1. Come mai Maria, che aveva deciso di rimanere vergine, si fidanzò con Giuseppe? Certamente perché vide in lui un appoggio alla sua verginità. La Provvidenza, che vegliava su Maria, le preparò l'uomo «giusto», fatto secondo il cuore di lei.
Fidanzati ci si sceglie al proprio livello. Se il Monte Bianco potesse fidanzarsi, direbbe la sua parola d'amore alle vette che gareggiano con la sua altezza.
2. Come si conobbero Maria e Giuseppe? Il Vangelo non lo dice, ma sappiamo che le vette si intuiscono a distanza. È molto probabile che, tramite i misteriosi canali dello Spirito di Dio, entrambi si trovassero d'accordo su un punto: che il Messia sarebbe venuto come dono spirituale, come fermento di elevazione del mondo; bisognava quindi preparargli la strada, stendergli un tappeto. Il tappeto degno del Messia non era un matrimonio normale, ma un matrimonio verginale. Se così non fosse stato, dovremmo sciogliere l'insolubile enigma di Maria che impegna un giovane ad esserle fidanzato per poi defraudarlo dell'attesa fondamentale di un matrimonio.
Maria e Giuseppe erano quindi creati l'uno per l'altra, in vista di una singolare vicenda d'amore verginale dalla quale sarebbe fiorito il Cristo al mondo.
3. Consacrarsi a Maria significa offrirsi a lei come canali viventi della sua azione cristificatrice tra i nostri amici. Anche le amicizie di scelgono a proprio livello, o almeno tendono a raggiungerlo, pena lo scioglimento: l'amore o trova pari o rende tali. Il nostro amore deve estendersi a tutti, compresi i più miserabili e gli stessi oppositori di Dio, ma quando si tratta di scegliere un amico, bisogna che sia nostro pari, perché non ci porti in giù, e meglio ancora superiore, perché ci porti in su. Un'amicizia che porta in basso va stroncata. Un fidanzamento che non porti in su è di cattivo auspicio. Un matrimonio che porti in giù è una grave sciagura.
L'amicizia è una delle forme più spontanee e incisive d'irradiazione del bene: le so coltivare ed elevare?
4. Maria ha scelto il suo stato di vita secondo il costume del suo ambiente, ma con un intuito spirituale che superava il modo comune di intendere, solitamente non elevato. Il problema della scelta dello stato si impone a ogni giovane che raggiunge la maturità: che farò domani? mi sposo? con chi? mi consacro a Dio? come?...
È una scelta carica di conseguenze per tutto l'avvenire: quali danni può provocare un amore non illuminato, una moglie futile e leggera, un marito sprecone...
È il momento in cui il giovane punta ad esprimere il meglio di sé, con tutto l'ardimento di cui è capace. Può sentire il richiamo al sacerdozio, alla vita missionaria o consacrata: occorre chiedere luce abbondante e forza di dire di sì a Dio. Ma anche per la scelta del coniuge giusto occorre il dono del consiglio, con cui interpretare bene i segni della volontà di Dio, e molta preghiera, non solo per ottenere luce e forza, ma anche per evitare certi imprevisti che Dio solo conosce. Maria è «Madre del Buon Consiglio».
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