Quest’anno, per prepararci alla Pasqua, vorrei parlarvi del Sacramento della Confessione, un argomento che mi sta molto a cuore!
La Confessione fatta bene può portare numerosi frutti perché mette in moto le nostre facoltà che ci introducono in una vera riscoperta di Dio! È la grande occasione che ci permette di ricominciare il cammino in cui ci siamo fermati, arenati… in cui abbiamo perduto di vista il Signore della vita che, nonostante tutto, ci ama e attende il nostro ritorno a Lui! È un momento di Grazia potente, solenne direi, per chi ama il Signore, che sa tramutarsi in una celebrazione di ringraziamento per il perdono ricevuto e per la Misericordia dell’Amore di Dio che, venendo ad abitarci, riempie l’anima di Pace e ci mette in festa!
Il cardinal Martini invitava, prima della confessione dei peccati, alla “confessio laudis”, cioè a proclamare la lode del Signore per i tanti doni che ci fa sul nostro cammino. Se facciamo l’esame di coscienza ogni sera ci ritroviamo come dei bimbi pieni di regali: pensiamoci bene, quanti doni riceviamo ogni giorno! Avviciniamoci alla Confessione con questo sentimento di gratitudine! Solo dopo, consigliava Martini, c’è la “confessio vitae”, cioè la richiesta di perdono per i peccati che abbiamo commesso. Tanti sono, infatti, i peccati in cui ci possiamo imbattere e il cercare un Sacerdote per manifestare il nostro malessere è qualcosa che ridona vita, speranza e gioia di vivere! Il nostro Dio d’Amore è sempre pronto a perdonare e a far sì che i nostri cuori si aprano a Lui e alla Sua bellezza di Padre misericordioso!
Il fatto stesso che apriamo il nostro intimo al Sacerdote qualcosa può cambiare perché non siamo più da soli, ma c’è un’anima sacerdotale che ci accompagna, ci consiglia, ci attende con la sua offerta e la sua preghiera per noi! Certo il perdono dei peccati non possiamo darcelo da soli, ma è da chiedere a Gesù, perché non è mai frutto dei nostri sforzi ma è un dono dello Spirito Santo che ci ricolma della Sua Misericordia.
La parola del Confessore ci fa capire la gravità del nostro peccato, ci aiuta a vincerlo con quella modalità che è più adatta al nostro modo di essere e alle nostre personali inclinazioni: ci educa! Questo aiuto diventa balsamo per noi perché è come acqua viva che fa bene al cuore e risolleva dal nostro malessere!
Bello è aprire il nostro intimo nella Confessione; a volte è così salutare che porta in noi un senso di letizia, di pace, di gioia, di propositi santi che ci mette in comunione con il Signore! È un’esperienza che ci arricchisce, un’esperienza profonda che ci mette a tu per tu con Dio e ci fa sentire il Suo Amore e il Suo perdono! Sì, un’esperienza di misericordia che lo stesso Confessore fa insieme a noi, penitenti di sempre; esperienza che chiamerei accoglienza pura, reciproca, fraterna che riempie il cuore di gioia e di liberazione interiore! Per questo, sempre il Card. Martini, come terza parte della Confessione, suggeriva la “confessio fidei”, che è la proclamazione davanti a Dio dopo aver ricevuto il perdono sacramentale: “Credo nella Tua potenza sulla mia vita!”.
Per cacciare il male che si annida nel nostro cuore e che ci porta al peccato occorre il Sacramento della Confessione. Il nostro Atto di dolore, il “Confesso a Dio Onnipotente” e la preghiera aiutano il nostro cuore e la nostra mente perché quel colloquio con cui il Sacerdote ci aiuta a riflettere e a capire ci porti a riappropriarci di noi stessi, di quel qualcosa che ci è sfuggito o abbiamo perduto e che solo la Grazia del Sacramento potrà ridonarci in pienezza! Non dimentichiamo che il Confessore è ministro del perdono di Dio che ci rimette in piedi, ci addita la strada e ci spinge fra le braccia del Padre che ci sta aspettando.
Proviamo a chiederci davanti a Dio come possiamo esaminare la nostra coscienza al meglio. Un aiuto possiamo trovarlo soffermandoci sulle alte indicazioni dei dieci Comandamenti; sulla bellezza delle Beatitudini; sulle sode Virtù Teologali e sui meravigliosi frutti dello Spirito Santo che sono: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, longanimità, mitezza, modestia, controllo di sé. Frutti a cui dovremmo dare maggiore spazio perché ci abitino e possano diventare per noi la perla preziosa! Lasciamoci interpellare con una buona dose di riflessione, interrogandoci con pura sincerità.
Nel colloquio con il Sacerdote noi andiamo a manifestare il malessere al medico della nostra anima; fra noi e lui non ci sono solo i nostri peccati, ma c’è il Sangue di Gesù che ci lava da ogni colpa e vi è l’inesauribile potente Amore del Padre che si è espresso nella Pasqua di Gesù, nostro Signore.
