Per poter essere Madre dell’Uomo-Dio, Maria ha ricevuto la Fecondità verginale del Padre
“… Ciò feci nell’opera della Redenzione. Per poter elevare una creatura a concepire un Uomo e Dio, dovetti accentrare in Lei tutti i beni possibili ed immaginabili, dovetti elevarla tanto da mettere in Lei il germe della stessa Fecondità Paterna, e come il mio Celeste Padre Mi generò vergine nel suo seno col germe verginale della sua Fecondità eterna, senza opera di donna, ed in questo stesso germe procedette lo Spirito Santo, così la mia Celeste Mamma, con questo germe eterno, tutto verginale, della Fecondità Paterna, Mi concepì nel suo seno vergine, senza opera di uomo. La Trinità Sacrosanta dovette dare del suo a questa Vergine divina, per poter concepire Me, Figlio di Dio. Mai la mia Santa Mamma avrebbe potuto concepirmi, non avendo Lei nessun germe. Ora, siccome Lei era della razza umana, questo germe della Fecondità eterna le diede virtù di concepirlo uomo e, siccome il germe era divino, nel medesimo tempo Mi concepì Dio. E siccome, nel generarmi il Padre, nel medesimo tempo procedette lo Spirito Santo, così, nel medesimo tempo che fui generato nel seno della mia Mamma, procedette la generazione delle anime. Sicché tutto ciò che ab eterno successe alla SS. Trinità in Cielo, si ripete nel seno della cara Mamma mia.
L’opera era grandissima ed incalcolabile a mente creata. Dovevo accentrare tutti i beni ed anche Me stesso, per fare che tutti potessero trovare ciò che volevano. Perciò, dovendo essere l’opera della Redenzione tanto grande da travolgere tutte le generazioni, volli per tanti secoli le preghiere, i sospiri, le lacrime, le penitenze di tanti patriarchi e profeti e di tutto il popolo dell’Antico Testamento, e ciò feci per disporli a ricevere un tanto bene e per muovermi ad accentrare in questa celeste creatura tutti i beni, dei quali tutti dovevano fruire.
Ora, chi moveva a pregare, a sospirare, eccetera, questo popolo? La promessa del futuro Messia. Questa promessa era come il germe di tante suppliche e lacrime. Se non ci fosse stata questa promessa, nessuno si sarebbe dato pensiero, nessuno avrebbe sperato salvezza.
Ora, figlia mia, veniamo alla mia Volontà. Tu credi che sia una santità come le altre santità? Un bene, una grazia quasi pari alle altre che ho fatto per tanti secoli agli altri santi e a tutta la Chiesa? No, no! Qui si tratta di un’epoca nuova, di un bene che deve servire a tutte le generazioni; ma è necessario che tutto questo bene lo accentri prima in una sola creatura, come feci nella Redenzione, accentrando tutto nella mia Mamma, e vedi un po’, come le cose vanno di pari passo.
(…) Questa mia Volontà è la stessa che operò nella Redenzione, che volle servirsi di una Vergine. Quali portenti e prodigi di grazie non operò in essa? Lei è grande, contiene tutti i beni e nell’operare agisce da magnanima, e se si tratta di fare opere da far bene a tutta l’umanità, mette a repentaglio tutti i suoi beni. Ora vuole servirsi di un’altra vergine per accentrare la sua Volontà e dar principio a far conoscere che la sua Volontà si faccia in terra come in Cielo. (15°, 14-4-1923)
scritti di Luisa Piccarreta
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