giovedì 13 aprile 2023

La santità sacerdotale



Gli ordini della gerarchia ecclesiastica

 

Fin dal primo anno di seminario, i seminaristi della Fraternità San Pio X hanno indossato l’abito ecclesiastico, poi al secondo anno ha avuto luogo la cerimonia della tonsura. Prima di giungere al sacerdozio, avanzeranno progressivamente verso l’altare per salirne i gradini58. Essi riceveranno, al terzo e quarto anno, i quattro ordini detti minori: portiere, lettore, esorcista e accolito. Alla fine vengono gli altri tre, detti maggiori o sacri. Il suddiaconato e il diaconato si ricevono al quinto anno ed il sacerdozio l’anno successivo. 
La vita del seminario è quindi punteggiata dalle ordinazioni. Ogni ordinazione è preceduta da un ritiro di tre giorni per gli ordini minori e di sei giorni per gli ordini maggiori del suddiaconato , del diaconato e del sacerdozio.
Mons. Lefebvre spiega l’interesse pedagogico di tutte queste ordinazioni. Le sue parole fanno risaltare le lacune della nuova liturgia. In effetti, dopo la riforma liturgica, il tesoro della Chiesa è stato in gran parte dilapidato con la soppressione degli ordini minori e del suddiaconato, privando così i chierici delle grazie annesse a quelle magnifiche cerimonie ed alle funzioni corrispondenti59.

1. I gradi di partecipazione al sacerdozio 

La parola ordine indica una gerarchia, sia nelle cose, sia nelle persone. Se lo si prende in senso lato, può estendersi per esempio alla Chiesa. La Chiesa è un ordine perché è essenzialmente disuguale nei suoi membri. Essa in effetti comprende il clero e i laici. C’è quindi una gerarchia all’interno della Chiesa. E’ un punto essenziale, che sfortunatamente oggi non appare più nella definizione della Chiesa, nel nuovo diritto canonico. 

L’ordine si applica più particolarmente alla gerarchia del sacerdozio. C’è tutta una gradazione dall’episcopato fino alla tonsura. L’episcopato, il presbiterato, il diaconato, il suddiaconato, gli ordini minori formano veramente una gerarchia. 

In particolare, in cosa consiste? Essa consiste nella partecipazione al Sacerdozio di Nostro Signore Gesù Cristo60

San Clemente, successore di san Pietro, parla dell’armonia del cosmo. Il mondo è ordinato, ogni creatura ha il suo posto nell’ordine provvidenziale61. San Clemente paragona la gerarchia anche all’ordine che esiste in un esercito. C’è tutta una gradazione tra i capi militari e ciascuno si sforza di svolgere il suo ruolo nel grado che gli è riservato62. Perciò il successore di san Pietro invita ciascuno degli ordinati a svolgere bene il compito assegnatogli, senza voler compiere atti che non siano del suo ordine63.

Ad ogni ordinazione, i seminaristi ricevono una partecipazione più o meno grande al sacramento dell’Ordine. Con la meditazione che fanno sui testi dell’ordinazione nel corso del ritiro preparatorio, con le preghiere che rivolgono a Dio tutti i giorni, i seminaristi capiscono sempre meglio la grandezza di questo sacramento.

E’ per questo che ci si avvicinano con gioia, senza dubbio, ma un po’ anche con paura e tremore. Come Mosé, salendo sul Sinai, che temeva di avvicinarsi alla presenza di Dio, anch’essi salgono sul Sinai, anch’essi scalano quella montagna in cui troveranno Dio, in cui troveranno Nostro Signore Gesù Cristo. “Dammi la tua luce, oh mio Dio, dammi la tua verità affinché io salga a questo altare e scali i pendii di questa montagna santa dove potrò penetrare nei tuoi tabernacoli” (Sal 42, 3)64. Si avvicinano un po’ di più a Nostro Signore Gesù Cristo, a Colui che gli angeli riveriscono in Cielo e che la santissima Vergine, san Giuseppe e tutti i santi adorano in eterno65.

