venerdì 3 dicembre 2021

MARIA DEBELLATRICE DELLE ERESIE

 


Maria e i Doceti 

   Due grandi doni sono venuti a noi dalla Redenzione: Verità e Virtù. Però la Divina  Provvidenza dispose che l'una e l'altra venissero provate attraverso la lotta. La verità fu  sempre osteggiata dall'errore e la virtù dalla cattiveria umana. 

Per parlare soltanto della lotta tra la verità e l'errore, possiamo dire che la controversia,  anziché essere un danno, ha servito mirabilmente a rischiarare la verità in sé stessa, rendere  più meritoria la fede e illustrare la Chiesa con la sapienza dei santi Padri. Dalla prova, si è  ottenuto che tutte le verità fondamentali della fede sono state studiate più a fondo, discusse e  sviluppate al punto di esprimere sempre meglio i dogmi più combattuti. 

Purtroppo, tutti gli errori contro la fede furono sempre originati dall'orgoglio della ragione, che  non vuole accettare se non quello che essa intende, e quindi occorre che la verità venga  proposta in modo che la ragione umana non vi trovi almeno contraddizione. 

A questo gioverà sempre lo studio dei santi Padri e Dottori della Chiesa, tanto benemeriti  della Religione e della Chiesa stessa. 

Uno degli argomenti usato dai Padri in difesa della verità, fu trovato nelle particolari  prerogative della Maternità Divina di Maria SS.PP. E l'argomento fu davvero efficacissimo. Gli  ebioniti, che negavano la Divinità di Gesù Cristo, furono sconfitti dalla Verginità di Maria, che,  salva la sua integrità verginale, concepì e diede alla luce il Figlio di Dio in Lei fatto uomo. 

Ora è la volta dei «Doceti», che, in contrasto con gli ebioniti, impugnavano l'umanità di Gesù  Cristo. 

Il docetismo sorse verso la fine del primo secolo, e fu un aspetto della eresia di Simon Mago,  il quale, fra le tante sue mostruosità, insegnava che le sofferenze e la morte di Gesù erano  fittizie, perché non era un vero uomo. 

Simon Mago venne condannato dallo stesso Apostolo S. Pietro, quando l'eresiarca gli  propose la turpe offerta per avere il potere apostolico. «Il tuo denaro perisca con te, rispose  Pietro; mentre hai giudicato che il dono di Dio si acquisti col denaro. Tu non hai parte in  queste cose, perché il tuo cuore non è retto..., raccomandati a Dio che ti perdoni questo  peccato». (Act. Apost. 8. 20). 

Queste parole di S. Pietro corrisposero ad una vera scomunica.... 

I Doceti, come setta, furono condannati da S. Lino Papa nel 76 dopo che i Padri avevano  smascherato l'errore con argomenti desunti dalla Divina Maternità di Maria. 

Entriamo anche noi nella questione, e troveremo, sui detti dei Padri, che pure contro i Doceti,  la Madre di Dio Maria si presenta debellatrice della eresia.   

Anzitutto la parola docete è di origine greca e significa «sembrare». Secondo i seguaci di  questa setta, Gesù Cristo «sembrava» uomo, parve nascere, vivere, patire e morire, ma era  una illusione! Secondo i doceti, Gesù non nacque dalla Vergine Maria per opera dello Spirito  Santo, ma da Maria e Giuseppe come gli altri uomini. Nel momento in cui Gesù ricevette il  Battesimo da Giovanni Battista, sempre secondo i doceti, fu investito da una «virtù» procedente da Dio. Tale virtù, chiamata Cristo, gli diede il potere taumaturgo e lo accompagnò  sino al momento della passione. Allora lo abbandonò, ed egli così poté soffrire e morire;  mentre la detta «virtù» continuò ad essere spirituale e impassibile. 

Questa, in succinto, l'eresia dei doceti. Quanta acrobazia di mente per negare l'umanità di  Gesù Cristo! 

    Contro costoro sta il Vangelo, chiaro e persuasivo. 

    Quando l'Arcangelo S. Gabriele si presentò a Maria nell'Annunciazione, così parlò alla Vergine: «Non temere, o Maria, poiché hai trovato grazia presso Dio; ed ecco che tu  concepirai e darai alla luce un figlio e che chiamerai col nome Gesù; Egli sarà grande e si  chiamerà Figlio dell'Altissimo» (Luc. 3. 30). 

    Ma che cosa significa concepire e dare alla luce un figlio se non generare, ciò che è  proprio della madre? Dalle parole dell'Arcangelo si arguisce chiaramente che Maria non dava  origine alla natura divina, che è eterna ed immutabile, ma solo che Essa concepiva e  generava un figlio con termine alla Persona stessa del Figlio di Dio, che dal suo seno  assumeva la natura umana. Questa è la conseguenza logica della Incarnazione; e non si  capisce come ne possa venire fuori una specie di favola, come la riducono gli eretici,  seguendo i miti del paganesimo. 

