lunedì 24 agosto 2020

SERVIRE NEGLI UOMINI IL FIGLIO DELL’UOMO



Apriamo a molte genti un mondo nuovo e divino, pieghiamoci con caritatevole dolcezza allacomprensione dei piccoli, dei poveri, degli umili.
  
Vogliamo essere bollenti di fede e di carità.
  
Vogliamo essere santi vivi per gli altri, morti a noi.
  
Ogni nostra parola dev'essere un soffio di cieli aperti: tutti vi devono sentire la fiamma che arde
il nostro cuore e la luce del nostro incendio interiore; trovarvi Dio e Cristo.
  
La nostra devozione non deve lasciar freddi e annoiati perché dev'essere veramente tutta viva e piena di Cristo.
  
Seguire i passi di Gesù fin sul Calvario, e poi salire con Lui in Croce o ai piedi della Croce morire d'amore con Lui e per Lui.
  
Avere sete di martirio.
  
Servire negli uomini il Figlio dell'Uomo.
  
Per conquistare a Dio e afferrare gli altri, occorre, prima, vivere una vita intensa di Dio in noi stessi, avere dentro di noi una fede dominante, un ideale grande che sia fiamma che ci arda e risplenda - rinunciare a noi stessi per gli altri -, ardere la nostra vita in un'idea e in un amore sacro più forte.
  
Nessuno che obbedisco a due padroni - ai sensi e allo spirito - potrà mai trovare il segreto di conquistare le anime.
  
Dobbiamo dire parole e creare opere che sopravvivano a noi.
  
Mortificarci in silenzio e in segreto.
  
Dobbiamo essere santi, ma farci tali santi che la nostra santità non appartenga solo al culto dei fedeli, né stia solo nella Chiesa, ma trascenda e getti nega società tanto splendore di luce, tanta vita di amore di Dio e degli uomini, da essere, più che i santi della Chiesa, i santi del popolo e della salute sociale.
  
Dobbiamo essere una profondissima vena di spiritualità mistica che pervada tutti gli strati sociali: spiriti contemplativi e attivi "servi di Cristo e dei poveri".
  
Non datevi alla vanità delle lettere, non lasciatevi gonfiare dalle cose del mondo.
  
Comunicare con i fratelli solo per edificarli, comunicare con gli altri solo per diffondere la bontà
del Signore:
  
1) amare in tutti Cristo;
  
2) servire a Cristo nei poveri;
  
3) rinnovare in noi Cristo e tutto restaurare in Cristo;
  
4) salvare sempre, salvare tutti, salvare a costo di ogni sacrificio con passione redentrice e con 
olocausto redentore.
  
Grandi anime e cuori grandi e magnanimi, forti e libere coscienze cristiane che sentano la loromissione di verità, di fede, di alte speranze, di amore santo di Dio e degli uomini, e che nega luce d'una fede grande, grande, proprio "di quella" nega Divina Provvidenza, camminino, senza macchia e senza paura, per ignem et aquam e pur tra il fango di tanta ipocrisia, di tanta perversità e dissolutezza.
  
Portiamo con noi e ben dentro di noi il divino tesoro di quella Carità che è Dio, e pur dovendo andare tra la gente, serbiamo in cuore quel celeste silenzio che nessun rumore del mondo può rompere e la cena inviolata dell'umile conoscimento di noi medesimi, dove l'anima parla con gli angeli e con Cristo Signore.
  
Il tempo che è passato, più non l'abbiamo: il tempo che è a venire non siamo sicuri di averlo: sol dunque questo punto del tempo abbiamo, e più no.
  
Intorno a noi non mancheranno gli scandali e i falsi pudori degli scribi e dei farisei, né le insinuazioni malevole, né le calunnie e persecuzioni. Ma, o figli miei, non dobbiamo avere il tempo di "volgere il capo a mirare l'aratro", tanto la nostra missione di carità ci spinge e c'incalza, tanto l'amore del prossimo ci arde, tanto il divino cocente foco di Cristo ci consuma.
  
Noi siamo gli inebriati della carità e i pazzi della Croce di Cristo Crocifisso.
  
Sopra tutto con una vita umile, santa, piena di bene ammaestrare i piccoli e i poveri, a seguire la via di Dio. Vivere in una sfera luminosa, inebriati di luce e divino amore, di Cristo e dei poveri e di celeste rugiada come l'allodola che sale, cantando, nel sole.
  
La nostra mensa sia come un'antica agape cristiana.
  
Anime! Anime!

Avere un gran cuore e la divina follia delle anime!

S. Luigi Orione

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