionisti. L’attacco uccise 28 Britannici, 17 ebrei, 41 palestinesi e  altre 5 persone, per un totale di 91 vittime. 

• L’attacco al Club ufficiali Britannico di Casa Goldschmidt, a  Gerusalemme, nel marzo 1947: 17 morti tra militari ed ufficiali  dei servizi segreti Britannici.

• L’attentato alla stazione ferroviaria di Gerusalemme, nell’ottobre  1947: L’Irgun fece esplodere la stazione ferroviaria di Gerusalemme,  oltre a minare le strade ed attaccare veicoli militari.157
La Banda Stern fu fondata da Avraham Stern nel 1939. Dopo l’assassinio di Stern, avvenuto nel 1942 ad opera degli inglesi, questa  banda si riorganizzò in “un movimento clandestino chiamato Lehi,  acronimo di Combattenti per la Libertà d’Israele.” 158 Gli attacchi  terroristi della Lehi furono:

• ’assassinio di Lord Moyne, avvenuto al Cairo, in Egitto, nel  novembre 1944: Lord Moyne era all’epoca il rappresentante di  grado più elevato del governo inglese, nell’area del Medio Oriente.  La Lehi volle ucciderlo a causa del suo sostegno alla creazione di  una Federazione Araba Mediorientale. 

• Gli attentati al Treno Cairo-Haifa, agli inizi del 1948: pochi mesi  prima dello scoppio della guerra arabo-israeliana del 1948, il  treno Cairo-Haifa venne bombardato diverse volte; questi attacchi  vennero attribuiti o rivendicati dalla Lehi. Uno di questi attacchi,  nel febbraio di quell’anno, provocò la morte di 28 soldati ed il ferimento di altri 35. Un altro attacco il mese successivo uccise 40 civili, ferendone 60. 

• Il massacro di Deir Yassin, aprile 1948: i commandos della Lehi  e della Irgun, guidati da Menachem Begin, attaccarono il piccolo  villaggio (700 persone) di Deir Yassin, uccidendo tra i 100 ed i 120  abitanti.159 [Altre fonti parlano di oltre 200 vittime].

Nella sua Enciclica del 15 aprile 1949, I luoghi Santi della Palestina,  Papa Pio XII lanciò un appello in favore dei palestinesi che venivano  massacrati e strappati dalle loro case:

Con la sospensione delle ostilità, si è ancora lungi dallo stabilire effettivamente in Palestina la tranquillità e l’ordine… Ci  giungono ancora le implorazioni di tanti e tanti profughi, di ogni età e condizione, costretti dalla recente guerra a vivere in esilio, sparsi in campi di concentramento, esposti alla fame, alle epidemie e ai pericoli di ogni genere…Noi rivolgiamo un caloroso appello a coloro cui spetta provvedere, perché sia resa giustizia a quanti,  costretti dal turbine della guerra a lasciare le proprie case, non  bramano che ricostituire in pace la loro vita.160

Poco è cambiato da quando Pio XII chiedeva giustizia per il popolo  palestinese. Nella sua opera già citata, Theodore Pike ha scritto: “Non  possiamo esimerci… dal tratteggiare una linea comune tra il massacro di  mezzo milione di gentili, compiuto nel 119 D.C. dagli ebrei, e la recente [1982] incursione in Libano da parte d’Israele, durante la quale il fuoco  israeliano, secondo la polizia di Beirut, avrebbe causato la morte di  oltre 18.000 gentili (la maggior parte dei quali cristiana). Ascoltiamo le  dichiarazioni di questo testimone credibile (Stan Mooneyhan) rilasciate  alla rivista World Vision: 

Alcuni affermano che furono date due ore di preavviso. Altri  insistono che non vi fu preavviso alcuno… i primi aerei giunsero  alle 5 del pomeriggio; da mezzanotte fino alle 8 del mattino  seguente i bombardamenti furono ininterrotti, e durarono per tre  giorni…

Ein-El-Hilweh non esiste più. Non avevo mai visto una distruzione così assoluta, nemmeno a Managua, quando il terremoto distrusse la capitale del Nicaragua. Se i guerrafondai ed i pacifisti di tutto il mondo vogliono veramente sapere cosa  significhi un bombardamento a tappeto, dovrebbero venire qui... è  uno dei più grandi massacri dell’era moderna.

[L’attacco israeliano contro Sidone]

...alle 2.30 di mattina del 14 giugno, un bomba piomba sulla  Scuola Kineye. Fa a pezzi corpi, strappa via braccia e gambe da  quelli che un secondo prima erano corpi integri di esseri umani. Lo  spostamento d’aria farà il resto...
Io mi trovo qui, tre settimane dopo, dove nessun osservatore  avrebbe dovuto essere, vedendo quello che nessun osservatore  avrebbe dovuto vedere. Corpi mutilati e arti dappertutto... la  Scuola Kineye è un mattatoio; si cammina a mezza gamba sui  liquidi corporei fuoriusciti dai corpi ammassati sul pavimento della  cantina.
Ho contato più di 50 cadaveri. Il resto delle vittime è impilata  uno sopra l’altra, Gettati lì dall’esplosione che ha preso le loro  vite. C’è stato detto che sono 255 i morti in quel groviglio di corpi  umani (settembre 1982).
Se la stima di Israele sulle vittime di Sidone fosse esatta (hanno  detto 165 morti), allora vorrebbe dire che ho visto tutte le vittime  dell’attacco, tranne una decina, ammassate nella cantina di una  singola scuola… e questo senza parlare della cittadina stessa di Ein-el-Hilweh, appena fuori Sidone, che aveva una popolazione di  circa 60.000 abitanti e che adesso non esiste più, obliterata da un  bombardamento a tappeto.” 