Ogni ordinazione segna una tappa del seminario. Queste sono le grandi grazie del seminario: avvicinarsi lentamente ma sicuramente, al santo altare del Sacrificio della Messa66.


1. Le ordinazioni: invito a distaccarsi dal mondo

Le ordinazioni sono la ragion d’essere del seminario. Un seminario senza ordinazioni non sarebbe un seminario. I giorni d’ordinazione sono dei giorni davvero pieni della luce e della carità dello Spirito Santo. I seminaristi studiano e pregano tutti i giorni per ricevere le grazie dell’ordinazione. Il seminario prepara dei sacerdoti, e queste tappe regolari, rappresentate dalle ordinazioni, mettono costantemente davanti agli occhi dei seminaristi l’ideale del seminario67.

E’ evidente che, per ricevere una grazia come quella del sacerdozio, bisogna prepararsi per molti anni. Queste tappe, segnate dalla tonsura, dagli ordini minori, dagli ordini maggiori, sono per i seminaristi altrettante occasioni per fare il punto e sapere se veramente rispondono alla chiamata della Chiesa allontanandosi dallo spirito del mondo e attaccandosi a Dio. La Chiesa in effetti dice loro: “Guardate che ministero vi è affidato (…) pensate a quello che sta per esservi dato.” 

Voi dovete porvi questa domanda, miei cari amici che state per ricevere questi ordini e siete scelti da Dio per avvicinarvi a Lui, per servirLo, per donarLo alle anime: Forse che non avete coscienza di essere ancora troppo impregnati dello spirito del mondo, troppo attaccati alle creature che vi circondano, ed a voi stessi? Immersi come siamo in questo mondo di peccato, forse che le sue influenze non penetrano nell’intimo di noi stessi e non incidono profondamente sullo stato delle nostre anime? Allora, dobbiamo fare di tutto per distaccarci da questo spirito del mondo, dalla nostra propria volontà, dalle nostre idee personali, da tutto ciò che ci appartiene68

Il Catechismo del concilio di Trento c’insegna che quelli che si dispongono alle ordinazioni devono avere il cuore puro, il cuore distaccato da ogni cosa, per essere veramente attaccati a Dio ed essere così una luce che aiuta i fedeli a santificarsi69. Ecco le disposizioni in cui si devono trovare quelli che ricevono la grazia eccezionale del sacramento dell’Ordine70

Tutte le ordinazioni sono contrassegnate al tempo stesso dal sacrificio, dalla rinuncia, dall’allontanamento dal peccato, dall’allontanamento dalle influenze diaboliche, e al contempo dall’avvicinamento, dalla vicinanza, da questo amore sempre maggiore di Nostro Signore Gesù Cristo.

Già la tonsura è un segno di rinuncia alle cose del mondo, mentre il fatto di vestire la cotta è un segno dell’amore e della luce di Nostro Signore Gesù Cristo. 

Il portiere deve manifestare il suo amore per il tempio di Dio e prendersi cura della casa di Dio. Ne ha le chiavi e al tempo stesso, come dice il pontificale, deve “chiudere la porta al diavolo” e fare entrare coloro i quali sono davvero degni di assistere al Santo Sacrificio della Messa. 

Il lettore, lui, si avvicina già un po’ di più all’altare. Porta la luce del Vangelo. Deve quindi essere più vicino a Nostro Signore, più impregnato in qualche modo della luce e dell’amore di Nostro Signore Gesù Cristo.

Ed ecco l’esorcista, che ha la missione di allontanare il demonio, di scacciarlo. Ma, perché possa scacciarlo dagli altri, occorre che lo scacci prima di tutto da lui, che mostri in sé l’esempio delle virtù di Nostro Signore Gesù Cristo. 

E poi l’accolito, lui, si avvicinerà ancora di più all’altare. E’ colui che serve Messa. Porta le ampolle all’altare, la materia che servirà al Santo Sacrificio. Entra già nell’intimità del mistero dell’altare.

