domenica 2 agosto 2020

COLUI CHE PARLA DAL FUOCO



ALLA SCUOLA DEL CUORE DI GESÙ

Il sabato 23 ottobre, in un modo possibile soltanto a Lui, le insegnò che tutta la sua vita doveva svolgersi nell'amore come nell'atmosfera sua propria: Josefa stava lavorando nel guardaroba allorché Gesù le apparve. Siccome il lavoro era di premura, ella Gli chiese di poter continuare a cucire scusandosi.  

«Non vorrei farti dispiacere, Gesù mio! Ma Egli disparve subito, ed ebbi un po' di rammarico di aver detto a quel modo - continua - perciò per consolarlo Gli ripetevo continuamente parole di tenerezza.  

La sera, mentre ella saliva al terzo piano per chiudere le finestre di cui era incaricata, continuava camminando a ridire il suo amore a Colui che le stava sempre nel pensiero.  

«Improvvisamente, arrivando nel corridoio di sopra - ella scrive - Lo vidi in fondo che avanzava verso di me».  

Gesù era circondato di una luce splendente che rischiarava tutto il lungo e oscuro corridoio, camminava in fretta come se avesse premura di andarle incontro. 

«- Da dove vieni?» le disse.  
«Ho chiuso le finestre, Signore!».  
«- E dove vai?».  
«Vado a terminare di chiuderle, mio Gesù!».  
«- Non sai rispondere, Josefa!».  
«Non comprendevo ciò che volesse dire. Egli riprese:  
«- Vengo dall'Amore e vado all'Amore, poiché sia che tu salga o tu scenda, sei sempre nel mio Cuore che è l'abisso dell'Amore! Io sono con te!».  
«Disparve e mi lasciò una tale gioia che non so ridire».  

Questo delizioso episodio rese sacro ai Feuillants il corridoio dell'incontro che fu denominato «corridoio dell'Amore». Però in quell'epoca le ore di consolazione non furono molte per Josefa! Ella doveva imparare per propria esperienza che cosa sia la desolazione e quanto costino le anime. Il mercoledì 27 ottobre, durante l'adorazione, scrive «Lo vidi nuovamente e mi ripeté»: «- Voglio che tu salvi queste anime... guarda la fiamma del mio Cuore: è il desiderio di soffrire per esse da cui devi essere consumata. Le guadagnerai con i tuoi sacrifici. Riposati in Me e non temere di niente!».  

L'indomani di quel giorno le appare in quello stesso stato doloroso che le fa scrivere:  

«Quanta compassione ho provato! Mi ha guardato in tal modo che ho compreso quanto il mio patire è un'ombra in paragone del Suo! Nello stesso tempo vidi dietro di Lui una fila sterminata di anime, ed Egli fissandomi mi ha detto:  
«Tutte queste anime ti aspettano!... Ti feci scegliere, Josefa! Ma se Mi ami davvero non temerai di nulla!».  
«Gli confidai di nuovo il mio timore che tutte queste cose possano essere conosciute, ed Egli: «Che t'importa? Se così puoi glorificare il mio Cuore!». «Signore, ma sono novizia!».  
«- Lo so, ma se rimarrai fedele, nessuna di queste cose ti nuocerà. Non temere!».  
«Allora mi sono offerta a servirlo, affinché disponga di me come vorrà». «Sì, farò di te una vittima, poiché, se sei mia sposa, Josefa, devi rassomigliarmi, e tu vedi come sono ridotto!». «Disparve e non Lo vidi più».  

Josefa Menéndez

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