Andiamo con gioia al Sacramento della Confessione, senza badare a quel senso di pudore o disagio che può sorgere, perché non ha ragione di esistere; siamo peccatori come tutti e abbiamo bisogno del perdono e dell’abbraccio del Padre che ci ama!
Non lasciamoci prendere dallo scoraggiamento, ma puntiamo in alto, continuando a lavorare su noi stessi, imparando a fare la Confessione con una disposizione che mette a nudo la nostra anima e da cui deve sfociare una sincerità spiazzante! Teniamo presente che l’Amore di Dio è sempre più grande del male che abbiamo potuto fare! Non temiamo le cadute che immancabilmente possono arrivare, a volte è solo perché il buon Dio in questo modo permette di mantenerci nell’umiltà!
Soffermiamoci sull’esame di coscienza da fare prima di ogni Confessione, per aiutarci a scoprire le fragilità in cui cadiamo.
Certamente non è tanto il fare la lista dei nostri peccati ma il vedere, aiutati dallo Spirito Santo, i vari aspetti della nostra vita: quanti peccati di non amore nelle nostre giornate con il prossimo, in famiglia, con il vicino di casa… con la persona fastidiosa incontrata sulle scale o all’angolo della strada!
È bello mettere a nudo le nostre miserie: l’irascibilità del momento che non ci ha permesso di ragionare con la magnanimità di Dio; il non ascoltare la nostra coscienza nelle relazioni che l’ambiente offre; la mancanza di pace per dare spazio a quella amarezza che porta a ripiegarci su noi stessi per accarezzare l’eterna ferita; la carenza di zelo nel non saper trasmettere la nostra esperienza di Dio…
Quante volte manchiamo di benevolenza, di bontà, di comprensione, di altruismo, di pazienza, di buone maniere, di spirito di sacrificio, di incapacità di donare gratuitamente il proprio talento!
Nella Confessione spesso ci ritroviamo a ripetere ogni volta le stesse fragilità, ma questo non ci deve scoraggiare perché la vita continuamente ci insegna che i nostri difetti sono strutturali, ci appartengono, fanno parte di noi, del nostro temperamento, del nostro bagaglio psìchico… Proprio per questo possiamo armarci e combatterli con le armi della preghiera, della vigilanza, del dominio di noi stessi, perché avvenga davvero quel desiderato cambiamento! Arriverà, magari anche a distanza di anni, ma arriverà! Preghiamo la Vergine Maria perché sappia darci lei quel volto nuovo che abbiamo imparato a sognare!
È importante avere il dolore dei nostri peccati, sapendo che valiamo molto più di qualsiasi nostro errore! Abbiamo bisogno di imparare ad avere uno sguardo d’amore e comprensione su noi stessi, perché siamo chiamati da Dio a portare nel mondo qualcosa di bello che ci appartiene, frutto della Grazia, che fa parte della nostra gioia cristiana e scaturisce proprio dal perdono di Dio, dal sentirci amati da Lui nonostante tutto!
Signore, donami amore e portami a saper dominare me stesso; rendimi affabile, rispettoso, delicato, amante del bene. Insegnami, Signore, a saper donare il mio tempo, i miei talenti, le mie attitudini per il bene comune! Dammi di amarTi e che io possa saper fare tutto per la Tua gloria e solo per Tuo amore!
Il frutto di una buona Confessione è anche una grande gioia interiore che solo il buon Dio può dare e permette alla nostra anima di irradiare luce e calore. Con questo Sacramento l’anima si affina, diventa più esigente con sé stessa, incontra il suo Gesù, si accende di amore e cerca di piacere a Lui solo!
È molto utile per me che l’anima si accusi anche del disturbo che le recano le tentazioni perché acquista forza nel combatterle, mentre il nemico, con questa apertura, fugge a gambe levate! E allora la mia viva esortazione è quella di dire sempre tutto al proprio confessore perché mi sembra un’arma vincente per mettere in fuga il nemico!
Carissime e carissimi, quanta gratitudine scaturisce nell’anima al momento dell’assoluzione! Quanta pace si presenta in noi e ci fa capire che chi si lascia modellare dalla Grazia, riceve da Dio il dono di affinare anche coloro che l’ascoltano! È un mirabile scambio di cui solo l’Amore di Dio ci fa dono e a volte permette che quasi si tocchi con mano!
Insegnaci Signore a cercare il Tuo perdono, il Tuo abbraccio e la forza della Confessione maturi in noi la capacità di fare guerra alle nostre inclinazioni non buone! Lebbra dell’anima è il peccato, ne siamo convinti e perciò a Te veniamo per chiederTi di liberarci, di renderci forti in ogni tentazione! Vieni, Signore, accendici d’amore per Te e saremo capaci di vincere, di mortificare il nostro “io” che spinge dove non è salutare per noi!
Guariscici, Signore, avvincici a Te e saremo anche noi i Tuoi figli amati, anche se rimarremo i servi inutili di sempre!
Suor Lina Iannuzzi delle Suore Marcelline
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