La Battaglia Finale del Diavolo
Il Messaggio di Fatima contro la Linea del Partito
Ogni Linea del Partito che si rispetti richiede un dittatore o un capo del partito che la imponga. Da dove si è originata quindi, all’interno dell’apparato Vaticano, questa Linea del Partito? Tutti gli indizi portano in maniera univoca verso una sola direzione: alla Segreteria di Stato del Vaticano. Su questo punto dobbiamo dare qualche informazione ulteriore.
Per prima cosa, nella normalità – ciò che Sant’ Agostino definiva la “tranquillità dell’ordine”, o pace – la Chiesa non è una dittatura. La dittatura è un‘istituzione barbara. Come disse Euripide “tra i barbari tutti sono schiavi, eccetto uno”. Nostro Signore disse “I capi delle nazioni dominano” su di esse. [Mat. 20:25] Egli disse ai Suoi apostoli “Non così dovrà essere tra voi”. Ma la tranquillità data dall’ordine – cioè la pace della Chiesa – è stata rovinata decisivamente durante il periodo postconciliare. Nella Chiesa odierna sono i gerarchi della Curia Romana (non il Papa, ma alcuni suoi ministri del Vaticano) a regnare sui propri sudditi, in una forma di dispotismo quasi orientaleggiante. Per essere più precisi, queste persone governano su quei soggetti che accettano la Linea del Partito, mentre la Chiesa in generale patisce un tracollo nella Fede e nella disciplina, cosa che viene da loro continuamente ignorata. Com’è potuta accadere una cosa del genere? Sin dalla ristrutturazione della Curia Romana, avvenuta attorno al 1967 per ordine di Papa Paolo VI – ma che fu ideata e portata avanti in realtà dal Cardinale Jean Villot – i capi dei vari dicasteri di Roma hanno potuto agire come veri e propri dittatori. Prima del Vaticano II, la Curia Romana era strutturata come una monarchia. Il Papa era il Prefetto del Sant’Uffizio, mentre il cardinale a capo delle attività ordinarie agiva come secondo in comando. Gli altri dicasteri erano di rango inferiore, e anche se avevano una loro certa autonomia e giurisdizione, queste rimanevano pur sempre in accordo col principio di sussidiarietà236 e i dicasteri erano comunque subordinati al Sant’Uffizio, il quale dipendeva unicamente dal Papa. Tale organizzazione era in accordo con la Costituzione Divina della Chiesa. Il Papa, vicario di Gesù Cristo in terra, era a capo della catena di comando.
Dopo il Vaticano II, tuttavia, il Cardinale Villot ideò la ristrutturazione della Curia Romana. Assai prima che Gorbaciov annunciasse la sua perestroika in Unione Sovietica, la Chiesa pervenne alla propria perestroika nella Curia Romana. Il Sant’Uffizio cambiò nome – ma ancor più importante fu il fatto che esso perse la sua posizione preminente all’interno della Curia. La Curia fu infatti ristrutturata in maniera tale che il Cardinale Segretario di Stato avesse potere su tutti gli altri dicasteri, tra cui il precedente Sant’Uffizio. Rinominato e ristrutturato, il Sant’ Uffizio fu chiamato Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) ed il Papa non ne fu più il Prefetto. Ora la CDF è sottoposta al Cardinale Prefetto, che è a sua volta sottoposto all’autorità del Segretario di Stato. Secondo la precedente organizzazione, quando la Curia Vaticana era direttamente sotto la direzione del Papa e del Sant’Uffizio, i fattori più importante che determinavano le politiche curiali erano la fede e la morale. Dopo il Concilio Vaticano II e la riorganizzazione della Curia, sotto il Cardinale Segretario di Stato ed il suo dicastero, la Segreteria di Stato, è oramai la Linea del Partito – cioè la politica del Segretario di Stato – ad essere l’unica base su cui le politiche della Chiesa vengono determinate. Persino la CDF, precedentemente conosciuta come Sant’Uffizio, è subordinata al potere del Segretario di Stato. Come risultato di questa ristrutturazione il Santo Padre, il Supremo Pontefice, è ridotto de facto ad una figura che si limita a fornire la sua approvazione, quasi fosse solamente un timbro, a decisioni che gli vengono presentate come un fatto compiuto, da parte del Segretario di Stato. Questo va sottolineato: Il Papa è stato ridotto de facto ad una marionetta al servizio della dittatura del Segretario di Stato.237
Se si cerca nel registro dei Massoni, previsto dalla legge italiana, si può leggere benissimo tra i vari nomi quello di Jean Villot – lo stesso Villot che operò la ristrutturazione della Curia. Dopo la morte del Cardinale Villot, fu trovato nella sua biblioteca privata un messaggio scritto dal Gran Maestro della Loggia di appartenenza del Cardinale, il quale lo lodava per aver sostenuto le tradizioni Massoniche.238 Come disse un sacerdote Francese residente a Roma: “Almeno in una cosa, egli fu tradizionalista”.
Padre Paul Kramer
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