“Mooneyhan era a capo di un’organizzazione di aiuti internazionali  che stava portando 400.000 dollari in aiuti medici e generi di conforto  alle vittime di quell’olocausto,” continua Pike, “e rimase scioccato dinanzi  al rifiuto degli occupanti israeliani di permettere la distribuzione degli  aiuti umanitari, malgrado i combattimenti fossero finiti da un pezzo e  l’intera area fosse ormai sicura.”161
Il 30 gennaio 1991 si è appreso che “un coprifuoco, fatto rispettare  in modo rigoroso da diversi blindati per il trasporto di truppe, ha  paralizzato la vita nei territori occupati, lasciando molti dei 1.7  milioni di palestinesi sull’orlo del lastrico, ed in uno stato di paura  ed irascibilità.”162 Il rapporto continuava spiegando come i palestinesi  venissero obbligati a restare chiusi in casa, notte e giorno, ad eccezione  di un paio d’ore al giorno. Un palestinese che aveva violato il coprifuoco  fu ucciso dalle truppe Israeliane. 
Oggi i palestinesi continuano ad essere brutalizzati e vessati dai loro  conquistatori israeliani. L’attacco a Gaza, avvenuto agli inizi del 2010, è  stato teatro di molti crimini di guerra, tra i quali il bombardamento di  civili, l’uso del fosforo bianco (filmato in diretta da Al Jazeera e Press  TV) e diverse altre punizioni collettive. “‘I cinque milioni di persone  che vivono nelle tre parti rimanenti della Palestina – la Cisgiordania,  la Striscia di Gaza e Gerusalemme Est – non hanno mai sofferto così  tanto sin dalla Nakba (catastrofe, in arabo), quando due terzi degli  arabi palestinesi vennero cacciati dalle loro case, la loro terra e quindi  dalla loro vita, per mezzo del terrore e la forza delle armi, nel 1948’,  così si è espresso il dott. David Halpin, un chirurgo in pensione e noto  attivista per i diritti umani dei palestinesi, riferendosi al ‘tormento e alle perdite’ di questi ultimi.”163
Il 1 marzo 2008, Il Vice Ministro alla Difesa israeliano, Matan  Vilnai, minacciò di lanciare “un olocausto ancora più grande contro  i palestinesi”:164 “Che stanno per attirare su di se una Shoah ancora  peggiore, perché noi useremo tutta la nostra forza, in qualsiasi modo  riterremo opportuno, sia dal cielo che dalla terra.”165 Mentre i politici ed  i giornalisti discutevano inutilmente sull’esatto significato del termine  ‘shoah’ usato da Vilnai, Halpin fece notare come “L’olocausto promesso  da Vilnai è stato effettivamente scatenato il 27 dicembre 2008... I militari ed alcuni rabbini avevano addirittura incoraggiato gli attacchi  contro la popolazione civile.”166

“Oltre duecento persone sono state uccise nei primi 15 minuti di bombardamenti.” Tra le vittime ci furono molti scolari, “perché le scuole erano piene, a quell’ora” e stavano cambiando i turni di studio; nello stesso momento vennero distrutti tutti i centri di  difesa civile, rendendo quasi impossibile la coordinazione delle  ambulanze. Venne persino impedito l’accesso alle Ambulanze e al personale medico, contravvenendo alla Quarta Convenzione di Ginevra e ai Principi di Norimberga, rendendo palese la natura  aggressiva di questa guerra deliberata, e commettendo il più grave  crimine di guerra “dal quale derivano tutti gli altri.” Halpin allega a questo punto i rapporto della giornalista Eva Jasiewicz (www. tiny.cc/hauGI).
“La maggior parte delle 500 pagine del Rapporto Goldstone alla Commissione dell’ONU per i Diritti Umani, si concentrano sulle  azioni degli israeliani.” Queste “azioni” includono il destino toccato alla famiglia Samouni. Mentre fuggivano dal bombardamento:  “Vennero… costretti ad entrare a dozzine in una cantina. L’edificio  venne poi fatto saltare in aria. Alle ambulanze venne impedito di  prestare soccorso ai feriti o di recuperare i morti per oltre due giorni. Un bambino sopravvissuto era disteso sul cadavere di un suo genitore.”
“Goldstone afferma in modo irrefutabile che Gaza non è un caso isolato del modo con cui gli israeliani trattano i palestinesi”,  scrive Halpin, aggiungendo che il rapporto dell’ex giudice Richard  Goldstone giunge alla conclusione che al popolo di Gaza è stata  inflitta “una punizione collettiva”, consistente in “intimidazione e  terrore.” Tutto questo è stato detto da un uomo, Goldstone, definito  dalla propria figlia: “un sionista che adora Israele.”167

Il Centro d’Informazione non governativa palestinese ha riportato le  parole di Vilnai: “la prima ammissione indiretta, da parte di un ufficiale  israeliano, consiste nel fatto che ciò che sta compiendo Israele contro i  palestinesi nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, è un vero e proprio  olocausto, anche se compiuto lentamente.”168
Nove anni fa mi sono recato in visita in Cisgiordania e ho visto  con i miei occhi gli effetti catastrofici sulla popolazione palestinese  dell’embargo economico attuato da Israele. Tutti i negozi, i grandi  magazzini e i supermercati erano chiusi a causa delle restrizioni e dalle misure economiche imposte dagli israeliani, teoricamente per ragioni di  ‘sicurezza’, ma in realtà per rendere la vita ai palestinesi il più difficile  possibile. 

Padre Paul Kramer

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