    Il martire Ignazio, discepolo di S. Giovanni Evangelista, così scrive in proposito: «In Gesù  Cristo vi è la carne e la Divinità; la carne l'assunse da Maria, la Divinità gli veniva da Dio.  Gesù Cristo è stato portato nel seno d Maria, è realmente nato da Lei: ha mangiato, ha  bevuto, ha dormito ed ha veramente patito ed è morto» (Ad Polic. 3). 

   Appellandosi alla Maternità Divina di Maria, S. Ignazio viene a condannare chiaramente tutti  coloro che negano in Gesù Cristo la vera natura umana; ed in pari tempo, istruisce i fedeli  sulla doppia natura del Salvatore. 

   Né vale il dire, come afferma l'eresia, che ammettendo Dio fatto uomo, figlio di donna, ne  venga una degradazione della sua divina ed infinita Maestà: ciò sarebbe vero se Dio  facendosi uomo avesse cessato di essere quel Dio stesso che è in seno al Padre. Ma resta lo  stesso Dio, sempre. E' vero, sì, che nel mistero della Incarnazione si dice che Dio si è  annientato ma fu un annientamento degno di Dio, in quanto che Lui medesimo si era in  precedenza scelto la donna, e se la era preparata ricolmandola di singolari doni, elevandola a  tale grandezza da riconoscerla in quello stato d'innocenza e di giustizia originale in cui non  seppero conservarsi i nostri progenitori Adamo ed Eva. In breve Dio formò di Maria SS. ma  una creatura nuova: «Creavit Dominus novum super terram» (Gen. 31). Sappiamo tutti come  la dignità del figlio, mette in evidenza la grandezza della madre. Certo è che l'Incarnazione  del Figlio di Dio fu una vera umiliazione, ma fu soprattutto un atto di grande amore per noi.  Ma di questo gli eretici pare che non ne vogliano tener conto...! 

Comunque è dottrina dei santi Padri che Maria ha composto della propria sostanza il Verbo di  Dio, in quanto uomo. Lo ha nutrito, lo ha allevato perché fosse vittima dei nostri peccati, tanto  da poter dire: Quella carne e quel Sangue che Gesù ha sacrificato per la Redenzione del  mondo, è carne mia, è sangue mio...! 

«Se alcuno, dice S. Gregorio Nazianzeno, non professa Maria Madre di Dio, questi non  riconosce la Divinità. Se alcuno, non professa che Cristo è stato formato nel seno della  Vergine in maniera divina e umana, ma dice che di altra sostanza venne formato, e solo sia  passato per Lei come per un canale, costui si tenga pari all'ateo» (Greg. Naz. ap. Labbe). 

«Se l'Incarnazione del Figlio di Dio, dice S. Cirillo Alessandrino, non è che una figura, se la  Vergine non ha veramente partorito Dio, il Verbo stesso disceso dal Padre, non ha dunque  assunto il seme di Abramo, non si è dunque fatto simile a noi; e così tutto ciò che costituisce  la causa della nostra salute, si riduce a nulla, dal momento che si ripudia la Maternità Divina.  Ammesso questo errore, tutta la nostra fede svanisce, cadono la croce, la salute e la vita del  mondo, e con essi, cade la fiducia del genere umano» (Conc. Efes). 

I doceti, come conseguenza dei loro errori, negavano la reale presenza di Gesù nella  Eucaristia, sempre per il loro principio che la carne di Cristo era fittizia. 

In apposizione a questi eretici, ecco quello che scrive S. Ignazio, del primo secolo: «Essi (i  doceti) si astengono dalla Eucaristia, perché non riconoscono con noi che l'Eucaristia è la  carne di Nostro Signore Gesù Cristo; quella carne che ha patito per i nostri peccati, e che il Padre ha risuscitato nella sua misericordia» (ad Smir). 

Così la Chiesa stabilì che il Sacerdote, porgendo la SS. ma Comunione, dicesse: «Corpus  Christi» ed il fedele rispondesse: «Amen» (S. Ambros. de Sacram). 

Carne dunque reale nella Eucaristia, come in Maria SS. ma, secondo la dottrina apostolica, e  astenersene dal riceverla, voleva dire negare per principio la realtà della Maternità Divina di  Maria Vergine, fondamento di tutte le altre verità (A. Nicolas). 

Sia dunque gloria alla Beatissima Vergine Maria, mentre per Lei gli Apostoli hanno portato il  suo Gesù alle genti che sedevano nell'ombra di morte, e lo hanno dato in cibo alle anime...! 

P. AMADIO M. TINTI 


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