Quanto al suddiacono, egli dovrà allontanarsi dal mondo. Dovrà impegnarsi a praticare la castità perpetua, e quindi a separarsi dal mondo. Il suo cuore dovrà essere più puro, attaccarsi maggiormente a Nostro Signore Gesù Cristo e manifestare al mondo questo attaccamento a Colui che tutti dovrebbero amare, Gesù. Quale uomo è stato più amato di Nostro Signore Gesù Cristo nel corso della storia della Chiesa? Ma quale uomo è stato anche più odiato di Lui? Ebbene! Il suddiacono deve manifestare il suo amore per Nostro Signore Gesù Cristo allontanandosi dal mondo. 

Il diacono, lui, salirà ancora un po’ più vicino all’altare ed ai suoi santi misteri, più vicino al tabernacolo. Avrà dunque un amore ancora più profondo per Nostro Signore ed il dovere di praticare le virtù di Nostro Signore Gesù Cristo in modo ancora più perfetto. Leggerà le Sacre Scritture, le proclamerà. Irradierà maggiormente la grandezza e la sublimità dei misteri ai quali partecipa già più intimamente.

Pensate a santo Stefano, il diacono lapidato dai Giudei ed il cui viso era raggiante (At 6, 15). Vedere quel viso splendente che rifletteva il Cielo rendeva ancora più furiosi quelli che gli scagliavano le pietre. Ebbene! Il diacono deve riflettere il Cielo perché anche lui si avvicina a Nostro Signore Gesù Cristo.

Infine, il sacerdozio fa entrare nel mistero di Nostro Signore Gesù Cristo. Il sacerdote è un altro Cristo. Non dovrebbe più avere né pensieri, né volontà, né altro amore che per Nostro Signore Gesù Cristo71.


1. Le ordinazioni: fonte di grazie

Ogni volta che vengono conferite delle ordinazioni, nel seminario dovrebbe esserci una presenza dello Spirito Santo sempre un po’ maggiore. Che in seminario dunque regni sempre più un’atmosfera di santità, di giustizia, di verità, come dicono le parole del pontificale! Che in tal modo lo splendore della verità di Dio risplenda in questa casa, che vi è tanto cara e di cui conserverete il ricordo nel corso della vostra vita. Quelli che ritornano nel seminario in cui sono stati formati e ordinati sacerdoti sono felici di ritrovare la casa in cui hanno ricevuto tante grazie72

Le ordinazioni sono delle cerimonie sempre incoraggianti, santificanti. Noi gioiamo con la Chiesa e gli eletti del Cielo nel vedervi salire i gradini che conducono al sacerdozio; senza sacerdozio, non c’è più Sacrificio; senza Sacrificio, non c’è più Chiesa73.

Le cerimonie d’ordinazione forniscono l’occasione di meditare maggiormente sulla grandezza della Chiesa e del suo sacerdozio, e non ci si può impedire di avvertirvi la presenza di Nostro Signore Gesù Cristo e del Suo Spirito Santo in modo tutto particolare.

 In effetti, durante ogni ordinazione, i seminaristi ricevono delle grazie specifiche che li preparano a salire all’altare, a offrire il Sacrificio di Nostro Signore, perché il sacerdozio è proprio questo, secondo ciò che ci insegnano i Padri della Chiesa, tutta la Chiesa e specialmente il concilio di Trento. E’ perché Nostro Signore ha voluto deporre nelle nostre mani il Suo proprio Sacrificio che ha istituito anche il sacerdozio. E’ dunque a quello che sono destinati i futuri sacerdoti. 

Le ordinazioni fanno progredire il seminarista verso il sacerdozio cui aspira. Esse per lui devono significare un programma di vita spirituale e di vita apostolica. La Chiesa, nella sua saggezza, nel suo amore materno per i suoi futuri sacerdoti, lo spiega ammirevolmente74

Ad ogni ordinazione, i seminaristi ricevono delle grandi grazie, grazie di elezione da parte del buon Dio, di Nostro Signore, dello Spirito Santo. Possano queste grazie fruttificare nei loro cuori affinché essi siano dei veri apostoli di Nostro Signore Gesù Cristo, affinché seguano l’esempio della santissima Vergine Maria, essendo corredentori così come Lei è stata corredentrice75.

Mons. Marcel Lefebvre


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